martedì 20 dicembre 2016

"NON-ALIUD aliud non est quam NON-ALIUD" - ovvero: prime note su NICOLO' CUSANO nel 1444 e nel 1464

The Jupiter-Saturn conjunction occurred in the year 1444
in the constellation Gemini

Una figura molto importante nella storia della Chiesa è senz'altro il tedesco Nikolaus von Kues, cioè Nicola Cusano, nato appunto a Kues nei pressi di Trier/Treviri nel 1401 e morto cardinale a Roma l' 11 agosto del 1464.

Il card. Cusano è stato una persona molto poliedrica, importante non solo per motivi pastorali e teologici, ma anche per ragioni politiche e filosofiche, nonchè - infine - perchè fu anche autore di scritti espressamente dedicati all' astronomia, alla matematica ed alla geometria.
The Jupiter-Saturn conjunction occurred in the year 1464
in the constellation Aquarius

Sebbene io conosca ancora poco sia la sua vita che le sue opere, a me risulta già una figura moolto intrigante per due particolari sue vicende che ho scoperto scorrendone la biografia, vicende che sono entrambe in singolare coincidenza con le congiunzioni Giove-Saturno che lui ebbe modo di osservare da adulto uomo di Chiesa, quella del 1444 nei Gemelli (grafici in alto a destra) e quella del 1464 nell' Acquario (grafici in basso a destra).

E' perfettamente documentato che sebbene si sia già prima occupato intensamente di astronomia, nell'anno 1444 Nicola Cusano acquistò libri e strumenti di astronomia, evidentemente per approfondirne la conoscenza e/o per fare anche eventuali osservazioni dirette. Dal primo dei grafici riportati risulta che proprio quell'anno era in corso una congiunzione G-S singola molto stretta (0° 28' 46" fu la distanza angolare residua tra i due pianeti), che culminò il 14 luglio.
Dal 1450 per inciso Nicola strinse amicizia con l'astronomo Georg von Peuerbach (1423-1461), di cui era collaboratore il giovane prodigio Regiomontano (1436-1476).

Molto singolare è anche quel che avvenne a primavera del 1464. Nei giorni della Pasqua di quell'anno (Pasqua fu il 1° aprile) il cardinale Cusano iniziò a scrivere, forse già malato, quella che sarebbe rimasta come l'ultima sua opera (morì infatti a Todi l' 11 agosto), il De Apice Theoria, testo come altri suoi piuttosto ermetico ed ancora in attesa di piena comprensione.  Come si vede dall' ultima immagine a destra, la curva rossa (che dà la distanza angolare in modulo tra i due pianeti) indica che proprio da aprile in poi e fin verso metà ottobre ebbe luogo una congiunzione Giove-Saturno e che all' 8 aprile 1464 i pianeti erano praticamente allineati, non distando l'uno dall'altro che 0° 37' 45", appena poco più di un diametro lunare. Casuale coincidenza anche questa del 1464 ?! 

Io credo proprio di no, che nessuna delle due coincidenze che ho evidenziato con i grafici che ciascuno può riprodurre, che nessuna di queste due sia casuale e che entrambe stiano invece ad indicare la lunga ricerca che Nikolaus von Kues fece per cercare di arrivare al nucleo concettuale della fede cristiana. Di quanto spasmodica fosse questa ricerca e quanto essa fosse legata alla visione ed al vedere (sia con gli occhi fisici che con quelli della mente) lo indicano chiaramente i titoli dei suoi molti lavori teologico-filosofici: De Quaerendo Deum, De Venatione Sapientiae, De coniecturis, De Dato Patris Luminum, De Figura Mundi (perduto), De visione Dei, De non aliud, De Apice Theoriae, .. ... 
*          *          *
Spero con queste mie considerazioni di avere offerto a tutte/i le/i Cusanus-Forscherinnen und Forscher nuovi elementi di riflessione ed originali spunti di studio e di ricerca. Spero anche di partecipare nel 2018 al Trierer-Cusanus-Symposion, che si tiene ogni due anni appunto a Trier/Treviri, città tedesca nei pressi del luogo natale (Kues) di Nicola Cusano.

mercoledì 14 dicembre 2016

Dall' HGA 13: l' ESISTENZA COSMICO-STORICA DELL' UOMO DELL' AVVENIRE secondo Heidegger (1949)

Dal volume di Heidegger GA13, Aus der Erfahrung des Denkens, 1910-76, in italiano Dall'esperienza del pensiero, 1910-76, Melangolo ed., 2011, pag. 83, trascrivo delle illuminanti annotazioni che il filosofo svevo buttò giù nel giorno del suo 60° compleanno (26 settembre 1949), relative al contenuto del suo volume HOLZWEGE allora in fase di stampa (sarebbe uscito in libreria qualche mese dopo, nel 1950; ora è l' HGA 5, in it. Sentieri erranti nella selva, Bompiani 2002/2006).  

Penso che queste illuminanti annotazioni di Heidegger su Holzwege dovrebbe meditarle bene soprattutto chi ha ancora qualche dubbio sulla validità del nuovo paradigma ermeneutico in ambito storico-filosofico che ormai da anni vado proponendo.


"SENTIERI INTERROTTI
     Per l'uomo dell'avvenire incombe il confronto con l' essenza e con la storia della metafisica occidentale. Solo in tale meditazione potrà essere compiuta la transizione all' esistenza determinata in senso planetario e tale esistenza cosmico-storica potrà essere raggiunta come alcunché di fondato.
     I sentieri interrotti [Holzwege] sono tentativi di tale meditazione. Presi esteriormente, essi si presentano come una raccolta di saggi su oggetti fra loro privi di relazione.
  Pensando a partire dalla cosa stessa, tutto sta in un' armonia nascosta e costruita rigorosamente.
     Nessuno dei sentieri può essere preso senza aver preso anche gli altri. Nella loro unità essi mostrano un tratto del cammino di pensiero che l' Autore ha tentato a partire da Essere e tempo.
Essi vanno fuori traccia
Ma non perdono la traccia."

martedì 15 novembre 2016

HOW TO GET the MOST and the BEST from your visit to THIS BLOG

The apparent retrograde motion
of an external planet (Mars, Jupiter,
Saturn, ..) as seen from the Earth
in position 1, 2, 3, .. ...
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venerdì 11 novembre 2016

Propongo di restringere il PERIODO ASSIALE .. (ovvero l' ACHSENZEIT definito da Karl Jaspers) al VI SEC. A.C.

