mercoledì 23 dicembre 2015

SEYNSGESCHICHTE: la cosiddetta STELLA DI BETLEMME ovvero la CONGIUNZ. GIOVE-SATURNO TRIPLA del 7 AC nella costellazione zodiacale dei Pesci

Negli anni 10, poi 9, poi 8 aC il pianeta Giove (curva rossa) - data la sua
maggiore velocità - si accingeva a raggiungere e superare il pianeta
Saturno/Kronos, l'antico dio del tempo. Il lungo balletto notturno dei
due pianeti - con tre allineamenti in 7 mesi e durata complessiva di 

circa 9 mesi - si ebbe (vedi parte in alto destra del grafico) nel 
corso dell'anno 7 aC, nella costellazione dei Pesci.
La grandissima maggioranza degli studiosi (ed io per primo) è ormai convinta che la cosiddetta 'stella di Betlemme', la stella di cui parla il vangelo di Matteo, sia stata nella realtà una congiunzione particolare avvenuta nel 7 aC tra i pianeti visibili Giove e Saturno, quest'ultimo da sempre caro agli israeliti e Giove considerato il pianeta regale. La particolarità di questo fenomeno fu che - come si vede dai grafici qui a fianco e sotto - Giove si allineò (in longitudine eclittica) con Saturno tre volte in pochi mesi: due volte con i pianeti in fase di moto progressivo ed una volta, quella centrale con i pianeti in fase di moto retrogrado.

Il primo dei tre allineamenti - come ciascuno può (far) verificare - si ebbe (cfr. grafico sottostante) il 29 maggio dell'anno denominato -6 nei programmi planetario, corrispondente all'anno 747 ab Urbe condita ed al 7 a.C., ad una longitudine di circa 350° 53' e con una distanza angolare residua tra i due pianeti inferiore ad un grado, precisamente 0° 59' 06".
Die _dreifache_ Jupiter-Saturn Konjunktion des Jahres 7 v.Ch.
im Sternbild Fische (oder so gennanter Stern der Weisen). 
Il secondo allineamento, quello centrale, quando Giove - muovendosi di (apparente) moto retrogrado - torno' alla destra del 'padre' Saturno, si verificò il 30 settembre 7 a.C ad una longitudine di ca. 347°27' e con un angolo residuo di 0° 58' 29".
Il terzo ed ultimo allineamento di questa rara congiunzione (mancava dal 146-145 a.C., cioè da 139 anni) si ebbe, in fase di moto progressivo di entrambi i pianeti,  il 5 dicembre dello stesso 7 a.C., alla longitudine di ca. 345° 32' e con una distanza residua di 1°03'15".

Come si vede i tre allineamenti avvennero tutti nella costellazione (ovviamente zodiacale) dei Pesci. I due pianeti rimasero a lungo vicini: la distanza angolare tra di essi rimase inferiore a 3° per circa 8,5 mesi, quasi la durata di una gravidanza umana, dal 27 aprile 7ac al 13 gennaio dell'anno dopo, il 6 ac. Comunque in tutti e tre gli allineamenti l'angolo residuo fu di circa 1° e dunque i pianeti non si avvicinarono mai ad una distanza angolare inferiore a circa due diametri lunari, una distanza non così ridotta che essi potessero sembrare un unico corpo celeste. 
*          *          *
Come dimostrano le tavolette in scrittura cuneiforme Sp II 142 ed Sp II 795 conservate al British Museum di Londra [cfr. J. Schaumberger, Ein neues Keilschriftfragment ueber den angeblichen Stern der Weisen, Biblica vol. 24 - 1943, S. 162-169], questo insolito fenomeno fu accuratamente osservato e registrato dagli espertissimi astronomi babilonesi di Sippar durante il suo svolgimento fino a marzo/aprile del 6 aC. 
E' questa la ragione per cui alcuni ritengono del tutto fantasiosa la storia del viaggio dei Magi da Babilonia a Gerusalemme. L'astronomo tedesco K. Schoch scrisse ad esempio: "Non è che una favola, che gli astronomi babilonesi siano venuti a Gerusalemme per la congiunzione Giove-Saturno da loro ben conosciuta" [Planetentafeln fuer jedermann, Berlin 1927, S. IV]. 
The _triple_ Jupiter-Saturn conjunction occurred in the years 146-145 bCE
in the zodiacal constellation Cancer. In my opinion this rare event triggered
the schism from Jerusalem of a part of the priestly order/class, those who
went then towards the Dead Sea (Qumran, Ein Gedi, ..), those whose 

writings and ritual scrolls were found in 1947 and following years.

Io non escludo, invece, in base ai miei studi, che in occasione di questo insolito e raro fenomeno una visita di astronomi orientali in Palesti-na/Judaea possa esservi stata, penso però che i sapienti orientali, i Magi (die Weisen), non si sarebbero allora diretti verso Gerusalemme, ma piuttosto sulle rive del Mar Morto, a Qumran, che era allora l'insediamento principale della comunità degli Esseni, fondata da sacerdoti scismatici che da circa 139 anni (qualcuno forse anche da più tempo) avevano abbandonato Gerusalemme ed i cruenti sacrifici del (secondo) Tempio.  A mio parere questi sacerdoti scismatici erano eliocentristi, diversamente dalla parte di classe sacerdotale rimasta a Gerusalemme, che continuava invece ad essere tenacemente geocentrista.

Vi potrebbe essere stato insomma a Qumran (o in una delle altre località sulle rive del Mar Morto) una specie di convegno tra astronomi babilonesi ed astronomi giudaico-esseni sulle possibilità di previsione e/o sull'osservazione diretta di quello strano e raro fenomeno dell'anno 747 a.U.c. (7 aC), di durata complessiva pari ad una gravidanza umana e soprattutto indicante l'eliocentrismo del sistema planetario-solare visibile da Terra.

domenica 13 dicembre 2015

Das SEIENDE im GANZEN (Mein Auslegungsvorschlag)

Das Seiende im Ganzen
und der Mensch
sich begegnen
Heideggers GA66, Besinnung, S. 153:

60.  Das Seyn und der Mensch


Jede Bestimmung des Wesens des Menschen hängt in der Frage: Wie begreifen wir das Seiende im Ganzen, dem das Seiende - genannt Mensch - eingeordnet ist? Die Aufgabe der Wesens-umgrenzung dieses Seienden wird so hinübergerettet in eine schon vollzogene oder in ihren Vollzugsbedingungen kaum bedachte Auslegung des Seienden im Ganzen. Soll diese jedoch einer Besinnung entspringen, dann meldet sich sogleich als Rückschlag die Frage : wer sind »wir«, die wir da so geradezu das Seiende im Ganzen bestimmen und gar durch eine Erklärung aus einer obersten Ursache für hinreichend bestimmt halten? So kehrt die Frage nach dem Menschen wieder. Allein, sie hat sich gewandelt oder sie steht auf der Schwelle einer unausweichlichen Verwandlung; unausweichlich allerdings nur für den Willen zur Besinnung. Entsagen wir diesem, dann bleibt alles in dem fruchtlosen Hin und Her zwischen einer Deutung des Seienden im Ganzen und einer Auslegung des »besonderen« Seienden, das wir als den Menschen zu kennen meinen .

