lunedì 27 luglio 2015

DENKEN und PHILOSOPHIEREN

"Niemand wird bestreiten wollen, dass heute ein Interesse fuer die Philosophie besteht. Doch gibt es heute noch etwas, wofuer der Mensch sich nicht interessiert, in der Weise naemlich, wie er das 'Interessieren' versteht?
Inter-esse heisst: unter und zwischen den Sachen sein, mitten in einer Sache stehen und bei ihr bleiben. 
... ... ...
Dass man fuer die Philosophie ein Interesse zeigt, bezeugt noch keine Bereitschaft zum Denken. ... Selbst die Tatsache, dass wir uns Jahre hindurch mit den Abhandlungen und Schriften der grossen Denker eindringlich abgeben, leistet noch nicht die Gewaehr, dass wir selber denken oder auch nur bereit sind, das Denken zu lernen. Im Gegenteil: die Beschaeftigung mit der Philosophie kann uns sogar am hartnaeckigsten den Anschein vorgaukeln, dass wir denken, weil wir doch unablaessig 'philosophieren'."

[M. Heidegger, Was heisst Denken, Philipp Reclam Nr. 8805, Stuttgart 1992, S. 5]

venerdì 24 luglio 2015

Peter TRAWNY e Donatella DI CESARE fondano un CIRCOLO HEIDEGGER INTERNAZIONALE

 Dall' Archivio del Corriere della Sera del 4 luglio 2015 riprendo il seguente interessante articolo (foto aggiunte):

Un nuovo circolo intitolato al filosofo
di Antonio Carioti
Si chiamerà «Circolo internazionale Martin Heidegger»: il suo obiettivo è favorire la discussione critica sull'opera del filosofo nelle università di tutto il mondo. L'iniziativa parte da Peter Trawny, curatore dei Quaderni neri , e da Donatella Di Cesare, che nel marzo scorso si è dimessa dalla carica di vicepresidente della Martin Heidegger Gesellschaft («Società»), in dissenso con una gestione che reputa chiusa all'esigenza di ampliare il dibattito sull'autore di Essere e tempo . «La Heidegger Gesellschaft ha una struttura rigida che non agevola l'interscambio delle idee, mentre il nostro intento è creare un organismo aperto, a cui tutti gli studiosi possano liberamente aderire, senza gerarchie precostituite», chiarisce Donatella Di Cesare al «Corriere». Si tratta di intercettare, aggiunge la filosofa, il forte interesse verso Heidegger a livello mondiale: «C'è grande fermento nelle università del Brasile, degli Stati Uniti, dell'Australia, persino della Cina. Compito del circolo sarà coordinare il lavoro, favorire il confronto tra gli studiosi, promuovere seminari e convegni. Pensiamo a un organismo itinerante, adatto all'era globale, la cui direzione venga assunta a turno dagli accademici che nel mondo organizzano iniziative per approfondire temi legati alla filosofia di Heidegger».Ma il fatto di richiamarsi al nome di un autore così controverso non rischia di essere un ostacolo? «Noi - risponde Donatella Di Cesare - non vogliamo certo alimentare un culto heideggeriano. Pensiamo però che i cento volumi dell' opera di Heidegger abbiano ancora molto da dire sui problemi del nostro tempo e quindi meritino di essere studiati e dibattuti».  
*          *          *
A me piace molto l'iniziativa di questi due noti Prof [ad entrambi i quali ho fatto dono, risp. a Pisa e a Tubinga, del mio Grund-book] di provare a sostituire la precedente Martin-Heidegger-Gesellschaft basata a Messkirch (quindi legata alla famiglia del filosofo e d'impostazione un po' provinciale) con un organismo di ricerca più dinamico e più aperto ai contributi internazionali. Spero solo che diventi un vero istituto di ricerca sull' opera di Martin Heidegger e non assuma invece il carattere di un' associazione corporativa, nella quale accademici di vario livello periodicamente s'incontrino e si parlino al solo scopo di allungare i propri curricula vitae et studiorum.

Detto più esplicitamente, spero che agli incontri e congressi del nuovo organismo non vengano ammessi come relatori solo accademici in servizio, ma anche privati ed indipendenti appassionati e ricercatori, che a volte 'vedono' anche più lontano e più in profondità dei maitres a penser e degli addetti professionali alla ricerca filosofica.



mercoledì 15 luglio 2015

L' ATTACCO di HEIDEGGER a KARL JASPERS del 1932 [Winke x Ueberlegungen (II) und Anweisungen, GA 94]