Nella sua opera storica Vom Ursprung und Ziel der Geschichte (it. Origine e senso della storia) del 1949 il filosofo tedesco Karl Jaspers (1883 - 1969) individuò un periodo particolare - che definì 'Achsenzeit' ovvero 'periodo assiale', dall'800 al 200 a.C.- in cui per tutta l' umanità vi fu nel modo di pensare una vera e propria rottura con le epoche precedenti. E' un fatto che in quel periodo sia in India e Cina, che in Palestina, Iran e Grecia "si elaborarono quelle concezioni da cui si mosse il pensiero filosofico, i racconti mitici vennero sostituiti da principi morali e da dottrine religiose e spirituali, fu avviata la ricerca delle cause naturali dei fenomeni fisici". 
  [ https://it.wikipedia.org/wiki/Periodo_assiale  oppure, in tedesco,   https://de.wikipedia.org/wiki/Achsenzeit  ]

La mia idea al riguardo è che le osservazioni formulate da Jaspers sulla quasi contemporaneità di questi forti sviluppi presso popolazioni anche lontane siano senz'altro fondate e giustifichino la definizione di periodo assiale, ma che il periodo da lui indicato, sei secoli, seicento anni, sia un po' troppo lungo e si debba cercare di ristringerlo. A me sembra ad esempio che la parte veramente rilevante di questi seicento anni sia il VI secolo a.C. per i motivi che in parte illustravo nell'articolo precedente e che ora completerò.

Come ho scritto anche in precedenti occasioni, io credo che il gigantesco orologio cosmico costituito da Saturno e da Giove era attentamente osservato un po' dappertutto non solo per misurare lunghi intervalli di tempo (ca. 30, 20 e 12 anni, rispettivamente il periodo di Saturno, quello delle congiunzioni G-S e quello di Giove), ma anche per capire se il sistema planetario/solare era geocentrico oppure, contro le prime impressioni, eliocentrico. Credo fosse questa la grande Seinsfrage di quei secoli., quella da cui è partita tutta la storia dell'essere. 

Nel VI sec. a.c. si verificò una sequenza particolare delle congiunzioni Giove-Saturno, una sequenza che vide l'alternarsi di congiunzioni semplici e multiple (triple/doppie), nonostante il fatto che quelle semplici sono teoricamente e mediamente cinque volte più probabili di quelle multiple (quelle allegorizzate nell' immagine della fenice). Si ebbe infatti:


602 ac multipla(doppia) / 582 singola / 563-62 multipla(tripla) /

 543 singola / 523-22 multipla(tripla) / 503 ac singola


Vi è da considerare che mentre le congiunzioni G-S singole fanno pensare che il sistema planetario sia geocentrico (perchè avvengono con i due pianeti in fase di moto progressivo), l'unica spiegazione _razionale_ di quelle triple o doppie è che il sistema planetario/solare sia invece eliocentrico.
Ecco .. io penso che sia stata proprio la disputa su queste questioni ad essere - a partire dal VI sec. ac - elemento centrale dei dibattiti filosofico-religiosi in varie parti del mondo di allora. Il VI sec. aC è, guardacaso, anche il secolo della prigionia giudaica a Babilonia (importantissimo centro di osservazione astroNomica), nonchè quello della 'fioritura' in Grecia dei primi grandi filosofi presocratici (Anassimandro, Anassimene, Pitagora, Senofane, Parmenide ed Eraclito), quelli che per primi si posero il problema dell' essere.

Concludo - cari lettori - con una mia frase che vi invito a meditare pensandola detta nel VI - V sec. aC.:         L' eliocentrismo è e non può non essere; 
il non-eliocentrismo (il geocentrismo) non è e non può essere.



domenica 6 novembre 2016

RISALIRE ALLE ESPERIENZE ORIGINARIE ... ovvero ... DIE URSPRUENGLICHEN ERFAHRUNGEN ..[SEINundZEIT §6]

Cong. G-S del 582 a.C.
Congiunz. G-S del 563-62 a.C.
"Se il problema dell'essere stesso deve venir in chiaro quanto alla propria storia, bisogna che una tradizione sclerotizzata sia resa nuovamente fluida e che i veli da essa accumulati siano rimossi. Questo compito è da noi inteso come la distruzione del contenuto tradizionale dell' ontologia antica, distruzione da compiersi seguendo il filo conduttore del problema dell'
essere, fino a risalire alle esperienze originarie in cui 
Congiunzione G-S del 543 a.C.
furono raggiunte quelle prime determinazioni dell' essere che fecero successivamente da guida."

Congiunz. G-S del 523-22 a. C.
"Soll fuer die Seinsfrage selbst die Durchsichtigkeit ihrer eigenen Geschichte gewonnen werden, dann bedarf es der Auflockerung der verhaerteten Tradition und der Abloesung der durch sie gezeitigten Verdeckun-gen. Diese Aufgabe verstehen wir als die am Leitfaden der Seinsfrage sich vollziehende Destruktion des ueberlieferten Bestandes der antiken Ontologie auf die urspruenglichen Erfah-rungen, in denen die ersten und fortan leitenden Bestimmungen des Seins gewonnen wurden." 

giovedì 13 ottobre 2016

- - Die BESTUERZUNG HEIDEGGERS im Januar 1945 - - - - - Lo sgomento di Heidegger a gennaio del 1945

Un articolo del giornale Zeit-OnLine è dedicato oggi all'uscita di un nuovo libro sulle idee politiche di Heidegger, libro che sarà nelle librerie tedesche tra qualche giorno.
L'articolo, dal comprensibile titolo "Ein moralisches Desaster", riporta alcuni brani delle lettere inviate dal discusso filosofo della Foresta nera a suo fratello Fritz Heidegger negli anni della II Guerra mondiale. 
Un passo in particolare mi ha attratto l'attenzione, scritto da Martin Heidegger il 18 gennaio 1945, cioè nei giorni in cui le forze dell' Armata rossa avevano iniziato la vittoriosa controffensiva nella Prussia orientale ed in Polonia (dopo una decina di giorni, il 27 gennaio, avrebbero aperto i cancelli di Auschwitz e dopo qualche mese sarebbero arrivate a Berlino). Il passo illustra bene lo sgomento metafisico di quei giorni provato da Heidegger, che tra l'altro aveva entrambi i figli a combattere sul fronte orientale. Scriveva dunque Martin al fratello Fritz:

"Was der 'Weltgeist' mit den Deutschen vorhat, ist ein Geheimnis. Gleich dunkel ist, warum er [der 'Weltgeist'] sich der Amerikaner und Bolschewisten als seiner Schergen bedient." (18. Januar 1945).