Für die Besinnung aber entspringt die Erfahrung: Der Mensch kann nur auf dem Grunde der Zugewiesenheit in die Wahrheit des Seyns das Seiende im Ganzen und sich selbst als das Seiende, das er ist, bestimmen . Das Seyn selbst muß den Menschen dem Wesens-grunde nach in die Wahrheit des Seyns übereignet haben. Dieses Er-eignis bringt allein jene Lichtung, in der das Seiende im Ganzen und der Mensch sich begegnen können, um ihre Ferne zu ermessen.

giovedì 26 novembre 2015

Prime impressioni sul convegno "Quaderni Neri di Heidegger" - Roma 23-25 novembre 2015

La primissima impressione che mi viene in mente ripensando alle tre giornate di convegno (lunedì 23 pomeriggio, martedì e mercoledì mattina) è che sono state giornate molto stancanti, troppo fitte di relazioni, senza alcuna pausa-caffè o interruzioni, che non fosse quella del 24 per il pranzo. La seconda è che il ritmo incalzante per mantenere la tabella oraria ha sacrificato di molto il dibattito alla fine delle relazioni, permettendo molto spesso che formulassero domande (quasi) solo altri relatori al convegno. Personalmente poi ho avvertito anche un certo fastidio da parte della prof.ssa Di Cesare, sconfinato a volte in una vera e propria censura preventiva, per considerazioni e domande che stavo ponendo o che avrei voluto porre.

Non era prevista traduzione simultanea e solo pochi relatori avevano preparato traduzioni in italiano o inglese (Trawny, Bensussan, Martinengo) dei loro interventi. Il tedesco Sloterdijk, che parlava a bassa voce e assai lentamente, è stato tradotto frase per frase dalla Di Cesare e da Pozzo del CNR.

Alcune affermazioni o prese di posizione significative, che mi hanno colpito e che ritrovo scorrendo le pagine di appunti presi, sono (in ordine sparso) le seguenti:

- di Alessandra Iadicicco, la traduttrice del volume GA94 appena uscito in italiano (Bompiani): "Accettare questo lavoro è stato come lasciarsi rinchiudere volontariamente in una camicia di forza" ed "Effettuarlo è stato come nuotare in un una vasca piena di catrame".

- lo spagnolo Escudero, chiedendosi qual era il segreto che avrebbe dovuto fare del popolo tedesco un popolo con una particolare missione, ha ricordato Hoelderlin, Stefan George ed il suo gruppo ed ha insistito sulla cosiddetta "Germania segreta".

- il tedesco Trawny continua ad interrogarsi sull'antisemitismo di Heidegger come tema implicito nella sua filosofia, senza peraltro arrivare a chiedersi e precisare in cosa consista precisamente la caratterizzazione "seinsgeschichtlich" che lui ha attribuito a questo antisemitismo.

- la Di Cesare ha sintetizzato sostanzialmente il secondo capitolo del suo ultimo libro "Heideigger and Sons", edito come il precedente da Bollati Boringhieri.

- Paltrinieri della Ca' Foscari di Venezia ha riportato alcune citazioni  sull' Herrschaft dell'Essere, sul fatto che a decidere è sempre l'Essere e che la verità secondo Heidegger  consiste nello "Schiudersi e nascondersi storico dell'Essere",...  SENZA però arrivare mai a fare alcuna ipotesi su questo essere/Essere che si manifesta nel corso del tempo.

- Pozzo ha ricordato, come storico delle idee, la condanna di Klages - come geistfeindlich - da parte del congresso filosofico tedesco del 1936, convocato su 'Seele und Geist'.

- secondo Sloterdijk, Heidegger avrebbe conosciuto l'ebraismo attraverso il neokantismo e questo lo avrebbe portato a ridurre l'ebraismo al razionalismo.

- Tommasi della Sapienza ha illustrato come Heidegger abbia modificato nel tempo il suo progetto iniziale di 'distruzione/decostruzione' della storia dell'ontologia.

- il francese Bensussan di Strasburgo ha parlato di una condivisione nietzscheano-heideggeriana sulla funzione degli Ebrei (il Weltjudentum) nella storia dell'essere e nella trasvalutazione di tutti i valori: la supremazia ebraica nella "manipolazione degli enti e nella rivolta degli schiavi" dischiuderebbe e perpetuerebbe la "parte sbagliata" della storia. Secondo l'interpretazione di Heidegger di Bensussan, "l'antisemitismo figura (dunque) nella filosofia quasi-necessariamente come il programma di ciò che è bene addestrare e risanare, gli Ebrei, o al limite annientare, compiendone l'essenza stessa, ovvero il nulla (GA 97)."

- dell'intervento di Paolo Vinci, che parlava di Hoelderlin nei QN e nei "Contributi", mi ha colpito la frase che "L'esperienza di Hoelderlin non è un'esperienza vissuta", quando io invece ritengo che sia tutto il contrario. Da quando (6-7 dicembre 1801) intraprese il lungo viaggio invernale Nuertingen-Bordeaux al luglio-agosto 1802 Hoelderlin ebbe tutto il tempo ed il modo di riflettere sul sacro e sullo "stille Gott der Zeit" che sera dopo sera e notte dopo notte vedeva de visu. 

- V. Vitiello dell'uni San Raffaele ricorda dapprima le letture heideggeriane di s. Paolo,  sostiene poi che il pensiero heideggeriano avrebbe dentro di sè una componente giudaica molto forte, che tuttavia il filosofo svevo reprimeva. A dimostrazione di ciò conclude con una citazione nella quale H. sostiene che la sua Ruf des Gewissens (chiamata di coscienza) viene sia dal suo interno che "da sopra di me". Un "sopra" che Vitiello poi, sorridendo alla mia domanda, si è rifiutato di precisare o anche solo immaginare (a suo dire) quale sia. 

- Gianni Vattimo ha esordito dicendo di essersi accorto nei tre giorni di convegno di aver preparato una relazione fuori tema, di non volerla quindi leggere e fare invece qualche considerazione veloce sui QN, a braccio, lasciando così più spazio alla discussione finale. Ha detto cmq che "Il nazismo di Heidegger è iniziato quando è passato dal leggere s. Paolo al leggere Hoelderlin", che "Se io non fossi cristiano non sarei heideggeriano e se non fossi heideggeriano non sarei cristiano", che "L'Europa di oggi è una forma della Machenschaft heideggeriana" e che "H. si era illuso immaginando di poter riportare la Germania del suo tempo alla condizione della Grecia prima dei presocratici."
*       *       *
La conclusione provvisoria che io ho tratto da queste tre interessanti e faticose giornate di convegno sui QN di Heidegger è che le opinioni e le considerazioni degli accademici su di essi, come su tutta la filosofia heideggeriana, sono ancora - a quasi novant' anni da Essere e Tempo - assai varie e divergenti e che essi accademici sono ancora ben lontani da valutazioni e giudizi in qualche modo convergenti sul pensiero e sulle opere del filosofo svevo. 
*       *       *

Dopo la chiusura del convegno, ho donato all'ancora lucidissimo prof. Gianni Vattimo una copia del mio saggio "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana" - da lui molto gradita - unitamente ad alcuni miei Abstracts inviati a vari convegni ed al grafico sulla congiunzione Giove-Saturno del 1801-02, quella che determinò il periodo di massima produzione poetica di Hoelderlin. Consigliando poi al Prof (ma anche a tutti gli studenti che facevano capannello), a proposito di Saturno, Giove e Terra, di andarsi a rileggere il paragrafo centrale di Essere e Tempo, il § 42, (un indizio volutamente lasciato da Heidegger, secondo me) ove si tratta guardacaso di Jupiter, Saturnus e Tellus (la Terra), dell'homo e della Cura che lo fa diventare effettivamente un 'uomo autentico', pienamente inserito in der Welt e dunque non Weltlos. Ha detto che lo farà senz'altro e che potremo poi magari anche incontrarci per approfondire la questione.

giovedì 12 novembre 2015

Die TANNE und der RENNWAGEN im 1936 [Heideggers Schwarze Hefte GA94]

 E' noto che già da metà degli anni trenta Heidegger subì attacchi da parte di docenti di filosofia molto vicini al partito nazista (Jaensch e Krieck ad es.) ed anche da parte di alcuni gerarchi (Rosenberg ad es.), che ritenevano opportunistica la sua adesione al NSAPD. Da essi la sua filosofia ed il suo "Sein und Zeit" erano accusati di essere astratti e vuoti, lontani dagli interessi e dai problemi reali del "popolo" e della "comunità di popolo". 