Karl Jaspers (1883 - 1969)
Nel 1932, all' età di 49 anni, quand' era un noto professore di filosofia ad Heidelberg già da tredici anni ed amico di Heidegger da dodici, Karl Jaspers pubblicò una storia della filosofia in 3 volumi, contro la quale - scopriamo ora nei Quaderni neri - Heidegger rivolse un segreto, pesante ed offensivo attacco. Lo trovate, con il n. 11, a pag. 9 del volume GA 94 e lo riporto qui per coloro che ancora non hanno il volume. Dice:

11 - Ueber das, was die Philosophie im schaffenden, einzelnen Werk und nur so - dass sie auf die Sachen geht - erschweigt (das Erschweigen), darueber schreibt Jaspers schludrig und unwissend drei Baende. Und so ist dann jedem gemeinen Hund und Schreiber das Rezept in die Hand gedrueckt, auch ueber das Letzte der Philosophie daherzureden. Und so ist die Unkraft des "heutigen" Menschen zum Philosophieren - ja auch nur zur Rueckkehr in die Antike - nicht nur bewiesen, sondern gerechtfertigt. Auch "das Sein" ist nun in das breiteste Gerede gebracht und jeder darf mit dem gleichen Recht dahermeinen, was ihm einfaellt.

Insomma Jaspers avrebbe scritto in modo sciatto ed ignorante ben tre volumi su certe cose, laddove se ne sarebbe dovuto scrivere laboriosamente massimo uno e con atteggiamento evasivo (das Erschweigen). Permetterebbe così a porci e cani, diremmo in italiano, di discettare anche sulle ultime cose della filosofia, quelle più riposte, più interne. Dimostrerebbe così inoltre l'incapacità dell'uomo odierno di filosofare. Anche l' Essere sarebbe così portato nel mezzo della più ampia chiacchiera, e ciascuno ne potrebbe con ugual diritto dire qualunque cosa gli passi per la testa.

Io non conosco quei tre volumi di Jaspers, ma vi dirò che ho ora la forte curiosità di leggerli .. sia per questo attacco fatto loro da Heidegger, sia perchè ho l'impressione che nel problematico rapporto Heidegger-Jaspers sia stato proprio quest' ultimo ad essere la persona più leale e sincera.

domenica 12 luglio 2015

(WELT)WOHNEN und HEIMATLOSIGKEIT [aus "Bauen Wohnen Denken", 1951, GA 7]

"Das Wohnen ..ist der Grundzug des Seins, demgemaess die Sterblichen sind.
... .....
"So hart und bitter, so hemmend und bedrohlich der Mangel an Wohnungen bleibt, die eigentliche Not des Wohnens besteht nicht erst im Fehlen von Wohnungen. Die eigentliche Wohnungsnot ist auch aelter als die Weltkriege und die Zerstoerungen, aelter auch denn das Ansteigen der Bevoelkerungszahl auf der Erde und die Lage des Industrie-Arbeiters. Die eigentliche Not des Wohnens beruht darin, dass die Sterblichen das Wesen des Wohnens immer erst wieder suchen, dass sie das Wohnen erst lernen muessen. Wie, wenn die Heimatlosigkeit des Menschen darin bestuende, dass der Mensch die eigentliche Wohnungsnot noch gar nicht als die Not bedenkt? Sobald der Mensch jedoch die Heimatlosigkeit bedenkt, ist sie kein Elend mehr. Sie ist, recht bedacht und gut behalten, der einzige Zuspruch, der die Sterblichen in das Wohnen ruft.
   Wie anders aber koennen die Sterblichen diesem Zuspruch entsprechen als dadurch, dass sie an ihrem Teil versuchen, von sich her das Wohnen in das Volle seines Wesens zu bringen? Sie vollbringen dies, wenn sie aus dem Wohnen bauen und fuer das Wohnen denken." 
[aus M. Heidegger, Vortraege und Aufsaetze, GA 7, S. 163-164 (Bauen, Wohnen, Denken)]

sabato 4 luglio 2015

Das herausfordernde VERSAMMELN .. oder ... Blick in die KONSTELLATION der Wahrheit

 Das Wesen der Technik [d.h. das Ge-stell] ist in einem hohen Sinne zweideutig. Solche Zweideutigkeit deutet in das Geheimnis aller Entbergung, d.h. der Wahrheit.
... ... ............
Das Unaufhaltsame des Bestellens und das Verhaltene des Rettenden ziehen aneinander vorbei wie im Gange der Gestirne die Bahn zweier Sterne. Allein, dieser ihr Vorbeigang ist das Verborgene ihrer Naehe.
Blicken wir in das zweideutige Wesen der Technik, dann erblicken wir die Konstellation, den Sternengang des Geheimnisses.
Die Frage nach der Technik ist die Frage nach der Konstellation, in der sich Entbergung und Verbergung, in der sich das Wesende der Wahrheit ereignet.

[M. Heidegger, Vortraege und Aufsaetze, GA 7, S. 23, 34]