lunedì 22 aprile 2013

L'enigma del katechon della seconda Lettera ai Tessalonicesi (2Ts 2,1-12) e Massimo Cacciari

Venerdì scorso, 19 aprile, ho ascoltato una conferenza che il prof. Massimo Cacciari ha tenuto a Roma, nella sala grande della biblioteca della Link Campus University (prosecuzione della parificata S. Leone Magno, per la "formazione di professionisti e manager per il mondo che cambia").
All'incontro "Una riflessione sul potere", che prendeva spunto da/e presentava l'ultimo libro di Cacciari "Il potere che frena" (Adelphi, 212 pp., 13 €), partecipavano anche Franco Pizzetti (ordinario di Diritto costituzionale a Torino), Vincenzo Scotti (presidente della Fondazione Link Campus Univ.) ed Anna Maria Cossiga (docente di Antropologia culturale), come moderatrice.

 


Il volume di Cacciari, che ha per sottotitolo "Saggio di teologia politica", prendendo lo spunto dal secondo capitolo della seconda Lettera ai Tessalonicesi (partita da Corinto verso il 53 dC) , tratta della relazione tra teologia e politica nella cristianità occidentale, tematica divenuta centrale - dice il filosofo veneziano - in epoca moderna soprattutto grazie al tedesco Carl Schmitt, che iniziò a trattarne verso il 1932.

In 2 Ts 2, 1-12 Paolo di Tarso o qualcuno del suo seguito parla di un potere denominato in greco katechon, qualcuno o qualcosa che frenerebbe l'Anticristo prima che questi si riveli e sveli definitivamente, Anticristo che comunque verrebbe poi - nel suo ultimo assalto - superato e battuto dal Signore Gesù "con il soffio della sua bocca". Il katechon occupa dunque una posizione di mezzo (p. 60) e solo quando egli/esso si toglierà di mezzo, l'Anticristo potrà rivelarsi.

Sulla scia di Schmitt, Cacciari è del parere (pur con un debole cenno di dubbio, quasi fugacemente espresso a p. 34) che la figura del katechon di 2Ts 2 vada interpretata politicamente, ne ricorda l'identificazione storica da parte di vari autori a volte con l'Impero a volte con la Chiesa, ed afferma che - in questa ottica - il potere politico e civile non può non porsi anche in termini teologici e porgersi invece solo in modo tecnico-amministrativo. La politica, insomma, non potrebbe essere autentica se dimenticasse la propria origine spirituale. Ne derivano, secondo Cacciari, "una ridda di questioni teologico-politiche che continuano ad informare, senza che quasi mai ve ne sia consapevolezza, le nostre idee intorno al potere, alla sovranità, alla relazione tra autorità politica e religiosa, mondana e spirituale. Questioni che la 'secolarizzazione', in quanto dissoluzione di ogni idea di epoca, nasconde in sé, piuttosto che risolvere o superare." Questioni sulle quali poi Cacciari si diffonde nei vari capitoli del non-leggibilissimo libro.

Essendo la seconda volta che ascoltavo Cacciari sull'argomento (la prima era stata nella grande e piena sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, il 16 marzo scorso) ed avendo nel frattempo autonomamente  riflettuto sull' enigma del katechon, non ho potuto - al momento dei commenti e delle domande - esimermi dal dire chiaramente, apertis verbis, a Cacciari che la sua (e non solo sua) interpretazione politica di quel passo di 2Ts 2, 1-12 a me pare forzata e confuse e cavillose tutte le conseguenti considerazioni ed elaborazioni.
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Secondo me, ho detto venerdì 19 aprile, in quel passo di 2Ts Paolo di Tarso o chi per lui - scrivendo nel corso dell'anno 53 (nell'anno e nei mesi che precedono la congiunzione Giove-Saturno singola di fine marzo 54, nella costellazione dei Pesci) - sta precisando che la prossima congiunzione G-S sarà singola, ricordando in modo velato e criptico appunto la dinamica di questo tipo di congiunzioni. Chi ritarda il verificarsi di questo tipo di evento astroNomico - cioè che Giove si allinei con Saturno  e poi lo superi - è la Terra che in questo tipo di congiunzione G-S non deve trovarsi in mezzo tra il Sole e la coppia Giove-Saturno (come sta facendo nel corso del 53), bensì dalla parte opposta dei due pianeti congiunti, rispetto al Sole (come farà a fine marzo 54).