Nel volume dei Quaderni neri GA94 (da pochi giorni disponibile anche in italiano) c'è - su questa questione - un'interessante riflessione del filosofo, che vale la pena riportare: è la n. 265 del IV libro delle Ueberlegungen. Dice:

"Sein und Zeit" gegenueber den Nachweis erbringen, dass darin nicht das "Volk" und die "Volksgemeinschaft" als "Sinnemitte", ja sogar ueberhaupt angesetzt und gennant seien, heisst soviel, wie einer Tanne gegenueber zu beweisen, dass sie nicht die Leistung eines Rennwagens aufbringe. Am Ende vermag die Tanne als Tanne immer noch Jenes, was der Rennwagen nie leisten wird, so laut und so rieseg sein Auftreten auch sein mag. So will "Sein und Zeit" etwas, was in der Stille bleibend weit vorausgreift allem Gerede vom "Volk" in der ploetzlich uebereifrig "voelkisch" gewordenen "Scheinphilosophie".
In italiano, ritoccando la traduzione della Iadicicco, abbiamo:

IV-265. Offrire - di fronte ad Essere e Tempo - la dimostrazione che in esso il "popolo" e la "comunità di popolo" non sono affatto posti e nominati come "centri di senso", è come - di fronte ad un abete - dimostrare che esso non sa offrire le stesse prestazioni di una macchina da corsa. In definitiva l'abete, in quanto abete, è sempre capace di compiere ciò di cui un'auto da corsa non sarà mai capace, per quanto rumoroso ed imponente possa essere il suo arrivo. Analogamente Essere e Tempo vuole qualcosa che, restando in silenzio, precorre di gran lunga tutto ciò che si può dire del "popolo" nella 'filosofia apparente', diventata improvvisamente entusiasticamente "nazionalista". 

giovedì 29 ottobre 2015

Elements of the SEINSGESCHICHTE: 28 OCTOBER 312 - the MILVIAN BRIDGE BATTLE

Raffaello, La battaglia di Ponte Milvio (Stanze di Raffaello, dipinte 1508-24,
su commissione di papa Giulio II della Rovere (1503-13); Musei Vaticani)


Planetary situation during the A.D. 312 and particularly
during the months October, November and December 312
As I wrote in chapter XIII of my book "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana" [i.e. "Jupiter-Saturn conjunctions and judaic-christian history", ISBN 88-900663-0-X] the whole Constantine's descent from Treviri (Trier, Germany) to Rome to face up to Maxentius happened literally at the light of the Jupiter-Saturn conjunction of the year A.D. 312, culminating on December 14th of that year in the Capricorn constellation (see graphics above).

As can be seen by everyone  in the graphics of the J-S conjunction, in those autumn months also the planet Mars (the roman war god) was on the scene. Indeed on 29 September the quicker Mars (brown line in the graphics) was in conjunction with Jupiter, on 10 October with Saturn and on the date of the battle - 28 October 312 - it had surpassed both the nearly aligned Jupiter and Saturn and was about 12° left of Saturn in the evening sky, direction south-west.

Well, this is exactly the situation represented by Raffaello with the three angels depicted over the battle scene, in the great painting of the Vatican Museums: they represent exactly the positions and distances of and between the three planets visible in those days after the sunset, i.e. Mars on the left, 12 degrees links of Saturn, Saturn in the middle, and Jupiter approaching Saturn, 5° right of it.  
This means that in Vatican there has been a continuity of astronomical knowledge from the first centuries of christianism till to the times of pope Giulio della Rovere (1503-13) and longer, in my opinion till to our times.

mercoledì 14 ottobre 2015

"HOECHSTES GESTIRN DES SEINS ... EWIGKEIT ... EWIGES JA DES SEINS"

- Und Zarathustra ging an mir vorbei ...
The astroNomical phenomenon that changed Nietzsche's works and life: the Jupiter-Saturn single conjunction, which took place on April 18th, 1881, at midday,  in the constellation Aries. 

sabato 10 ottobre 2015

Al mio ASSIDUO LETTORE BOLOGNESE ed anche a tutti gli altri

Mi dicono che tra la decina di visite che questo blog riceve ogni giorno dall'Italia e dall'estero (circa il 25%), spesso da reti universitarie, quelle provenienti da Bologna in questi ultimi tempi sono in maggioranza di un unico lettore, che si collega anche 3-4 volte al giorno e che evidentemente è assai interessato alle tematiche storiche, filosofiche e religiose che vengo trattando. 

Proprio a lui (ma poi anche a tutti i miei lettori) mi rivolgo ora qui per dirgli (dir loro) che sono disponibile a fornire tutti i chiarimenti eventualmente richiesti sulla nuova ermeneutica che propongo, come pure sulla fenomenologia e temporalità del fenomeno fisico che è alla base - al Grund - di essa: il fenomeno delle congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno, che per millenni ha cadenzato (e cadenza) - "di generazione in generazione" - la storia umana.

Ciò significa che su queste tematiche sono disponibile a partecipare, come relatore, coordinatore, animatore, .. ad iniziative culturali varie, quali conferenze, tavole rotonde, seminari universitari, ... Chi volesse può contattarmi con e-mails all'indirizzo giuseppedotdecatliberodotit oppure con messaggi privati su Facebook .

domenica 4 ottobre 2015

NIETZSCHE und die LYRIK - Internationaler Kongress in Naumburg - 15-18.10.2015

So gennanter Nietzsches Stein am Silva- 
planersee (Engadin, CH). Hier - 1881
Grundkonzeption des Zarathustra

 The following is the Abstract I sent to the organization committee on 30.05.2015 for the lecture I wanted to present at the Congress "Nietzsche und die Lyrik", which will take place in Naumburg (Germany) from 15 up to 18.10.2015.

Its title is/was:
Time and Eternity in Nietzsche's poems: 
Rimus remedium, Sils-Maria, 
Ruhm und Ewigkeit 3-4




venerdì 25 settembre 2015

Some CELESTIAL or HEAVENLY PROPORTIONS holding MY HERMENEUTICAL PROPOSAL

Prima di darvi, cari lettori, una serie di proporzioni che racchiudono il senso delle mie scoperte e di questo blog ove le vengo esponendo, due parole sul meraviglioso cratere - prodotto in Attica  al principio del IV sec. ac e conservato all' Hermitage Museum di S. Pietroburgo - che vedete qui a sinistra, che  sintetizza la storia del santuario di Delfi, massimo oracolo della Grecia classica. 