"Che cosa lo 'spirito del mondo' abbia in programma per i tedeschi è un mistero. Ugualmente oscuro è il perchè esso [lo 'spirito del mondo'] si serva degli americani e dei bolscevichi come suoi scagnozzi." (18 genn. 1945)

Il link all'articolo completo:
http://www.zeit.de/kultur/literatur/2016-10/martin-heidegger-briefe-antisemitismus

sabato 1 ottobre 2016

Seinsgeschichte, 523-522 a.C. - LO SPLENDORE DEL SIGNORE sopra Gerusalemme durante la COSTRUZIONE DEL SECONDO TEMPIO

The triple Jupiter-Saturn conjunction occurred in
the 
years 523-522 b.C.E. in the constellation Virgo
[click on the image to enlarge it]
Isaias 60, 1-2:
"Auf (Jerusalem), werde hell, denn dein Licht is da; die Herrlichkeit des Herrn strahlt ueber dir auf! Denn seht, die Erde bedeckt Finsternis und Wolkendunkel die Voelker, doch ueber dir strahlt der Herr, und seine Herrlichkeit wird ueber dir sichtbar."
[aus: Die Bibel, Weltbild GmbH, Augsburg 2006]
*        *        *
Isaia 60, 1-2:
"Lèvati (Gerusalemme), rivestiti di luce, poichè viene la tua luce, e la gloria del Signore risplende su di tè! Poichè ecco, le tenebre ricoprono la terra e l' oscurità avvolge i popoli, ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te."
[da: La Bibbia, SanPaolo ed., Cinisemmo B. (MI) 1987]

lunedì 26 settembre 2016

HEIDEGGER der UEBERGEHENDER, im Herbst 1936

"Wer von uns Uebergehender (zum Uebergang Gehoerigen) ist ein Uebergehender? Wer vermag den ersten Anfang vor den anderen und diesen vor jenen zu ruecken, auf dass sie beide, sich zugehoerig, urspruenglicher, anfaenglicher auftragen? Nur der, dem es gegeben, in der Kluft zwischen beiden Ragenden zu verschwinden - will sagen: das Zwischen der Kluft zu stiften."

[aus: M. Heidegger, GA 94, Ueberlegungen V, Klostermann 2014, S. 396 - Herbst 1936]

domenica 4 settembre 2016

Luglio 1929: Heidegger parla/ricorda IL NIENTE come "uomo di scienza"

L' ENT-EIGNIS Giove-Saturno del settembre 1921

Rileggendo testi di Heidegger già letti, mi accorgo che vanno aumentandola sia la mia capacità di capirlo come uomo che quella di decifrarlo come pensatore ermetico. Oggi mi hanno colpito una serie di passi della sua prolusione a Friburgo del 24 luglio 1929, Was ist Metaphysik?, nei quali lui - parlando della necessità di indagare il concetto di Niente - si pone aperta-
mente come 'uomo di scienza'. 
Dalle pag. 64-65 della V ediz. Adelphi (2008):

"Connotiamo il nostro esserci, esperito qui ed ora, come essenzialmente determinato dalla scienza. ... L' esserci dell'uomo di scienza ha la sua semplicità e la sua forza nel fatto di rapportarsi in un modo eccelso all' ente stesso e unicamente ad esso. Con un gesto di superiorità, la scienza vorrebbe abbandonare il Niente. Ma ora, nel domandare del Niente, appare evidente che l' esserci dell'uomo di scienza è possibile solo se fin da principio si tiene immerso nel Niente. Esso si comprende per quello che è soltanto se non abbandona il Niente. La pretesa sobrietà e superiorità della scienza diventa qualcosa di ridicolo se essa non prende sul serio il Niente. Solo perchè il Niente è manifesto, la scienza può fare dell' ente stesso l' oggetto della sua indagine. Solo traendo la sua esistenza dalla metafisica, la scienza può riconquistare sempre di nuovo il suo compito essenziale, che non consiste nel raccogliere e nell' ordinare conoscenze, ma nel dischiudere - che va attuato sempre di nuovo - l' intero spazio della natura e della storia.   ... ...

Solo sul fondamento dello stupore, ossia della manifestatezza del Niente, sorge il 'perché?', e solo in quanto il perché è possibile come tale, noi possiamo domandare dei fondamenti e fondare in modo determinato. Solo perché possiamo domandare e fondare, è assegnato alla nostra esistenza il destino della ricerca."

mercoledì 31 agosto 2016

RILKE e l' UNICORNO ... la storia inizia già nel 1907

L'unicorno nella Basilica di s.Pietro 
a Roma (navata centrale, 
seconda arcata a sinistra) 
Se il comportamento tenuto da Rilke in occasione dell' Enteignis Giove-Saturno del 10 settembre 1921 dimostra chiarissimamente che a quella data il poeta è ormai consapevole del ruolo simbolico ed ermetico dell'unicorno, va tuttavia rilevato che Rilke aveva interesse per il mitico e mistico animale già nel 1907, quando gli dedicò la poesia che riporto qui di seguito (contenuta nella raccolta Neue Gedichte (Nuove Poesie))  [magistralmente letta in rete, in italiano, dal compianto Luigi Vannucchi] e quando poi scrisse sui famosi arazzi 'unicornici' di Cluny ne I quaderni di Malte Laurids Brigge (pubblicati nel 1910).

Ma ecco la poesia nell'originale tedesco, seguita dalla traduzione di Leone Traverso.

Das Einhorn
Der Heilige hob das Haupt, und das Gebet/ fiel wie ein Helm zurueck von seinem Haupte: 
denn lautlos nahte sich das niegeglaubte,/ das weisse Tier, das wie eine geraubte 
'huelflose Hindin' mit den Augen fleht.

Der Beine elfenbeinernes Gestell/ bewegte sich in leichten Gleichgewichten,
ein weisser Glanz glitt selig durch das Fell,/ und auf der Tierstirn, auf der stillen, lichten,
stand wie ein Turm im Mond, das Horn so hell,/ und jeder Schritt geschah, es aufzurichten.

Das Maul mit seinem rosagrauen Flaum/ war leicht gerafft, so dass ein wenig Weiss
(weisser als alleas) von den Zaehnen glaenzt;/ die Nuestern nahmen auf und lechzten leis.
Doch seine Blicke, die kein Ding begrenzte, warfen sich Bilder in den Raum
und schlossen einen blauen Sagenkreis.

Ecco ora L'unicorno nella traduzione di Leone Traverso (con qualche ritocco):
Levò la testa il Santo e dalla testa gli cadde come un elmo la preghiera:
ché a lui in silenzio la candida (e mai creduta) fiera veniva, come
cerva prigioniera, alzando gli occhi in supplice protesta.

Gli zoccoli d' avorio tramutava in leggeri equilibri l'unicorno.
Correva la pelle in onde uno splendende chiarore, e sulla silente fronte placida
raggiava come una torre nella luna il corno luminoso, che ad ogni passo alto si inalberava.