Ne segue, concludendo, che è il nostro pianeta - la Terra - a doversi togliere di mezzo e non più rimandare il verificarsi (sei-sette mesi dopo) di quella particolare disposizione del Geviert planetario, identificata in 2Ts 2 con il nome di Anomos (o Iniquus o Anticristo). In altre parole, il katechon di 2Ts 2 è il pianeta Terra e Paolo (o chi per lui) sta facendo ermetiche considerazioni eliocentriste sulla dinamica delle congiunzioni tra Giove e Saturno.

mercoledì 17 aprile 2013

18 aprile 1881 - la data spartiacque nella vita e nell'opera di Nietzsche

I miei lettori più assidui lo hanno già chiaro, ma per tutti voglio ora ripetere quanto ho già avuto modo di scrivere da vari anni, sia qui che in diversi forum di discussioni storico-filosofiche. E cioè che vi è una data - nella vita di Nietzsche - la quale fa come da spartiacque sia nella sua opera che nella sua vicenda esistenziale: questa data è quella del 18 aprile dell'anno 1881, quando si verificò - al confine tra la costellazione dei Pesci e quella dell'Ariete - una congiunzione Giove-Saturno singola, invisibile nel momento culminante. Ma come è possibile? si chiederà qualcuno tra voi, come è possibile che una congiunzione G-S rimanga invisibile?!
E' possibile - certo la situazione è molto rara! - quando il Geviert viene a trovarsi con il Sole in mezzo, ovvero quando l'allineamento dei Quattro è Saturno-Giove-Sole-Terra. In queste circostanze Giove e Saturno congiunti - visti da Terra - sorgono insieme ma dietro
al Sole (o a pochissima distanza angolare da esso), rimanendo tuttavia nascosti alla vista a causa della grandissima potenza luminosa del Sole. E così restano per tutto il giorno, fino al tramonto. Per i consapevoli iniziati è questo il giorno del dio invisibile [Paolo agli ateniesi] e della meridiana ispirazione dionisiaca.

Ora, per una serie di motivi contingenti, io non ho il tempo di illustrare/ripetere di nuovo come e da cosa si deduca che Nietzsche seguì/osservò questo fenomeno nei mesi precedenti e seguenti il momento culminante, prima da Genova poi da Sils-Maria. E come e perchè proprio in quel tempo Nietzsche sentì l'antica 'chiamata' den cielo, trasformandosi da malandato filologo classico ad esaltato profeta dell'umanità.  Potete tuttavia trovare la decina di articoli che ho scritto sull'argomento cliccando sull'etichetta o label "18 aprile 1881" che trovate nell'elenco qui a destra, un po' più in basso. Buona lettura e buone meditazioni !

La cong. Giove-Saturno singola del 18 aprile 1881
[La curva rossa è la distanza angolare G-S in modulo; valori sull' asse di destra]

mercoledì 3 aprile 2013

Singolarità della situazione astronomica ai primi di aprile dell'anno 35 (Pesach e prima Pasqua cristiana)

L'occultazione di Giove (in congiunzione con Saturno nella costellazione
del  Leone) da parte della Luna il 6 aprile dell'anno 35
In queste giornate dell'anno 35 - siamo verso la fine del regno dell'imperatore Tiberio (succeduto ad Augusto ad agosto del 14 dc) - stava concludendosi, con il secondo 'allineamento' tra Giove e Saturno, la congiunzione doppia del 34-35 nella costellazione del Leone, tra il pianeta più grande (da sempre simbolo di regalità) ed il pianeta più lento e più lontano (El, l'altissimo dio israelitico, l' Antico di giorni del libro di Daniele). La distanza angolare minima tra i due pianeti si ebbe il 3 aprile 35 e fu di 0° 26' 35".

Gaius Cornelius Tacitus
Il primo allineamento di questa congiunzione G-S [congiunzione che - come ho dimostrato anche in convegni internazionali - è il fenomeno di cui riferisce in modo allegorico Tacito parlando di ritorno della fenice in Egitto, Annali 6.28] si era svolto il 5 ottobre del precedente anno 34 con angolo residuo di 0° 26' 46" tra i due pianeti, sempre sullo sfondo della zodiacale costellazione di stelle fisse del Leone. I grafici ora dietro al titolo del blog riportano gli andamenti nel tempo della longitudine di Saturno, di quella di Giove e della distanza angolare (in valore assoluto) tra i due pianeti proprio nei mesi di questa congiunzione.

Alla particolarità di avere un plenilunio (il 1° dopo l'equinozio primaverile) con un concomitante allineamento Giove-Saturno (evento teo-fanico nel giudaismo del seconto tempio secondo i miei studi), si aggiunse a Pesach dell'anno 35 un'altra singolare particolarità, che la sera del 6 aprile 35, quindi 5 gg prima del plenilunio (Pesach, 11.04.35), la Luna (al 79%) occultò per circa un'ora Giove, il figlio. Anzi secondo qualche programma planetario la Luna avrebbe occultato entrambi i pianeti congiunti, cioè sia Giove che Saturno.
Rimane il fatto comunque che al momento del completo plenilunio, 11 aprile sera, Giove e Saturno congiunti a ca. 27' (la Shekinah) erano ben visibili nel cielo notturno a circa 68° dalla Luna.
 
Ecco, volevo condividere con voi, miei lettori (particolarmente con gli amici astrofili ed astronomi), la particolarità, la singolarità di questa situazione astronomica dei primi di aprile del 35, situazione pasquale la cui conoscenza va - secondo me - ancora affinata con ulteriori ricerche e simulazioni.