Vi si vede (figura a destra della palma) Dioniso chiomato e barbato, in aspetto di maestosa virilità e circondato da menadi e satiri, che - in atteggiamento di padrone di casa, cioè del tempio - dà il benvenuto, stringendogli la mano in segno di gentile accoglienza, ad un timido ed imberbe Apollo compostamente ossequioso. E' appena il caso di ricordare che nel santuario di Delfi il culto di Dioniso era preesistente al culto di Apollo [cfr. C. Lanzani, Religione dionisiaca, Melita ed., 1987, pp. 37, 39, 119, ..], il cui inizio - ben sintetizzato nel vaso dell' Hermitage - può dunque essere datato a verso il 400 ac. 
*       *       *

Ciò premesso, passo ora a darvi una serie di proporzioni che, come detto, racchiudono il senso della mia proposta ermeneutica storico-filosofica a fondamento astroNomico e vanno quindi ben meditate da tutti coloro che sono alla ricerca delle verità. Le scrivo in inglese così mi capiscono tutti:

Dionysus : Apollo = unicorn : phoenix(bennu) =

                            = geocentrism : heliocentrism = Moses : Christ


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To remember that a secret wisdom began already in ancient Egypt, I like to close this article with the image of the Hatshepsut-sphinx:
Queen-Pharaoh Hatshepsut ruled Egypt
from 1479 untill 1458 bce.

mercoledì 16 settembre 2015

HEIDEGGERS "300 JAHRE" des SPIEGEL-INTERVIEWs und "DIE NAECHSTEN DREI JAHRHUNDERTE" der UEB. XIV - GA 96

The triple Jupiter-Saturn conjunction
occurred in the years 1940-1941
Leggendo l' intervista a Der Spiegel che Heidegger rilasciò nel 1966 [e che, secondo le sue condizioni, fu pubblicata solo nel 1976 alcuni giorni dopo la sua morte], ho notato un insistito riferimento ad un intervallo di tempo di "300 Jahre" che mi ha immediatamente fatto tornare alla mente una Ueberlegung del quaderno nero XIV (GA 96, pp. 176-177), scritta a metà luglio del 1940 ove pure parla - per la prima volta - dei "naechsten drei Jahrhunderte"

Nel primo caso all'intervistatore che gli chiedeva chiarimenti sul metodo di pensiero completamente nuovo, adatto a pochi, da lui auspicato nel colloquio del 1964 con un monaco buddista e sui tempi di eventuali realizzazioni ad esso connesse, Heidegger rispose:

Das kann ich auch nicht sichtbar machen. Ich weiss darueber nichts, wie dieses Denken 'wirkt'. Es kann auch sein, dass der Weg eines Denkens heute dazu fuehrt, zu schweigen, um das Denken davor zu bewahren, dass es verramscht wird innerhalb eines Jahres. Es kann auch sein, dass es 300 Jahre braucht, um zu 'wirken'.
Può anche essere, diceva, che "oggi convenga - tacendo - proteggere questo nuovo pensiero e metodo da una rapida 'svendita', banalizzazione", e - pur dicendo di non conoscere com'esso agisca - aggiungeva: "Può anche essere che esso, questo pensiero, abbisogni di 300 anni per avere effetto."
Anche più avanti nell'intervista torna di nuovo un riferimento di Heidegger ai 300 anni, unitamente ad un rimando al suo "Was heisst Denken" del 1954.


The triple Jupiter-Saturn conjunction which
will occur in the years 2238-2239,

298 years after that happened in 1940-41
Nella citata riflessione delle Ueberlegungen XII-XV  (GA 96, p. 176 in basso), databile alla metà di luglio del 1940 e quindi di molto precedente all'intervista di cui sopra, Heidegger scrive:

Nur wer den Mut and das Wissen hat, ueber die naechste drei Jahrhunderte hinwegzudenken, kann heute mitdenken und sich auf die "Philosophie" einlassen.
Cioè: "Solo chi ha il coraggio ed il sapere per riflettere sui prossimi tre secoli può oggi seguire il ragionamento ed impelagarsi nella "filosofia"."

Ecco, veniamo ora alle mie seynsgeschichtliche Ueberlegungen sui passi citati. Io penso che Heidegger, molto probabilmente (per non dire sicuramente) con la previa consulenza dei fisici W. Heisenberg e V. von Weizsaecker, nell'estate del 1940 sapeva benissimo non solo dell'ormai imminente arrivo della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-1941 (grafico in alto a sinistra), ma anche del fatto che - a parte un'altra dello stesso tipo prevedibile/prevista per il 1981 - poi non ve ne sarebbero state altre per circa trecento anni da quel 1940, cioè fino alla congiunzione Giove-Saturno tripla che avverrà a cavallo degli anni 2238 e 2239 (cfr. secondo grafico); si ha infatti 2238 - 1940 = 298 !! Ecco spiegato secondo me quel continuo riferimento di Heidegger ai 300 anni di cui il suo nuovo e criptico modo di pensare potrebbe aver bisogno per essere capito e produrre qualche effetto. 

A me, che sono convinto di avere scoperto LA CHIAVE ERMENEUTICA per la decrittazione di Heidegger e di molto altro e che scrivo dopo che sono trascorsi 'appena' 75 anni da quel 1940 del GA 96, la sua previsione dei trecento anni per vedere qualche conseguenza del seinsgeschichtliches Denken - ancorchè ipotetica - pare francamente eccessiva. 

Incomincio a chiedermi, a volte e con qualche esitazione e qualche perplessità, se non sia proprio io ad impersonare il prototipo, anzi ad essere propriamente il primo di quei seinsgeschichtliche Denker che Heidegger immaginava, che avranno il compito di rileggere e rendere finalmente comprensibile tutta la storia del pensiero filosofico occidentale.

giovedì 10 settembre 2015

DAS EIGENTLICH SAGBARE und DAS GESAGTE, Heideggers Meinung nach [Anmerk. V, 1948 - GA 97]

"Den schlimmsten Missdeutungen fallen die Denker dadurch anheim, dass man meint, mit dem, was einer sagt, sei alles gesagt; das Gesagte sei sein einzig Sagbares. Selten kommen einige dahin, zu merken, dass das Gesagte nur ein Vorlaeufiges ist, damit das eigentliche Sagbare ungesagt bleibe. Vielleicht gilt dies eher nur vom andenkenden Denken."

[M. Heidegger, Anmerkungen I-V, GA 97, S. 504]

venerdì 4 settembre 2015

SAUL/PAUL's CONVERSION TO HELIOCENTRISM (at about AUGUST 24th, AD 35)

Ora che il mio computer sembra di nuovo funzionare, vorrei tornare alla cosiddetta Conversione di s. Paolo sulla via di Damasco, per il quale evento ho proposto - nel post precedente ed in altri - la datazione orientativa del 24 agosto dell' A.D. 35.

Rimane ora da capire da cosa a cosa Saulo di Tarso si sia convertito, visto che negli anni (che oggi chiamiamo) 35-36 le parole 'cristiano', 'cristianesimo' e simili non esistevano ancora e che Saulo ha comunque sempre rivendicato la sua identità etnico-religiosa israelitica.

Per arrivare a comprendere questo bisogna ricordare che dopo il ritorno dall'esilio babilonese, nei secoli precedenti la nuova era, il popolo giudaico adorava - con il nome di Shekinah o Sekinah - le congiunzioni planetarie tra Saturno e Giove, viste come vera e propria Presenza di Dio, a cadenza ventennale ('di generazione in generazione') in Visita al popolo israelitico.  Viste anche, le congiunzioni dei due pianeti, come una ripetuta promessa e giuramento celesti continuamente attestanti al popolo d'Israele la predilezione divina (la famosa 'elezione').
Infiniti problemi al popolo ebraico e all'umanità tutta son derivati dal fatto che il detto fenomeno planetario - le ventennali congiunzioni GS - NON si presenta sempre con la stessa fenomenologia, dipendendo questa dalla posizione della Terra (ove gli osservatori del fenomeno si trovano) sulla sua orbita. Sono possibili tutta una serie di apparenze, riconducibili a due tipologie fondamentali: la congiunzione GS singola oppure la congiunzione GS multipla (tripla/doppia). E su questo si divise la società giudaica.