Sparso di pelo cinerino biondo, il labbro schiuso, un biancore risplendeva 
- più d'ogni cosa bianco - dai denti. Le froge anelito sommesso affannava,
ma gli sguardi, che nulla limitava, in figure scagliandosi nel mondo
chiudevano un cerchio azzurro di leggende.
                                                 *              *             *
Ecco infine "L' unicorno" - nella versione di Leone Traverso - magistralmente recitato dal bravo e compianto Luigi Vannucchi, qui:  http://www.youtube.com/watch?v=sn0O3tH8Iv0 

venerdì 19 agosto 2016

Die Rilkes SONETTE AN ORPHEUS I-XI und II-IV und die JUPITER-SATURN KONJUNKTION vom Herbst-Winter 1921-1922

Ecco dunque tra i Sonetti ad Orfeo di Rilke un paio di esempi che dimostrano chiaramente come il poeta nei mesi tra l'agosto 1921 ed il febbraio 1922 stia ispirandosi al fenomeno astronomico che ha sotto gli occhi (cioè alla congiunzione Giove-Saturno in previsione del cui arrivo ha cercato tenacemente ritiro e concentrazione): sono i sonetti n. XI della prima parte e n. IV della seconda parte. Per necessità di fedeltà al testo originale li riporto in tedesco, indicando poi tre comodi volumi ove trovare le traduzioni in italiano. 

Sonett I - XI
Sieh den Himmel. Heisst kein Sternbild 'Reiter'?
Denn dies ist uns seltsam eingepraegt:
dieser Stolz aus Erde. Und ein Zweiter,
der ihn treibt und haelt und den er traegt.

Ist nicht so, gejagt und dann gebaendigt,
diese sehnige Natur des Seins?
Weg und Wendung. Doch ein Druck verstaendigt.
Neue Weite. Und die zwei sind eins.

Aber sind sie's? Oder meinen beide
nicht den Weg, den sie zusammen tun?
Namenlos schon trennt sie Tisch und Weide.
Auch die sternische Verbindung truegt.            Sonett II - IV
Doch uns freue eine Weile nun                         O dieses ist das Tier, das es nicht gibt.
der Figur zu glauben. Das genuegt.              Sie wusstens nicht und haben jeden Falls
    - sein Wandeln, seine Haltung, seinen Hals,
  bis in des stillen Blickes Licht - geliebt.

 Zwar war es nicht. Doch weil sie's liebten, ward
ein reines Tier. Sie liessen immer Raum.
Und in dem Raume, klar und ausgespart,
erhob es leicht sein Haupt und brauchte kaum

zu sein. Sie naehrten es mit kleinem Korn,
nur immer mit der Moeglichkeit, es sei.
Und die gab solche Staerke an das Tier,

dass es aus sich ein Stirnhorn trieb. Ein Horn.
Zu einer Jungfrau kam es weiss herbei -
und war im Silber-Spiegel und in ihr.


Traduzioni italiane con testo originale a fronte in:
- R. M. Rilke, I sonetti a Orfeo, Feltrinelli-Classici, 1998
- R. M. Rilke, Poesie, RCS-Corriere della Sera, 2004
- R. M. Rilke, Sonetti a Orfeo, NewtonCompton tascabili, 1997

                                                                        

giovedì 18 agosto 2016

"Und die zwei sind eins." - oder RILKES EINHORN 1921 im Sternbild der Jungfrau

Rilke a Sierre (ca. 1921 - 1922)
Una delle tante prove dell' esattezza della mia teoria sulla rilevanza storico-filosofica/ metafisica delle congiunzioni Giove-Saturno è il comportamento del poeta Rainer Maria Rilke (1875-1926) all' approssimarsi della congiunzione G-S del 1921, che ebbe luogo il 10 settembre di quell' anno nella costellazione della Vergine.

Trascorso l'inverno del 1920 al castello di Berg am Irchel, vicino Sciaffusa (Svizzera), nella primavera 1921 Rilke convince la sua amica Baladine Klossowska della necessità di lasciarsi, per il suo assoluto ed imminente bisogno di purificazione, di concentrazione e di lavoro in solitudine; lei lo comprende. Alla ricerca di una nuova abitazione per lui, insieme incominciano così a percorrere il Canton Vallese, ove infine - sopra Sierre, a Muzot - nel giugno 1921 trovano un piccolo vecchio castello del XIII sec. in posizione isolata e sopraelevata, che lui sente adatto al suo monastico desiderio di ritiro e di lavoro e che il suo benefattore Werner Reinhart subito affitta per lui. Allestita e sistemata la nuova residenza con l'aiuto della Klossowska, poi partita per Berlino, Rilke vi si installa soddisfatto da metà luglio ed il 25 luglio ne scrive entusiasticamente alla principessa Marie von Turn und Taxis: " ... It [the Tower of Muzot] lies about twenty minutes quite steep above Sierre, in a less arid, happy rusticity with many springs tumbling through it, with views into the valley, over to the mountain slopes and into most wonderful dephts of sky. A little rustic church, situated above somewhat to the left in the vineyards, ... belongs to it."


Die einfache Jupiter-Saturn konjunktion geschehen
im Sternbild der Jungfrau am 10 Sept. 1921
Dei mesi che seguono sappiamo poco, a parte di un inizio di corrispondenza (17.12.1921) con il poeta francese Paul Valéry. Quel ch' io presumo (a partire dalla fenomenologia e temporalità del fenomeno che secondo me Rilke stava evidentemente aspettando) è che egli sera dopo sera egli sia stato ad osservare Giove avvicinarsi sempre più a Saturno, per poi non vedere più nulla nei giorni intorno al 10 settembre, per poi infine - dopo un po' di giorni - tornare rivedere Giove all' alba, ormai a sinistra di Saturno. Dopo 4-5 mesi (quindi verso gennaio-febbraio 1922), avanzata la Terra di quasi metà della sua orbita, la coppia G-S [distanziata di una decina di gradi] tornava ad essere visibile per tutta la notte ed il fenomeno della congiunzione poteva praticamente considerarsi concluso.

La cosa stupefacente in tutto ciò è che - a dire dello stesso Rilke - il poeta ebbe i giorni più produttivi di tutta la sua vita proprio ai primi di febbraio 1922, cioè alla conclusione del periodo nel quale lui si era programmaticamente posto - possiamo dire - all' ascolto della voce dell' universo. Fu in quei giorni infatti che terminò le Elegie Duinesi (incomplete da molti anni) e scrisse l'intera raccolta dei cinquantacinque Sonetti ad Orfeo. Con telegrammi e lettere comunicò poi ad amiche ed amici la conclusione di quello straordinario periodo; il 9 febbraio ad esempio scrisse alla Klodowska: "Merlina [la chiamava così], sono salvo! Quello che mi pesava e mi angosciava di più è fatto, e gloriosamente, credo. Fu solo qualche giorno: ma non ho mai subìto un simile uragano di cuore e spirito. Ne tremo ancora, questa notte ho pensato di venir meno; ma ecco, ho vinto ..."
                                                             -  -  -
Pensavo, cari lettori, di concludere riportando un paio dei Sonetti ad Orfeo che supportano la mia interpretazione di quel che avvenne al castello di Muzot nell'autunno-inverno del 1921, ma data l' ora ormai tardissima mi limito ad indicarveli: sono l' I-XI (Sieh den Himmel./Guarda il cielo.) ed il II-IV, quello sull' unicorno (O dieses ist das Tier, das es nicht giebt./Oh, questo è l'animale che non c'è.). Li riporterò quanto prima in un prossimo articolo su questo blog. Buona notte a tutti !! 

lunedì 1 agosto 2016

PHILOSOPHIEREN oder DENKEN ?! - FILOSOFARE o PENSARE ?!

