sabato 27 maggio 2017

1951: die ZWEITE KEHRE von JUPITER NACH SATURN, die Heidegger erfuhr - - La SECONDA SVOLTA di GIOVE VERSO SATURNO che Heidegger ebbe modo di vedere


La mia interpretazione della Kehre/svolta: la distanza angolare di Giove
da Saturno cresce dopo una congiunzione G-S e poi, raggiunti i 180°,
incomincia a diminuire in previsione della prossima congiunzione
Come ormai molti dei miei più assidui lettori ricorderanno le congiunzioni Giove-Saturno si ripetono ad intervalli medi di 19 anni e 314 giorni, diciamo - approssimativamente e per brevità - ogni vent' anni. Dopo che una congiunzione è avvenuta, semplice o multipla che sia stata, il più veloce Giove inizia ad allontanarsi sempre più da Saturno (cfr. grafico a sinistra, linea rossa) e così fa per circa dieci anni, quando poi comincia a ri-avvicinarglisi in vista della congiunzione successiva. Ciò significa che all' incirca ogni 10 anni si ha o una congiunzione tra i due pianeti (che quindi sorgono e tramontano insieme) oppure una Kehre - una svolta nella distanza angolare - con i due pianeti a circa 180° uno dall'altro, in modo che mentre uno sorge l'altro tramonta. Da questo momento inizia il ri-avvicinamento di Giove a Saturno in vista/preparazione della nuova congiunzione, che avverrà dopo circa 10 anni.


Andamento della distanza angolare tra i due pianeti in occasione
della KEHRE di Giove verso Saturno del 1951 (visione geocentrica)
Così come aveva aspettato con ansia la Kehre di Giove (quella del 1930-31) venti anni prima, addirittura annoiandosi del fatto che tardava a manifestarsi pienamente, così anche stavolta già nel 1949 Heidegger - sempre attento e disponibile ai cenni/Winke dell' essere - già nel 1949 incomincia a ruminare cripticamente sulla nuova Kehre, quella che vista da Terra avrebbe iniziato a manifestarsi verso la fine di marzo 1951 (cfr. grafici qui accanto).

E' questo a mio parere il senso della IV conferenza (Die Kehre) del ciclo dei Braemer Vortraege 1949, significativamente intitolato "Einblick in das was ist" che per la IV conferenza va inteso proprio alla lettera, come Einblick in was das ist jetzt beginnend, dare un' occhiata a ciò che è ora, a ciò che sta per iniziare, appunto la Kehre planetaria di cui ho detto. Scrive significativamente Heidegger in Die Kehre [cfr. GA 79, p. 71-72] nel 1949-50:

"Vielleicht stehen wir bereits im vorausgeworfenen Schatten der Ankunft dieser Kehre. Wann und wie sie sich geschicklich ereignet, weiss niemand. Es ist auch nicht noetig, solches zu wissen. Ein Wissen dieser Art waere sogar das Verderblichste fuer den Menschen, weil sein Wesen ist, der Wartende zu sein, der des Wesen des Seyns wartet, indem er es denkend huetet. Nur wenn der Mensch als der Hirt des Seins der Wahrheit des Seyns wartet, kann er ueberhaupt eine Ankunft des anderen Seinsgeschickes erwarten, ohne in das blosse Wissenwollen zu verfallen."

e scrive ancora più chiaramente Heidegger alle pp.74-75:

"Einblick in das was ist - dieser Titel nennt jetzt das Ereignis der Kehre im Seyn, ... Einblick in das, was ist, ist das Ereignis selber, ... Einblick in das, was ist, - dies nennt die Kostellation im Wesen des Seyns ... Einblick als Einblitz ist das Ereignis der Konstellation der Kehre im Wesen des Seyns selber .."

Più chiaro di così!! Quello che Heidegger chiama "Konstellation der Kehre" non è altro che la configurazione planetaria al momento della Kehre in longitudine dei due pianeti: con Giove che ha preso mezzo giro (180°) a Saturno in circa 10 anni. Tra altri 10 anni gli avrà preso, cioè lo avrà superato di altri 180° e saranno di nuovo in congiunzione: l' "Ankunf des anderen Seinsgeschickes" del brano precedente, che si potrà godere chi avrà avuto la pazienza di realizzare la sua essenza di Wartende.

sabato 20 maggio 2017

HEIDEGGER e le CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO

Più d'uno di voi, miei lettori, si sarà interrogato sul perchè degli ultimi miei due post, quelli dove metto in evidenza che Heidegger non solo possedeva buone e forse ottime conoscenze di matematica, incluso il calcolo integro-differenziale, ma aveva anche ben chiare le differenze in fisica tra meccanica classica o newtoniana e meccanica moderna atomico-quantistica, in ordine alla modellizzazione matematica dei rispettivi fenomeni ed alla possibilità di pre-calcolo/pre-visione del loro comportamento futuro in termini deterministici oppure invece solo probabilistici.