Dirò sinteticamente, per farla breve, che mentre la congiunzione GS singola avviene con i due pianeti in fase di apparente moto progressivo e quindi fa pensare che essi ruotino intorno alla Terra (geocentrismo)
la congiunzione GS multipla (tripla/doppia) avviene con i pianeti in fase di apparente moto retrogrado, crea così una dissonanza cognitiva risolvibile razionalmente solo pensando che il sistema solare/planetario abbia il Sole come corpo centrale (eliocentrismo).

Mentre gli esseni (dopo lo scisma da Gerusalemme del 146 ac) e poi i primi cristiani erano ormai convinti dell'eliocentrismo, i sacerdoti del Tempio ed i loro più stretti seguaci - com'era Saulo di Tarso - continuavano a credere, in ossequio all' idea monoteista della divinità, che la congiunzione GS giusta fosse quella singola e che quindi il sistema solare/planetario fosse geocentrico
Il pungolo che, dopo la conclusione ai primi di aprile del 35 della congiunzione GS doppia 34-35 e dopo la lapidazione di Stefano, tormentava Saulo di Tarso era proprio questo, che il 'mondo' fosse eliocentrico e non geocentrico come aveva creduto sino ad allora, in linea con il giudaismo ufficiale del Tempio. Continuando per cinque-sei mesi ad osservare Giove e Saturno, sera dopo sera, dopo il tramonto ed in prossimità di esso, Saulo si rese conto che i due pianeti erano sempre meno visibili e diventavano addirittura invisibili perchè la Terra muovendosi di mezzo giro stava girando dietro all'allineamento Saturno-Giove-Sole: la grande potenza luminosa del Sole rendeva invisibile la coppia Giove-Saturno ed accecante ogni tentativo di scorgerli dietro al Sole. In altre parole la Terra ruotava intorno al Sole, questa fu la convinzione definitivamente raggiunta da Saulo/Paolo di Tarso intorno alla fine di agosto del 35. Si convinse insomma che gli esseni ed i cristiani avevano ragione.
L'entusiasmo per aver capito che gli occhi fisici, quelli della carne/sarx, ingannavano e che per capire come andavano veramente le cose era necessaria una intelligente capacità di astrazione mentale (Spirito santo) fu enorme, tale che la vita di Saulo ne fu sconvolta: da persecutore dei cristiani qual era si trasformò con il nome di Paolo nel più attivo propagandista dell' eliocentrismo e della metafisica e teologia fondate sulle congiunzioni G-S multiple, quella tripla in particolare (il Cristo).

A sostegno di questa mia tesi ermeneutica sulla Umwandlung di Saulo potrei citare molti passi tratti dalle sette lettere sicuramente autentiche di Paolo (Romani, 1-2 Corinzi, Galati, Filippesi, 1 Tessalonicesi, Filemone), tutte scritte negli anni a ridosso della nuova congiunzione G-S del marzo 54, cioè nel periodo 50-56, ma il discorso si farebbe qui troppo lungo. Chiudo dunque così, chiedendo a voi tutti lettori di credermi sulla parola.

martedì 18 agosto 2015

SEINSGESCHICHTLICHE UEBERLEGUNGEN zur DATIERUNG der STEINIGUNG DES STEPHANUS und der UMWANDLUNG DES SAULUS VON TARSUS

To date the Christophany on the Road to Damascus
Come è noto a tutti, la cosiddetta conversione di s. Paolo sulla via di Damasco è un episodio che cambiò non soltanto la vita dell'ebreo Saulo di Tarso ma con essa anche la storia del mondo intero, storia di cui Saulo/Paolo è senz'altro una delle figure principali. Nel Nuovo Testamento l'evento è narrato una volta nella Lettera ai Galati dello stesso Paolo, scritta intorno all'anno 54 , e ben tre volte negli Atti degli apostoli composti da Luca, l'autore del terzo vangelo, verso l' 80 cioè una quarantina d'anni dopo l'evento. Secondo la maggior parte dei numerosissimi studi condotti finora questa cosiddetta "conversione" viene infatti variamente datata tra l'anno 33 e l'anno 37 della nuova era.

Le mie considerazioni di storia dell'Essere basata sulle congiunzioni Giove-Saturno, sintetizzate nel grafico sopra riportato, relativo ad un anno e mezzo circa dopo la conclusione della congiunzione G-S del 34-35 [evento allegorizzato con l'apparizione della fenice di cui scrive Tacito in Annali 6, 28] portano a restringere l'intervallo detto  per la Cristofania sulla via di Damasco a due sole possibili date, il 24 agosto 35 oppure il 14 settembre 36, dipendendendo l'una o l'altra data dalla veridicità e collocazione temporale dei cosiddetti processo e lapidazione di Stefano, narrati nei capitoli 6 e 7 degli Atti degli apostoli, lapidazione nella quale Saulo di Tarso fa la sua prima comparsa. 

Se vi è stato veramente un processo a Stefano davanti al Sinedrio presieduto da Giuseppe Caifa e concluso con una condanna a morte non soggetta a ratifica dell'autorità romana, questo processo non può essersi svolto che nei primi mesi del 36, quando il governatore Vitellio aveva da poco deposto il procuratore Ponzio Pilato ma non ancora il sommo sacerdote Giuseppe Caifa. Poichè secondo gli Atti la conversione di Saulo di Tarso fu successiva alla lapidazione di Stefano, l'accecante incontro e 'colloquio' a mezzogiorno di Paolo con il Cristo non può che essere avvenuto (cfr. grafico soprastante) tra il 31 agosto ed il 28 settembre del 36, quando Giove aveva ormai superato Saturno di circa 23°.

Se invece la lapidazione di Stefano, come alcuni ritengono, è stato solo un atto di sommaria 'giustizia' popolare illegale - un linciaggio - avvenuto mentre Ponzio Pilato era ancora in carica, allora il fatto potrebbe essere datato all'aprile-maggio del 35 appena dopo la conclusione della congiunzione Giove-Saturno doppia del 34-35 e l'evento della via di Damasco andrebbe collocato (cfr. grafico) tra il 18 ed il 29 agosto del 35, cioè esattamente 1980 anni fa, giorno più giorno meno; quando Giove e Saturno - nascosti dalla grande potenza luminosa del sole - distavano tra loro di appena 8-9°.

Sebbene la frase attribuita a Stefano "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra del padre!" sia imprecisa come descrizione della realtà planetaria di quell'aprile del 35 (perchè Giove a causa del suo apparente moto retrogrado nella congiunzione G-S del 34-35 non tornò mai alla destra di Saturno, vedi grafico dietro titolo del blog), essa tuttavia ha un suono di autenticità delle conoscenze di quanto astronomicamente avvenuto nel 34-35, pur essendo stata scritta negli Atti una quarantina di anni e più dopo gli eventi. Per questo motivo ed anche perchè, come molti autori, ritengo improbabile il lungo processo a Stefano davanti al Sinedrio,  dirò conclusivamente che io propendo per la prima delle due date da me proposte come possibili e quindi propongo a tutti gli studiosi 
il 24 agosto dell'A.D. 35, cioè esattamente 1980 anni fa, giorno più giorno meno, come datazione della Cristofania sulla via di Damasco.


giovedì 6 agosto 2015

L' EXCUSATIO NON PETITA ... di Heidegger in Besinnung - GA 66 - 1937/38

Leggendo, stampando e leggendo - da un file che ho trovato in rete - pagine in tedesco di Besinnung, il volume GA 66 di Heidegger (non ancora tradotto in italiano), mi sono imbattuto in una dichiarazione del pensatore svevo che - alla luce di convinzioni che son fatto di lui - mi sa tanto di excusatio non petita .. e di accusatio manifesta.