Niemand wird bestreiten wollen, dass heute ein Interesse fuer die Philosophie besteht. Doch gibt es heute noch etwas, wofuer der Mensch sich nicht interessiert, in der Weise naemlich, wie er das "Interessieren" versteh? 
Inter-esse heisst: unter und zwischen den Sachen sein, mitten in einer Sache stehen und bei ihr bleiben.
....
Dass man fuer die Philosophie ein Interesse zeigt, bezeugt noch keine Bereitschaft zum Denken.
...
... selbst die Tatsache, dass wir uns Jahre hindurch mit den Abhandlungen und Schriften der grossen Denker eindringlich abgeben, leistet noch nicht die Gewaehr, dass wir selber denken oder auch nur bereit sind, das Denken zu lernen. Im Gegenteil: die Beschaeftigung mit der Philosophie kann uns sogar am hartnaeckigsten den Anschein vorgaukeln, dass wir denken, weil wir doch unablaessig "philosophieren".
...
Das Bedenklichste in unserer bedenklichen Zeit ist, dass wir noch nicht denken.
...
Das Bedenkliche, das, was uns zu denken gibt, ist demnach keinesweg durch uns festgesetzt, nicht durch uns nur vor-gestellt. Was am meisten von sich aus zu denken gibt, das Bedenklichste, ist nach der Behauptung dies:  dass wir noch nicht denken.

[aus: Martin Heidegger, Was heisst Denken?, Reclam jun., Stuttgart 2007, S. 5-6]

domenica 31 luglio 2016

HEIDEGGER BLIEB BEI BLOSSEN WORTEN STEHEN (Beispiel aus: "Ueber den Humanismus", [29-30])

The Phoenix Poster I presented in 2008
at the F.I.E.C. Congress in Liverpool
"Ek-sistenz" ist im fundamentalen Unterschied zu aller existentia und "existence" das ek-statische Wohnen in der Naehe des Seins. Sie ist Waechterschaft, das heisst die Sorge fuer das Sein. Weil im diesem Denken etwas Einfaches zu denken ist, deshalb faellt es dem als Philosophie ueberlieferten Vorstellen so schwer. Alles das Schwierige besteht nicht darin, einem besonderen Tiefsinn nachzuhaengen und verwickelte Begriffe zu bilden, sondern es verbirgt sich in dem Schrittzurueck, der das Denken in ein erfahrendes Fragen eingehen und das gewohnte Meinen der Philosophie fallen laesst. Man meint allenthalben, der Versuch in "Sein und Zeit" sei in eine [30] Sackgasse geraten. Lassen wir diese Meinung auf sich beruhen. Ober "S.u.Z." ist das Denken, das in der so betitelten Abhandlung einige Schritte versucht, auch heute nicht hinauskommen. Viellecht ist es aber inzwischen um einiges eher in seine Sache hineingekommen. So lange die Philosophie jedoch sich nur damit beschaeftigt , staendig die Moeglichkeit zu verbauen, sich erst auf die Sache des Denkens, naemlich die Wahrheit des Seins, einzulassen, steht sie gesichert ausserhalb der Gefahr, jemals an der Haerte ihrer Sache zu zerbrechen. Darum ist das "Philosophieren" ueber das Scheitern durch eine Kluft getrennt von einem scheiternden Denken.  Wenn dieses einem Menschen gluecken duerfte, geschaehe kein Unglueck. Ihm wuerde das einzige Geschenk, das dem Denken aus dem Sein  zukommen koennte.
The Seyn occurrence 1940-1941,
i.e. the TRIPLE Jupiter-Saturn conjunction happened
in those year in the constellation Aries
Allein auch dies gilt: die Sache des Denkens ist nicht dadurch erreicht, dass nun eine Gerede ueber "die Wahrheit des Seins" und ueber die "Seinsgeschichte" auf die Bahn gebracht wird. Alles liegt einzig daran, dass die Wahrheit des Seins zur Sprache komme und dass das Denken in diese Sprache gelange. Vielleicht verlangt dann die Sprache weit weniger das ueberstuerzte Aussprechen als vielmehr das rechte Schweigen.

[aus: M. Heidegger, Ueber den Humanismus, V. Klostermann, Frankfurt a.M. 1947, S. 29-30]
[La trad. ital. della Lettera sull' 'umanismo' è alle pp. 267-315 di M. Heidegger, Segnavia, Adelphi ed., Milano 2008]

giovedì 30 giugno 2016

" .. und ZARATHUSTRA GING AN MIR VORBEI ..." [Nietzsche - 1881]

The single Jupiter-Saturn conjunction occurred
on April 18th 1881, in the constellation Aries
"Die metaphysischen Grundstellungen sind geschichtlich und d.h. nach ihrem Wesen allererst im seynsgeschichtlichen Denken erfahr- und durchdenkbar."

[aus M. Heidegger, Ueberlegungen XII-XV, GA96, XIII-56, S. 101]

lunedì 20 giugno 2016

K. JASPERS' "NOTIZEN zu MARTIN HEIDEGGER"


Piper Verlag, Muenchen Okt. 2013
Riordinando la mia un po' disordinata megascrivania ho ritrovato, sepolto sotto pile di altri libri, questo libro di appunti di Karl Jaspers (1883-1969) su Martin Heidegger che comprai a Colonia un anno fa di ritorno da Siegen, appunti e osservazioni che il filosofo-psicologo annotò dal 1928 al 1964 e che alla sua morte - sebbene non ci lavorasse più da cinque anni - furono trovati in bell' ordine sulla sua scrivania, come un lascito importante.

Docente ad Heidelberg, dal 1916 di Psicologia e dal 1921 di Filosofia, Jaspers emigrò nel 1937 in Svizzera a causa delle leggi razziali (sposato con un'ebrea). Vi tornò poi per scelta nel 1948 anche dopo la sua completa riabilitazione universitaria ad Heidelberg del 1946. Morì nel 1969 a Basilea.