Il perchè è presto detto: perchè come risultato dei molti miei studi degli ultimi diciotto-vent'anni sono arrivato alla conclusione che quel fenomeno, che avevo inizialmente ritenuto importante per le origini del cristianesimo dal giudaismo (cfr. mio libro qui a sinistra) è in realtà centrale anche per la storia della filosofia. Per quella storia che Heidegger ha ri-esaminato criticamente dalle origini ai suoi giorni, avendo - io ritengo - come chiave interpretativa proprio il fenomeno fisico delle congiunzioni planetarie tra Giove e Saturno, fenomeno che - come risulta dai miei due post precedenti - lui era perfettamente in grado di inquadrare anche in termini fisico-matematici.

La Geworfenheit di Heidegger in questo 'mondo' fu tale che lui nella sua vita adulta ebbe modo di assistere de visu a 3 congiunzioni Giove-Saturno:

- la prima, singola, nel settembre 1921 (quella che motivò tanto anche Rilke), quando H. parlava di fatticità delle esperienze di vita, stava lavorando al suo personale/individuale Entwurf/progetto fattivo e dava interpretazioni fenomenologiche delle lettere di s. Paolo e delle origini cristiane;

- la seconda, multipla come quella di Hoelderlin del 1801-02, tripla ora, a cavallo degli anni 1940-1941, cioè proprio al centro del periodo in cui componeva tutti i suoi seinsgeschichtliche Abhandlungen [Beitraege zur Philosophie, Besinnung, Die Geschichte des Seins, Ueber den Anfang, Das Ereignis, ..] e vagheggiava un nuovo inizio, l'inizio di una nuova epoca;

- la terza a primavera del 1961, singola come quella del 1881, avvenuta proprio nei giorni in cui stava dando alle stampe i risultati della sua lunga e snervante Auseinandersetzung con Nietzsche e con il suo Wille zur Macht.

Per oggi, cari amici, vi basti così. Anche se, da quanto ho detto, avrete già intuito qual' è a mio parere l' Ortschaft des Seins, conto di parlarvi quanto prima appunto del 'Topos' of Heidegger's Thinking. 
Meditate intanto e rileggetevi il paragrafo centrale di Essere e Tempo, il § 42.

martedì 9 maggio 2017

VORAUSBERECHENBARKEIT der GEGENSTAENDIGKEIT in der klassischen PHYSIK - ovvero - PRECALCOLABILITA' dell' OGGETTITA' nella fisica classica

Aus Heideggers "Wissenschaft und Besinnung", S.56: "Die Physik, worin jetzt, roh gesprochen, Makrophysik und Atomphysik, Astrophysik und Chemie eingeschlossen sind, betrachtet die Natur ('physis'), insofern sich diese als die leblose herausstellt. In solcher Gegenstaendigkeit zeigt sich die Natur als der Bewegungszusammenhang materieller Koerper. Der Grundzug des Koerperhaften ist die Undurchdringlichkeit, die ihrerseits sich wieder als eine Art von Bewegungszusammenhang der elementaren Gegenstaende darstellt. Diese selbst und ihr Zusammenhang werden in der klassischen Physik als geometrische Punktmechanik, in der heutigen Physik durch die Titel 'Kern' und 'Feld' vorgestellt. Demgemaess ist fuer die klassische Physik jeder Bewegungszustand der raumerfuellenden Koerper jederzeit zugleich sowohl nach Ort als auch nach Bewegungsgroesse bestimmbar, d.h. eindeutig vorauszuberechnen. Dagegen laesst sich in der Atomphysik ein Bewegungszustand grundsaetzlich nur entweder nach Ort oder nach Bewegungsgroesse bestimmen. Dementsprechend haelt die klassische Physik dafuer, dass sich die Natur eindeutig und vollstaendig vorausberechnen laesst, wogegen die Atomphysik nur eine Sicherstellung des gegenstaendlichen Zusammenhangs zulaesst, die statitischen Charakter hat."
Traduz. [Vattimo, da me modificata]: "La fisica, entro la quale, parlando in termini elementari, includiamo qui la macrofisica e la fisica atomica, l'astrofisica e la chimica, considera la natura ('physis') nella misura in cui questa si pro-spetta come inanimata. In questa oggettità la natura si mostra come il contesto dei movimenti di corpi materiali. Il tratto fondamentale del corporeo è l'impenetrabilità, che a sua volta rappresenta una sorta di contesto dei movimenti degli oggetti elementari. Questi oggetti elementari e i loro rapporti vengono rappresentati nella fisica classica come meccanica di punti geometrici, nella fisica odierna attraverso termini come 'nucleo' e 'campo'. Di conseguenza, per la fisica classica ogni stato di movimento dei corpi che riempiono lo spazio è ogni volta definibile contemporaneamente sia in termini di posizione che di velocità, il che vuol dire che esso può essere precalcolato in modo univoco. Nella fisica atomica, invece,  uno stato di movimento si può fondamentalmente determinare o rispetto alla posizione oppure rispetto alla quantità di moto. Quindi la fisica classica ritiene che la natura si possa precalcolare in modo univoco e completo, mentre la fisica atomica permette soltanto una garanzia - con carattere statistico - di connessione oggettuale."