La dichiarazione si trova verso la fine del volume, nella parte biografica ov' egli riassume il suo percorso di ricerca fino al 1937-38, data di stesura appunto di Besinnung-Meditazione. In essa Heidegger sostiene che il suo percorso fino ad allora non era prestabilito, cioè noto in precedenza, ma che è stato una ricerca ad ampio raggio, che non ha escluso battute di arresto e piste errate. Ma sentiamo dalla sua voce/penna:

MEIN BISHERIGER WEG, auch nur genommen als Mittel neuer Besinnung und die Sicht und Deutung des Weges je abhaengig von der erreichten Stufe der Besinnung.
  Nie war dieser Weg vorausgewusst, sondern er blieb schwankend und umstellt von Rueckschlaegen und Irrgaengen.
  Aber immer wieder wurde das Suchen auf die eine Bahn gedraengt und zur wachsenden Klarheit gezwungen. Doch keine Stufe der Besinnung bekommt zu wissen, was eigentlich vor sich geht. Das Erfahrene und Versuchte bleibt immer nur die Dienstleistung fuer das ganz Andere, was eines Tages vielleicht sogar ein "Selbstverstaendliches" werden muss.

Ecco, io mi permetto di dubitare di quel che Heidegger afferma qui. La mia idea è che lui già tra il 1915-16 ed il 1920-21 si sia chiarito le idee sul vero ente metafisico e che poi la congiunzione Giove-Saturno singola del settembre 1921 gli sia servita come esperienza fondamentale e come Vorgriff-precomprensione di quel che di epocale doveva poi arrivare nel 1940-1941: la rara congiunzione Giove-Saturno tripla. 
Se non fosse stato così, non si sarebbe impegnato così a fondo in quelle ruminazioni ripetute degli anni 1937-38, come appunto Besinnung, Beitraege zur Philosophie, ... preparatorie delle altre seynsgeschichtliche opere del 1940-41, scritte quando infine il fenomeno poteva osservarlo comodamente e direttamente sera dopo sera e notte dopo notte, magari dalla baita di Todtnauberg.


lunedì 27 luglio 2015

DENKEN und PHILOSOPHIEREN

"Niemand wird bestreiten wollen, dass heute ein Interesse fuer die Philosophie besteht. Doch gibt es heute noch etwas, wofuer der Mensch sich nicht interessiert, in der Weise naemlich, wie er das 'Interessieren' versteht?
Inter-esse heisst: unter und zwischen den Sachen sein, mitten in einer Sache stehen und bei ihr bleiben. 
... ... ...
Dass man fuer die Philosophie ein Interesse zeigt, bezeugt noch keine Bereitschaft zum Denken. ... Selbst die Tatsache, dass wir uns Jahre hindurch mit den Abhandlungen und Schriften der grossen Denker eindringlich abgeben, leistet noch nicht die Gewaehr, dass wir selber denken oder auch nur bereit sind, das Denken zu lernen. Im Gegenteil: die Beschaeftigung mit der Philosophie kann uns sogar am hartnaeckigsten den Anschein vorgaukeln, dass wir denken, weil wir doch unablaessig 'philosophieren'."

[M. Heidegger, Was heisst Denken, Philipp Reclam Nr. 8805, Stuttgart 1992, S. 5]

venerdì 24 luglio 2015

Peter TRAWNY e Donatella DI CESARE fondano un CIRCOLO HEIDEGGER INTERNAZIONALE

 Dall' Archivio del Corriere della Sera del 4 luglio 2015 riprendo il seguente interessante articolo (foto aggiunte):

Un nuovo circolo intitolato al filosofo
di Antonio Carioti
Si chiamerà «Circolo internazionale Martin Heidegger»: il suo obiettivo è favorire la discussione critica sull'opera del filosofo nelle università di tutto il mondo. L'iniziativa parte da Peter Trawny, curatore dei Quaderni neri , e da Donatella Di Cesare, che nel marzo scorso si è dimessa dalla carica di vicepresidente della Martin Heidegger Gesellschaft («Società»), in dissenso con una gestione che reputa chiusa all'esigenza di ampliare il dibattito sull'autore di Essere e tempo . «La Heidegger Gesellschaft ha una struttura rigida che non agevola l'interscambio delle idee, mentre il nostro intento è creare un organismo aperto, a cui tutti gli studiosi possano liberamente aderire, senza gerarchie precostituite», chiarisce Donatella Di Cesare al «Corriere». Si tratta di intercettare, aggiunge la filosofa, il forte interesse verso Heidegger a livello mondiale: «C'è grande fermento nelle università del Brasile, degli Stati Uniti, dell'Australia, persino della Cina. Compito del circolo sarà coordinare il lavoro, favorire il confronto tra gli studiosi, promuovere seminari e convegni. Pensiamo a un organismo itinerante, adatto all'era globale, la cui direzione venga assunta a turno dagli accademici che nel mondo organizzano iniziative per approfondire temi legati alla filosofia di Heidegger».Ma il fatto di richiamarsi al nome di un autore così controverso non rischia di essere un ostacolo? «Noi - risponde Donatella Di Cesare - non vogliamo certo alimentare un culto heideggeriano. Pensiamo però che i cento volumi dell' opera di Heidegger abbiano ancora molto da dire sui problemi del nostro tempo e quindi meritino di essere studiati e dibattuti».  
*          *          *
A me piace molto l'iniziativa di questi due noti Prof [ad entrambi i quali ho fatto dono, risp. a Pisa e a Tubinga, del mio Grund-book] di provare a sostituire la precedente Martin-Heidegger-Gesellschaft basata a Messkirch (quindi legata alla famiglia del filosofo e d'impostazione un po' provinciale) con un organismo di ricerca più dinamico e più aperto ai contributi internazionali. Spero solo che diventi un vero istituto di ricerca sull' opera di Martin Heidegger e non assuma invece il carattere di un' associazione corporativa, nella quale accademici di vario livello periodicamente s'incontrino e si parlino al solo scopo di allungare i propri curricula vitae et studiorum.

Detto più esplicitamente, spero che agli incontri e congressi del nuovo organismo non vengano ammessi come relatori solo accademici in servizio, ma anche privati ed indipendenti appassionati e ricercatori, che a volte 'vedono' anche più lontano e più in profondità dei maitres a penser e degli addetti professionali alla ricerca filosofica.



mercoledì 15 luglio 2015

L' ATTACCO di HEIDEGGER a KARL JASPERS del 1932 [Winke x Ueberlegungen (II) und Anweisungen, GA 94]

Karl Jaspers (1883 - 1969)
Nel 1932, all' età di 49 anni, quand' era un noto professore di filosofia ad Heidelberg già da tredici anni ed amico di Heidegger da dodici, Karl Jaspers pubblicò una storia della filosofia in 3 volumi, contro la quale - scopriamo ora nei Quaderni neri - Heidegger rivolse un segreto, pesante ed offensivo attacco. Lo trovate, con il n. 11, a pag. 9 del volume GA 94 e lo riporto qui per coloro che ancora non hanno il volume. Dice:

11 - Ueber das, was die Philosophie im schaffenden, einzelnen Werk und nur so - dass sie auf die Sachen geht - erschweigt (das Erschweigen), darueber schreibt Jaspers schludrig und unwissend drei Baende. Und so ist dann jedem gemeinen Hund und Schreiber das Rezept in die Hand gedrueckt, auch ueber das Letzte der Philosophie daherzureden. Und so ist die Unkraft des "heutigen" Menschen zum Philosophieren - ja auch nur zur Rueckkehr in die Antike - nicht nur bewiesen, sondern gerechtfertigt. Auch "das Sein" ist nun in das breiteste Gerede gebracht und jeder darf mit dem gleichen Recht dahermeinen, was ihm einfaellt.