                         *             *             *
Sperando di fare cosa gradita a tutti i miei lettori, riporto da pag. 2 una breve presentazione di Notizen zu Heidegger, che io consiglio a tutti:

"Als diese Veroeffentlichung aus dem Anlass von Karl Jaspers 1978 erschien, erregte sie grosses Aufsehen. Diese Notizen, an die 300 Blaetter aus den Jahren 1924-1964, lagen bei Jaspers' Tod auf seinem Schreibtisch. Obwohl er seit nahezu fuenf Jahren nicht mehr an ihnen gearbeitet hatte, waren sie griffbereit, als ob das 'Gespraech' jederzeit wieder aufgenommen werden koennte. Es war auch tatsaechlich bis in die letzte Lebenszeit fortgefuehrt worden, Heidegger blieb fuer Jaspers jedoch immer ein Raetsel und sein 'schlimmster Gegner unter den Zeitgenossen'. "

Die ZEIT zu diesem Buch: "Eine Raritaet deutscher Geistesgeschichte".

Frankf. Allgem. Zeitung:"Die Sammlung dieser Notizen ist ein Gluecksfall fuer die Philosophiegeschichte."

venerdì 3 giugno 2016

Il PERMANENTE e la DETERMINAZIONE della COSA

Kant: "Tutti i fenomeni [le cose] contengono il permanente (sostanza) come l' oggetto stesso, ed il mutevole come sua semplice determinazione, ossia come un modo in cui l' oggetto esiste" [da Critica della ragion pura, A182]

Heidegger: "Si ripresenta il pensiero che la determinazione della cosa di essere sempre un 'questo'  è solo 'soggettiva' , giacchè dipende dal luogo e dal tempo in cui il soggetto di volta in volta fa esperienza della cosa.

[entrambe le citazioni sono tratte da M. Heidegger, La questione della cosa, Mimesis 2011, p. 36 e p. 31 - in ted. Die Frage nach dem Ding, GA41]
                        ----------     -----------

Spero che queste citazioni vi aiutino, cari amici, a capire perchè una congiunzione Giove-Saturno fenomenologicamente appare a volte come singola e a volte come multipla (tripla o doppia). Tutto dipende da dove si trova la Terra (cioè noi osservatori) al momento della congiunzione G-S eliocentrica. Che sarebbe poi, quest' ultima, il noumeno kantiano ovvero la cosa in sè.

venerdì 27 maggio 2016

DAS NICHTEN DES NICHTS (i.e. deciphering Heidegger's language)


"Im Sein des Seienden

geschieht 

manchmal [meiner Zusatz] 


das Nichten des Nichts."

(right) Die Selbstvernichtung 
des Seienden im Ganzen geschehen am 18 April 1881

(Nietzsche: ".. und Zarathustra ging an mir vorbei..")

lunedì 23 maggio 2016

Ma perchè sarebbero proprio le CONGIUNZIONI tra GIOVE e SATURNO ad essere così importanti ?!

Uno dei due posters da me esposti ed illustrati
all' Università di Liverpool nel 2008, quando
la città inglese era capitale europea della cultura.
Una domanda che mi viene spesso rivolta da persone seriamente intenzionate a capire ed approfondire le mie tesi e che io stesso mi sono a volte posta, è la seguente: 

"Ma perchè nel corso dei secoli e millenni sarebbero state scelte proprio le congiunzioni Giove-Saturno, come sostieni tu,  a fondamento/Grund di speculazioni filosofiche e religiose e non quelle tra altri pianeti?!"

La risposta che, pensando e ripensando, io mi sono dato e che ora dò ai miei interlocutori è che il sistema Giove/Saturno è stato preferito ad altri soprattutto perchè permetteva misure regolari di tempi molto lunghi, quali quelli che caratterizzavano le vicende di regni ed imperi, cioè le vicende storiche.

Tolti la Luna, il Sole ed i due 'satelliti' di esso a visibilità irregolare Mercurio e Venere, misure di tempo più lunghe dell'anno potevano essere basate solo sulle periodicità dei tre pianeti visibili di notte e cioè Marte, Giove e Saturno (ultimo, questo, tra i pianeti visibili ad occhio nudo).

I periodi di rivoluzione di questi pianeti sono rispettivamente 1.881 anni, 11.862 e 29.458 anni, da cui [applicando la formula TAB = TB * T/ ( TB - TA) ] risultano per i tre tipi possibili di congiunzioni i seguenti intervalli di tempo (eliocentrici ovvero geocentrici medi):

* Marte-Giove:   TMG = 2.235 anni,
* Marte-Saturno:  TMS = 2.008 anni,
* Giove-Saturno:  TGS = 19.859 anni.


Come si vede, a causa dell'alta velocità di Marte e del suo breve periodo di rivoluzione, le congiunzioni di esso sia con Giove che con Saturno si susseguono ad intervalli di appena 2 anni circa o poco più, mentre quella tra Giove e Saturno cadenza un intervallo temporale di circa 20 anni.

A ciò si deve aggiungere il fatto che Marte, avendo un'orbita di eccentricità piuttosto elevata (0.093) e distanza dal Sole di appena 1.52 Unità Astronomiche, ha fasi di moto retrogrado molto più ampie ed irregolari sia di Giove che di Saturno: ciò comporta per la coppia G-S il vantaggio di congiunzioni multiple (cioè triple o doppie) di maggiore regolarità.

A tutto ciò va aggiunto infine il fatto che, essendo Saturno il pianeta visibile più lontano [e a moto più lento (l' "Antico di giorni" del libro di Daniele)], la sua considerazione e lo studio del perchè delle sue congiunzioni multiple a dati intervalli di tempo permetteva di inferire sulla struttura e sulle proporzioni e dimensioni di tutto il sistema solare/planetario.

Riassumendo, dev'essere stato sin dai tempi dell'antico Egitto e di Heliopolis (ove la fenice/bennu era sacra) che ci si accorse che il sistema Giove/Saturno era particolarmente adatto per misure di tempo di 12, 20 oppure 30 anni e per studi astroNomici sulla struttura del sistema planetario: chi ruotava intorno a chi (questione geocentrismo-eliocentrismo) a quali distanze, in quanto tempo, .. 

martedì 10 maggio 2016

SCHWARZE HEFTE, solo QUADERNI DI LAVORO ?! (Considerazioni in margine alla IV Giornata heideggeriana dell'ass.ne A.S.I.A. di Bologna)

Domenica pomeriggio 8 maggio ero a Bologna, tra il centinaio di persone che partecipavano alla "quarta giornata heideggeriana" organizzata dall' Associazione Spazio Interiore e Ambiente (ASIA). Brillante protagonista dell' interessante pomeriggio è stata la dr.ssa Francesca Brencio, che - sebbene molto giovane - ha già un curriculum di tutto rispetto come ricercatrice presso università ed istituzioni sia italiane che straniere, ultimamente la facoltà di teologia dell' Università di Freiburg i.B.

