martedì 18 agosto 2015

SEINSGESCHICHTLICHE UEBERLEGUNGEN zur DATIERUNG der STEINIGUNG DES STEPHANUS und der UMWANDLUNG DES SAULUS VON TARSUS

To date the Christophany on the Road to Damascus
Come è noto a tutti, la cosiddetta conversione di s. Paolo sulla via di Damasco è un episodio che cambiò non soltanto la vita dell'ebreo Saulo di Tarso ma con essa anche la storia del mondo intero, storia di cui Saulo/Paolo è senz'altro una delle figure principali. Nel Nuovo Testamento l'evento è narrato una volta nella Lettera ai Galati dello stesso Paolo, scritta intorno all'anno 54 , e ben tre volte negli Atti degli apostoli composti da Luca, l'autore del terzo vangelo, verso l' 80 cioè una quarantina d'anni dopo l'evento. Secondo la maggior parte dei numerosissimi studi condotti finora questa cosiddetta "conversione" viene infatti variamente datata tra l'anno 33 e l'anno 37 della nuova era.

Le mie considerazioni di storia dell'Essere basata sulle congiunzioni Giove-Saturno, sintetizzate nel grafico sopra riportato, relativo ad un anno e mezzo circa dopo la conclusione della congiunzione G-S del 34-35 [evento allegorizzato con l'apparizione della fenice di cui scrive Tacito in Annali 6, 28] portano a restringere l'intervallo detto  per la Cristofania sulla via di Damasco a due sole possibili date, il 24 agosto 35 oppure il 14 settembre 36, dipendendendo l'una o l'altra data dalla veridicità e collocazione temporale dei cosiddetti processo e lapidazione di Stefano, narrati nei capitoli 6 e 7 degli Atti degli apostoli, lapidazione nella quale Saulo di Tarso fa la sua prima comparsa. 

Se vi è stato veramente un processo a Stefano davanti al Sinedrio presieduto da Giuseppe Caifa e concluso con una condanna a morte non soggetta a ratifica dell'autorità romana, questo processo non può essersi svolto che nei primi mesi del 36, quando il governatore Vitellio aveva da poco deposto il procuratore Ponzio Pilato ma non ancora il sommo sacerdote Giuseppe Caifa. Poichè secondo gli Atti la conversione di Saulo di Tarso fu successiva alla lapidazione di Stefano, l'accecante incontro e 'colloquio' a mezzogiorno di Paolo con il Cristo non può che essere avvenuto (cfr. grafico soprastante) tra il 31 agosto ed il 28 settembre del 36, quando Giove aveva ormai superato Saturno di circa 23°.

Se invece la lapidazione di Stefano, come alcuni ritengono, è stato solo un atto di sommaria 'giustizia' popolare illegale - un linciaggio - avvenuto mentre Ponzio Pilato era ancora in carica, allora il fatto potrebbe essere datato all'aprile-maggio del 35 appena dopo la conclusione della congiunzione Giove-Saturno doppia del 34-35 e l'evento della via di Damasco andrebbe collocato (cfr. grafico) tra il 18 ed il 29 agosto del 35, cioè esattamente 1980 anni fa, giorno più giorno meno; quando Giove e Saturno - nascosti dalla grande potenza luminosa del sole - distavano tra loro di appena 8-9°.

Sebbene la frase attribuita a Stefano "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra del padre!" sia imprecisa come descrizione della realtà planetaria di quell'aprile del 35 (perchè Giove a causa del suo apparente moto retrogrado nella congiunzione G-S del 34-35 non tornò mai alla destra di Saturno, vedi grafico dietro titolo del blog), essa tuttavia ha un suono di autenticità delle conoscenze di quanto astronomicamente avvenuto nel 34-35, pur essendo stata scritta negli Atti una quarantina di anni e più dopo gli eventi. Per questo motivo ed anche perchè, come molti autori, ritengo improbabile il lungo processo a Stefano davanti al Sinedrio,  dirò conclusivamente che io propendo per la prima delle due date da me proposte come possibili e quindi propongo a tutti gli studiosi 
il 24 agosto dell'A.D. 35, cioè esattamente 1980 anni fa, giorno più giorno meno, come datazione della Cristofania sulla via di Damasco.


giovedì 6 agosto 2015

L' EXCUSATIO NON PETITA ... di Heidegger in Besinnung - GA 66 - 1937/38

Leggendo, stampando e leggendo - da un file che ho trovato in rete - pagine in tedesco di Besinnung, il volume GA 66 di Heidegger (non ancora tradotto in italiano), mi sono imbattuto in una dichiarazione del pensatore svevo che - alla luce di convinzioni che son fatto di lui - mi sa tanto di excusatio non petita .. e di accusatio manifesta.

La dichiarazione si trova verso la fine del volume, nella parte biografica ov' egli riassume il suo percorso di ricerca fino al 1937-38, data di stesura appunto di Besinnung-Meditazione. In essa Heidegger sostiene che il suo percorso fino ad allora non era prestabilito, cioè noto in precedenza, ma che è stato una ricerca ad ampio raggio, che non ha escluso battute di arresto e piste errate. Ma sentiamo dalla sua voce/penna:

MEIN BISHERIGER WEG, auch nur genommen als Mittel neuer Besinnung und die Sicht und Deutung des Weges je abhaengig von der erreichten Stufe der Besinnung.
  Nie war dieser Weg vorausgewusst, sondern er blieb schwankend und umstellt von Rueckschlaegen und Irrgaengen.
  Aber immer wieder wurde das Suchen auf die eine Bahn gedraengt und zur wachsenden Klarheit gezwungen. Doch keine Stufe der Besinnung bekommt zu wissen, was eigentlich vor sich geht. Das Erfahrene und Versuchte bleibt immer nur die Dienstleistung fuer das ganz Andere, was eines Tages vielleicht sogar ein "Selbstverstaendliches" werden muss.

Ecco, io mi permetto di dubitare di quel che Heidegger afferma qui. La mia idea è che lui già tra il 1915-16 ed il 1920-21 si sia chiarito le idee sul vero ente metafisico e che poi la congiunzione Giove-Saturno singola del settembre 1921 gli sia servita come esperienza fondamentale e come Vorgriff-precomprensione di quel che di epocale doveva poi arrivare nel 1940-1941: la rara congiunzione Giove-Saturno tripla. 
Se non fosse stato così, non si sarebbe impegnato così a fondo in quelle ruminazioni ripetute degli anni 1937-38, come appunto Besinnung, Beitraege zur Philosophie, ... preparatorie delle altre seynsgeschichtliche opere del 1940-41, scritte quando infine il fenomeno poteva osservarlo comodamente e direttamente sera dopo sera e notte dopo notte, magari dalla baita di Todtnauberg.