Insomma Jaspers avrebbe scritto in modo sciatto ed ignorante ben tre volumi su certe cose, laddove se ne sarebbe dovuto scrivere laboriosamente massimo uno e con atteggiamento evasivo (das Erschweigen). Permetterebbe così a porci e cani, diremmo in italiano, di discettare anche sulle ultime cose della filosofia, quelle più riposte, più interne. Dimostrerebbe così inoltre l'incapacità dell'uomo odierno di filosofare. Anche l' Essere sarebbe così portato nel mezzo della più ampia chiacchiera, e ciascuno ne potrebbe con ugual diritto dire qualunque cosa gli passi per la testa.

Io non conosco quei tre volumi di Jaspers, ma vi dirò che ho ora la forte curiosità di leggerli .. sia per questo attacco fatto loro da Heidegger, sia perchè ho l'impressione che nel problematico rapporto Heidegger-Jaspers sia stato proprio quest' ultimo ad essere la persona più leale e sincera.

domenica 12 luglio 2015

(WELT)WOHNEN und HEIMATLOSIGKEIT [aus "Bauen Wohnen Denken", 1951, GA 7]

"Das Wohnen ..ist der Grundzug des Seins, demgemaess die Sterblichen sind.
... .....
"So hart und bitter, so hemmend und bedrohlich der Mangel an Wohnungen bleibt, die eigentliche Not des Wohnens besteht nicht erst im Fehlen von Wohnungen. Die eigentliche Wohnungsnot ist auch aelter als die Weltkriege und die Zerstoerungen, aelter auch denn das Ansteigen der Bevoelkerungszahl auf der Erde und die Lage des Industrie-Arbeiters. Die eigentliche Not des Wohnens beruht darin, dass die Sterblichen das Wesen des Wohnens immer erst wieder suchen, dass sie das Wohnen erst lernen muessen. Wie, wenn die Heimatlosigkeit des Menschen darin bestuende, dass der Mensch die eigentliche Wohnungsnot noch gar nicht als die Not bedenkt? Sobald der Mensch jedoch die Heimatlosigkeit bedenkt, ist sie kein Elend mehr. Sie ist, recht bedacht und gut behalten, der einzige Zuspruch, der die Sterblichen in das Wohnen ruft.
   Wie anders aber koennen die Sterblichen diesem Zuspruch entsprechen als dadurch, dass sie an ihrem Teil versuchen, von sich her das Wohnen in das Volle seines Wesens zu bringen? Sie vollbringen dies, wenn sie aus dem Wohnen bauen und fuer das Wohnen denken." 
[aus M. Heidegger, Vortraege und Aufsaetze, GA 7, S. 163-164 (Bauen, Wohnen, Denken)]

sabato 4 luglio 2015

Das herausfordernde VERSAMMELN .. oder ... Blick in die KONSTELLATION der Wahrheit

 Das Wesen der Technik [d.h. das Ge-stell] ist in einem hohen Sinne zweideutig. Solche Zweideutigkeit deutet in das Geheimnis aller Entbergung, d.h. der Wahrheit.
... ... ............
Das Unaufhaltsame des Bestellens und das Verhaltene des Rettenden ziehen aneinander vorbei wie im Gange der Gestirne die Bahn zweier Sterne. Allein, dieser ihr Vorbeigang ist das Verborgene ihrer Naehe.
Blicken wir in das zweideutige Wesen der Technik, dann erblicken wir die Konstellation, den Sternengang des Geheimnisses.
Die Frage nach der Technik ist die Frage nach der Konstellation, in der sich Entbergung und Verbergung, in der sich das Wesende der Wahrheit ereignet.

[M. Heidegger, Vortraege und Aufsaetze, GA 7, S. 23, 34]

martedì 23 giugno 2015

Die NAEHE DES NICHTS [GA 94, 209 - Jan./Feb. 1936]

Heideggers Vorgriff  (September 1921)
209 - Es ist der haerteste, aber auch untrueglichste Probiestein auf die denkerische Ernstheit und Kraft eines Philosophen, ob er sogleich und von Grund aus im Sein des Seienden die Naehe des Nichts erfaehrt. Wem dies versagt bleibt, der steht endgueltig und ohne Hoffnung ausserhalb der Philosophie.

[aus M. Heidegger, Ueberlegungen II-VI, GA 94, 209 - S. 269]

La più dura, ma anche la più concreta prova della serietà e forza intellettuale di un filosofo è se egli comprende immediatamente e a partire dal fondamento nell' essere dell' ente la vicinanza del nulla. Colui al quale ciò non riesce sta definitivamente e senza speranza al di fuori della filosofia.

sabato 13 giugno 2015

Heidegger im Juli 1935: DAS SEIN BEGREIFEN


158 - Das Sein begreifen, d.h. nicht Kenntnis haben von einem "Begriff" - sondern Begreifen des im Begriff Ergriffenen, d.h. dem Angriff des Seins wissentlich ausgesetzt bleiben.
   Wieso kann das Sein angreifen? Angriff und (Ereignis).
[aus: M. Heidegger, Ueberlegungen IV, GA 94, S. 256; Juli 1935]

158 - Comprendere l'essere, ciò significa non ..avere conoscenza di un "concetto" - ma comprendere quel che è afferrato nel concetto, ovvero rimanere intenzionalmente esposti all' attacco dell' essere.
Ma come può attaccare l' essere? Attacco ed (evento).

lunedì 8 giugno 2015

HEUTZUTAGE es ist _nicht mehr_ unbestimmt das, was HOELDERLIN UND NIETZSCHE meinten

The Jupiter-Saturn conjunction occurred in 1801-1802
Occurrence 1881 of the Jupiter-Saturn conjunction
"Hoelderlin und Nietzsche". Eine Notwendigkeit besteht, den Einen mit dem Anderen zusammen- zunennen, weil sie durch einen Abgrund der Zeiten getrennt sind. Nietzsche ist der Name fuer die Vollendung der Metaphysik. Hoelderlin steht seit 1800 ausserhalb der Metaphysik und stiftet ein Anderes, - worauf Nietzsche nirgends einen Bezug kennt. Beide Namen nennen grundverschiedene Entscheidungen. Man meint jedoch sonst, sie meinten dasselbe, wobei dieses Selbe doch auch ganz unbestimmt bleibt und sich an eine Beziehung zum Griechentum klammern darf. 
Dabei vergisst man leicht, dass der eigentliche Nietzsche rein roemisch denkt und in seiner eigentlichen Metaphysik nie den griechischen Anfang des abendlaendischen Denkens begreifen kann. 
[aus M. Heidegger, GA 96, Ueberleg. XIV, S. 199 - Ende 1940]

giovedì 28 maggio 2015

In questo AFORISMA di MORGENROETHE - AURORA (il 530) mi riconosco abbastanza

Perchè possiate conoscermi un po' meglio, cari amici e cari lettori, riporto un aforisma del Morgenroete - Aurora nel quale mi sono imbattuto oggi, in cui riconosco abbastanza il mio modo di procedere nelle ricerche di cui vi parlo.

530 -Umschweife des Denkers. – Bei Manchen ist der Gang ihres gesammten Denkens streng und unerbittlich kühn, ja, mitunter grausam gegen sich, aber im Einzelnen sind sie milde und beugsam; sie drehen sich zehnmal um eine Sache, mit wohlwollendem Zögern, aber endlich gehen sie ihren strengen Weg weiter. Es sind Ströme mit vielen Krümmungen und abgeschiedenen Einsiedeleien; es giebt Stellen in ihrem Laufe, wo der Strom mit sich selber Versteckens spielt und sich eine kurze Idylle macht, mit Inseln, Bäumen, Grotten und Wasserfällen: und dann zieht er wieder weiter, an Felsen vorüber und sich durch das härteste Gestein zwingend.