In circa un'ora e mezzo di conferenza, la Brencio ha rifatto un po' tutta la storia della pubblicazione dei Quaderni neri di Heidegger (GA 94, 95, 96, 97) dalla primavera 2014 in poi, soffermandosi in particolare sulle polemiche per i "17 passi antisemiti sulle complessive 2000 pagine" che tanto spazio trovarono sulla stampa internazionale. Al riguardo la ricercatrice spoletina ha fatto propria la posizione del prof. F.W. von Herrmann, ultimo assistente di Heidegger, secondo il quale i passi incriminati sarebbero stati anche fraintesi e sarebbero comunque sostanzialmente irrilevanti nel contesto sistematico del pensiero heideggeriano. Tutto il battage mediatico sarebbe stato organizzato solo ed esclusivamente a fini di promozione editoriale e di utilità personale da parte di alcuni interessati critici. 
Del prof. von Herrmann e del francescano prof. Francesco Alfieri dell' Università Lateranense la Brencio presenterà dopodomani 12 maggio all' Università di Pavia - insieme agli autori - il volume "Martin Heidegger, La verità sui Quaderni neri", che a suo parere si rivelerà essere un importante contributo allo studio critico del filosofo svevo.

La seconda parte dell'iniziativa dell' ASIA, ancora un'ora e mezza, era dedicata alle domande alla Brencio e agli interventi del pubblico partecipante. Ho sostenuto in questa fase e in un colloquio finale con la relatrice, che a mio parere i Quaderni neri non possono essere considerati come semplici quaderni di lavoro e diari di pensiero, a causa dell' autocontrollo e della sistematicità con cui sono scritti e del gran numero di citazioni interne e cross-correlations presenti tra le parti di essi. E a proposito della domanda di "cosa rimane di Heidegger dopo i Quaderni neri", ho sostenuto che a mio parere rimane lo stesso problema di prima  - tuttora irrisolto per l' Accademia - di capire in cosa consista realmente la SEINSGESCHICHTE di cui parla Heidegger in tutta la sua produzione e di accettarne un'ermeneutica interdisciplinare, come quella ch' io propongo, a fondamento astrale (precisamente astronomico-planetario), basata sul Seiende im Ganzen costituito dalla coppia planetaria Giove-Saturno. 

Ho detto infine che a mio parere grandissime sorprese riserveranno i cinque Quaderni neri ancora da pubblicare, dal numero GA 98 al numero 102, il cui senso complessivo potrebbe essere proprio quello di confermare in pieno la mia teoria interpretativa, appena ricordata.

lunedì 18 aprile 2016

18 APRILE 1881: "... und ZARATHUSTRA ging an mir vorbei ..."

 Oggi 18 aprile ricorre il 135° anniversario del 18 aprile 1881, data nella quale ebbe luogo - nella costellazione dell' Ariete - la congiunzione Giove-Saturno singola che ispirò a Nietzsche tanto il concetto di "eterno ritorno dell' uguale" quanto l' attualizzazione della figura profetica di Zarathustra.

Che il 1881 rappresenti una data spartiacque nella vita e nell' opera di Nietzsche è noto a tutti (ad esempio la Newton Compton pubblica nella collana I Mammut  tutte le opere divise proprio in due volumi, quelle prima e quelle dopo del 1881), meno noto è il perchè dell'importanza di quest'anno 1881 per la vita di Nietzsche. 
" ... und Zarathustra ging an mir vorbei .. "
La congiunzione G-S di cui parlo è quella cui si riferiscono i grafici qui a fianco, che dimostrano come vi fosse al 18 aprile 1881 un perfetto allineamento del Geviert metafisico: notare la perfetta simmetria della curva rossa, rappresentante la distanza angolare in modulo tra i due pianeti. Insomma .. per gli iniziati  come Nietzsche un perfetto mittag dionisiaco, nonostante la Selbstvernichtung des Seienden im Ganzen (licenza heideggeriana).

A Genova dal novembre 1880, Nietzsche stava in quei primi mesi del 1881 terminando Aurora/Morgenroethe, opera nella cui parte finale [§ 429, 432, 433, 442, 450, 457, 530, 547, 550, 568, 575] si percepisce bene la sua concreta esaltazione per una conoscenza superiore di cui era o stava venendo in possesso:

429 - ".. il nostro impulso alla conoscenza è troppo forte perchè possiamo ancora apprezzare la felicità priva di conoscenza, o la felicità di una vigorosa e salda illusione; fa pena anche solo l'immaginarci il simili condizioni! L' inquietudine dello scoprire e dell' indovinare è per noi divenuta così affascinante e indispensabile, come l' amore infelice per l'amante: a nessun prezzo egli lo darebbe in cambio di uno stato di indifferenza; sì, forse anche noi siamo amanti infelici! La conoscenza in noi si è trasformata in passione che non ha paura di alcun sacrificio e al fondo non teme niente, tranne il suo proprio estinguersi .. "

martedì 22 marzo 2016

Das Denken haelt sich IN DER GEGEND auf ..

Uno dei termini della criptica prosa heideggeriana che, dai tempi di Sein und Zeit (§22-24,  70) e per circa un quarantennio, ha dato più filo da torcere ai traduttori del filosofo svevo è indubbiamente die Gegend (Gegnet nella forma arcaica), termine che in italiano è stato di volta in volta reso con la contrada (contrata), i paraggi, la prossimità, regione (marca, ...

Stimolato anche dal volume Der andere Heidegger, Ueberlegungen zu seinem spaeteren Denken di Ute Guzzoni, V.K.A., Freiburg 2009 (acquistato di recente, proprio a Friburgo), ho approfondito un po' la questione sui vari testi di Heidegger ove il vocabolo ricorre con più insistenza e dalle meditazioni conseguenti ho maturato la convinzione che ora vi dico. Secondo me con il termine Gegend  Heidegger si riferisce ermeticamente alla costellazione zodiacale nella quale Ereignisse ed Enteignisse avvengono, cioè a quella singola parte dell'intera fascia stellare zodiacale (da lui chiamata "Gegend aller Gegenden") nella quale di volta in volta avviene una certa congiunzione Giove-Saturno, da lui variamente chiamata: Versammlung, das Versammeln, das Dingen/Versammeln der Dinge, Zusammengehoeren, Zueinandergehoeren, Geschenk, ...