In italiano: 530 - Tortuosità del pensatore. -- In alcuni l'andamento di tutto il loro pensiero è rigoroso e inesorabilmente ardito, sì, talvolta spietato nei propri confronti, però nel particolare essi sono miti e flessibili; si aggirano per dieci volte attorno ad una cosa, con benevolo esitare, ma alla fine continuano ad andare per la loro dura strada. Sono fiumi con molte sinuosità e molti solitari romitaggi; ci sono luoghi nel loro corso, in cui il fiume gioca a rimpiattino con se stesso e si crea un breve idillio con isole, alberi, grotte e cascate; e poi continua di nuovo, passando su rocce e costringendosi ad attraversare le più aspre petraie.   [da Nietzsche, Opere 1870-1881, Newton 1993, p. 1062]

venerdì 22 maggio 2015

HEIDEGGER IL CRIPTICO

Il sommo dire del pensiero consiste non semplicemente nel tacere ciò che va propriamente detto nel dire, ma nel dirlo in modo che sia nominato nel non dire: il dire del pensiero è un conquistare con il tacere (Erschweigen). 
Questo dire corrisponde pure alla più profonda essenza del linguaggio, il quale ha la sua origine nel tacere.

[da: L'eterno ritorno dell'uguale (1937), in M. Heidegger, Nietzsche, Adelphi ed.2005, p. 391]

martedì 19 maggio 2015

Come si vedeva Martin HEIDEGGER nell' estate del 1941 [GA 96, Ueberl. XIV]

Mi sembra di avere già detto in articoli precedenti che io ritengo il volume GA 96 della GesamtAusgabe ed in particolare il quaderno XIV, contenente le riflessioni/Ueberlegungen dal luglio 1940 al giugno 1941, il più importante dei primi tre Quaderni neri pubblicati nel marzo 2014.
Risfogliando stamattina questo quaderno, mi sono imbattuto in due annotazioni di cui vorrei mettervi a parte, perchè mettono bene in luce come Heidegger si vedeva e cosa pensava.

Wie Wenige wissen heute noch wahrhaft, aus echtem Tun oder aus noch echterem Verzicht, dass "das Schreiben" das geheimnisreichste und deshalb das strengste Hand-werk ist. [GA 96, S. 236]

Quanto pochi sanno ancora oggi veramente, dall' effettivo fare o dall' ancora più effettivo rinunciare, che "lo scrivere" è l'attrezzo, l'utensile più ricco di segreto e perciò il più forte, il più potente.

Warum gehoeren die english-amerikanische "Welt" und der "Bolschewismus" im innersten zusammen, trotz des scheinbaren Gegensatzes von Kapitalismus und Antikapitalismus? Weil beide im Wesen das Selbe sind - die unbedingte Entfaltung der Subjektivitaet in die reine Rationalitaet. Dort entspricht dieser im Gegenschwung das "Sentimentale", hier (im Bolschewismus) das Dumpfe des Asiatischen. [GA 96, S. 35]

Perchè il "mondo" anglo-americano ed il "bolscevismo" si corrispondono nell' intimo, nonostante l' apparente contrapposizione di capitalismo ed anticapitalismo?  Perchè essi sono essenzialmente lo stesso: l' incondizionato dispiegarsi della soggettività nella pura razionalità. Là corrisponde a questa in controslancio il "sentimentale", qui (nel bolscevismo) il torpore dell'asiatico.
 -   -   -
IN definitiva più che come un filosofo aperto e razionale Heidegger si vedeva, si sentiva in quel tempo come un artigiano del pensiero e della scrittura alle prese con temi segreti, che non sapeva, voleva o poteva trattare razionalmente. Li trattava piuttosto cripticamente e misticamente.


domenica 17 maggio 2015

Dalla DIKE COSMICA alla razionalità politica e giuridica nell' ATENE del VI-V secolo aC

Il filosofo Massimo Cacciari
(Venezia, 1944)
Martedì 12 maggio ho assistito - nella pienissima, grande aula 1 della Facoltà di lettere alla città universitaria della Sapienza di Roma - ad una conferenza del prof. Massimo Cacciari, organizzata dal prof. G. Di Giacomo docente di Estetica alla Facoltà di Filosofia, dal titolo "La doppia Dike. Lettura dell' Orestea."

Il tema fondamentale della trilogia formata dalle tragedie Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi (con cui Eschilo vinse le Grandi Dionisie teatrali del 458 aC), è secondo Cacciari l'evoluzione da un concetto arcaico di legge del taglione e della vendetta privata (che lui ha chiamato Dike della morte o delle Erinni) ad un concetto più moderno di giustizia (la nuova Dike), rappresentato simbolicamente dal processo ad Oreste davanti al tribunale dell' Areopago. Il tutto sarebbe stato dovuto all' irruzione del Logos apollineo, vincente sulla Dike delle Erinni. Risultato finale, nuova Dike dell'epoca dello Zeus Agoraios è alla fine la mente raziocinante dell'uomo, che impronta ora di sè tutta la vita civica, giuridica in particolare, della polis ateniese. 


La perfetta congiunzione Giove-Saturno tripla verificatasi
a cavallo degli anni 563-562 aC nella costellazione del Toro

[Rappresenta la fenice 'presentatasi' al tempo del faraone Amasi,
di cui scrive lo storico romano Tacito in Annali, 6, 28]
Conclusa la prima parte della conferenza e venuto il momento delle domande, ne facevo infine io a Cacciari. Chiedevo se accanto alla razionalità politica e giuridica, la nuova DIKE non si caratterizzasse anche per una valenza cosmica, dicevo anzi che secondo me  la non meglio precisata irruzione del Logos che aveva portato all'evoluzione della Dike potrebbe essere stata determinata dall' osservazione - già a partire dal precedente VI sec. aC - di particolari fenomeni astronomici, planetari in particolare, che avvenivano con grande regolarità, precisione, 'giustezza'

La mia ipotesi è insomma che dalla constatazione di una DIKE cosmica (o 'giustezza e precisione' di particolari fenomeni planetari) sia poi derivato il concetto di giustizia e di razionalità della/nella polis: per fare in modo, in definitiva, che sia in terra così come è in cielo. Dall' ordine cosmico all' ordine civico.

Il prof. Cacciari nella risposta non poteva naturalmente che consentire, concordando che sì, certamente, la Dike si caratterizzava anche - se forse non addirittura prioritariamente - per una sua valenza cosmica, oltre quella già detta in precedenza di razionalità politica.

Concludeva poi, un  po' ermeticamente in verità, che ci si deve guardare comunque da interpretazioni eccessivamente naturalistiche, che non riconoscano che si è parte del tutto e che la vita armoniosa del tutto dipende anche da ciascuno di noi. Rispetto alla natura ognuno di noi sarebbe "in colpa" già per il solo fatto di esistere, perchè con la sua sola presenza ed esistenza turberebbe un ordine cosmico consolidato e a lui pre-esistente. 
Stavo pensando di chiedere se intendeva dire che nelle speculazioni filosofiche è bene autocensurarsi per non turbare poteri e ordini che si ritengono consolidati come leggi cosmiche, ma ormai era già iniziato l'applauso finale. Tra i molti che gli si facevano intorno, è rimasta poi con il prof. Cacciari solo la possibilità ed il tempo di una fugace stretta di mano.