Divengono con ciò chiare, meines Erachtens. espressioni del tipo:

* "Gegenden werden nicht erst durch zusammen vorhandene Dinge gebildet, sondern sind je schon in den einzelnen Plaetzen zuhanden." [Sein und Zeit, § 22]

* "Das Besorgen des Daseins, dem es in seinem Sein um dieses Sein selbst geht, entdeckt vorgaengig die Gegenden, bei denen es je ein entscheidendes Bewenden hat. Die vorgaengige Entdeckung der Gegenden .. ..." [Sein und Zeit, § 22]

* "Andeutend gesagt, ist die Gegend als das Gegnende die freigebende Lichtung, in der das Gelichtete zugleich mit dem Sichverbergenden in das Freie gelangt." [Das Wesen der Sprache, 197]

*  "Der Ort oeffnet jeweils eine Gegend, indem er die Dinge auf das Zusammengehoeren in ihr versammelt.
Im Ort spielt das Versammeln im Sinne des freigebenden Bergen der Dinge in ihre Gegend." [Kie Kunst und der Raum, it. L'arte e lo spazio, p. 30]

L'ora è ormai tarda e perciò chiudiamo qui, ma vi prometto che su questi argomenti e sul 'versammelnder Charakter der Orte' torneremo presto. 

giovedì 18 febbraio 2016

HEIDEGGERS LANGEWEILE - La NOIA di HEIDEGGER in attesa (wartend) della _KEHRE DI GIOVE verso Saturno (1930-31)_

Come si vede in questo grafico (che è relativo ad una vista
dall' 'alto' del sistema solare), circa dieci anni dopo che è
avvenuta una congiunzione Giove-Saturno la loro distanza
angolare cresce fino a 180° e poi inizia a diminuire, men-
tre Giove si ri-avvicina a Saturno per la successiva congi-
unzione.  
 Leggendo il GA29/30 "Die Grundbegriffe der Metaphysik - Welt, Endlichkeit, Einsamkeit" (cioè "I concetti fondamentali della metafisica"), raccolta delle lezioni del semestre invernale 1929-1930, son venuto a conoscenza della vera e propria NOIA-LANGEWEILE che assalì  Heidegger nell' autunno-inverno del 1929, appena due anni dopo che aveva pubblicato il suo Sein un Ziet (Essere e Tempo).

La mia 'seinsgeschichtliche Interpretation' di questo fatto, che lo portò ad elaborare e teorizzare filosoficamente questa spiacevole sensazione di tempo rallentato, che non passa mai ("die zoegernde Zeit"), distinguendo addirittura tre tipi di noia (il venire-annoiati-da, l'annoiarsi-di e la noia profonda), la mia interpretazione - dicevo - è che egli non vedeva l'ora che il pianeta Giove (allontanatosi da Saturno dopo la congiunzione del settembre 1921) incominciasse a ri-avvicinarsi al Signore degli anelli, in preparazione dell'evento epocale che lui tanto fortemente attendeva per gli anni successivi: la congiunzione Giove-Saturno TRIPLA del 1940-41.


Vista da Terra la Kehre gioviana sembra temporeggiare
("die langweilige, zoegernde Zeit") a causa della rotazione
terrestre e del moto apparentemente retrogrado dei due
pianeti quando la Terra sorpassa la congiungente Sole-
pianeta.
Il ritardo nella Kehre gioviana, cioè il ritardo dell'inizio del ri-avvicinamento angolare di Giove a Saturno, è dovuto alla rotazione terrestre. Mentre infatti eliocentricamente c'è un solo punto che fa da massima distanza angolare tra i due pianeti (primo diagramma), nella vista da Terra si ha un andamento più complicato, caratterizzato da tre (a volte anche quattro o cinque) massimi, prima che la distanza angolare inizi a diminuire sistematicamente, fino all'allineamento o agli allineamemti della nuova congiunzione. Nel caso specifico che trattiamo, la distanza angolare G-S continuò a crescere fino alla fine di luglio del 1930 (cfr. diagramma) e non iniziò a decrescere sistematicamente che nella seconda metà del giugno 1931: la Kehre durò insomma 10-11 mesi complessivamente. Si comprende così bene come e perchè Heidegger se ne annoiasse mortalmente nell'inverno 1929-30, quand'essa ancora non iniziava.

Che la Kehre, la cosiddetta "svolta", corrisponda a qualcosa di fisico, di oggettivo, di esterno al pensiero del filosofo lo dice del resto lui stesso laddove, nella lettera al gesuita W. J. Richardson di aprile 1962, precisa che: "La svolta non è in primo luogo un processo nel pensiero che indaga [cioè: nel suo pensiero, nota mia]; essa appartiene alla questione stessa indicata con i titoli Essere e tempo e Tempo ed essere.", cioè secondo me alla fenomenologia e temporalità del Seiende im Ganzen, dell'ente composto fondamentale Giove-Saturno.

Quanto alla datazione della "Kehre heideggeriana" al 1930 in coincidenza con la "Kehre gioviana", ci soccorre ancora una volta Heidegger in due modi:

I) con la sua nota a margine tra il paragrafo §5 ed il p. §6 della sua copia personale del saggio del 1930 Vom Wesen der Wahrheit (Dell'essenza della verità), ove precisa che la "svolta" è da intendersi come "una svolta entro la storia dell'essere [Seyn];

II) con il fatto che proprio nella seconda metà del 1930, al tempo dell'inizio fisico della Kehre gioviana, dette tutta una serie di conferenze sui Concetti fondamentali della metafisica, sulla noia-Langeweile e sul tempo rallentato (die zoegernde Zeit): il 14 luglio 1930 a Karlsruhe, l' 8 ottobre 1930 a Brema, poi a Marburgo e Friburgo (11 dicembre 1930).

giovedì 4 febbraio 2016

DIE FORSCHUNG VERFUEGT UEBER DAS SEIENDE, ...... La ricerca dispone dell'ente ...

Die dreifache Jupiter-Saturn konjunktion die
in den Jahren
2238-2239 stattfinden wird.
".. Das Erkennen als Forschung zieht das Seiende zur Rechenschaft darueber, wie es und wieweit es dem Vorstellen verfuegbar zu machen ist. Die Forschung verfuegt ueber das Seiende, wenn es dieses entweder in seinem kuenftigen Verlauf vorausberechnen oder als Vergangenes nachrechnen kann. In der Vorausberechnung wird die Natur, in der historischen Nachrechnung wird die Geschichte gleichsam gestellt. Natur und Geschichte werden zum Gegenstand des erklaerenden Vorstellens. Dieses rechnet auf die Natur und rechnet mit der Geschichte. Nur was dergestalt Gegenstand wird, ist, gilt als seiend. Zur Wissenschaft als Forschung kommt es erst, wenn das Sein des Seienden in solcher Gegenstaendlichkeit gesucht wird. "
Die dreifache Jupiter-Saturn konjunktion die
in den Jahren 1940-1941 stattgefunden hat.
[aus: M. Heidegger, Die Zeit des Weltbildes, S. 80]
".. La conoscenza come ricerca chiede conto all'ente di come e fino a che punto esso si renda disponibile a venire rappresentato. La ricerca dispone dell' ente quando è in grado o di calcolarne preventivamente l'andamento futuro, oppure di ricalcolarne quello passato. Nel calcolo preventivo viene per così dire presentata la natura, in quello relativo al passato presentata e proposta la storia. Natura e storia diventano oggetto di questa rappresentazione chiarificatrice. Questo rappresentare conta sulla natura e fa i conti con la storia. Soltanto ciò che in tal modo diviene oggetto è, vale come ente. Alla scienza come ricerca si perviene solo quando l' Essere dell' ente viene cercato in tale oggettualità.