lunedì 30 dicembre 2013

The relation between the so-said STAR OF BETHLEHEM and the Constantinian/Jesuitic symbol I.H.S.

La mia interpretazione del simbolo costantiniano IHS,
che - con l'aggiunta delle tre freccette sotto ed inserito
 in un sole raggiante  - è anche il logo della
Compagnia di Gesù, i Gesuiti

The three alignments of the triple Jupiter-Saturn conjunction, which took place in the constellation of Pisces in the year 7 bC and which is nowadays known as star of Bethlehem, happened - as anybody can verify (first picture here above)- in the following dates and with the following minimal visual angles between the two planets (in parenthesis the longitude of the alignments):  

- May 29th : 0° 59' 05"        (long.: 350° 56' 15")
- October 1st : 0° 58' 30"    (long.: 347° 24' 43")
- December 5th: 1° 3' 15"   (long.: 345° 32' 0")

The second picture here above illustrates my interpretation of the Constantinian and Jesuitic symbol I.H.S. with the three little arrows underneath: it is simply a synthetic way to represent the said physical phenomenon happened in the year 7 BCE between the two visible planets Jupiter and Saturn, in the constellation of Pisces.



domenica 15 dicembre 2013

Il presepio razionalista del Wisconsin: sapere di Dio e verità negata

La longitudine dei pianeti Giove e Saturno visti da Terra negli anni 9,
8, 7, 6 ac
. A causa della sua maggiore velocità angolare, nel 7 ac Giove
raggiunse nella
costellazione dei Pesci e superò il più piccolo e lento
Saturno (l' "Antico di giorni" del libro di Daniele), dando luogo - come
risulta dai grafici sovrastanti - ad una CONGIUNZIONE G-S TRIPLA,
quella citata nel vangelo di Matteo con il nome di STELLA DI BETLEMME.
A pag. 9 dell'odierno (15 dic.) inserto-libri del Corriere della Sera, la Lettura, leggo un simpatico articoletto - di Marco Ventura - che per la sua brevità riporto integralmente e poi commento. 

"Sapere di Dio: Il presepio razionalista del Wisconsin
Si avvicina il Natale e il Campidoglio dello Stato del Wisconsin si apre alle fedi. C'è spazio persino per Darwin, Einstein e Mark Twain, re magi di un presepio razionalista. Da quasi vent'anni la Fondazione per la libertà dalla religione allestisce la sua natività. Quest'anno è nata nella mangiatoia una bimba africana. Sotto la fiaccola della Statua della Libertà; sotto le ali d'un angelo astronauta."
Notavo - leggendo questo simpatico articoletto - che nè la Fondazione wisconsiniana nè il giornalista Ventura del CdS fanno il minimo accenno all' unico fatto certo (perchè da ciascuno comodamente verificabile su un qualsiasi computer dotato di un programma planetario) verificatosi in quel torno di tempo: la congiunzione Giove-Saturno tripla del 7 aC nella costellazione dei Pesci, quella passata alla storia con il nome di Stella di Betlemme. Mi chiedo fino a quando, per quanto tempo ancora, invece delle semplici e comprensibili verità effettive si continuerà ad alimentare nelle persone più semplici la superstizione e l'irrazionalità, spacciando per verità provate quelle che non sono che storielle fantastiche, quando non vere e proprie menzogne. 

mercoledì 20 novembre 2013

HEGELS Meinung ueber GOTTES OFFENBARUNG UND ENTWICKLUNG DES DENKENS

Il busto di G.W.F. Hegel (1772-1831)
nel campus della Humboldt-Universitaet
a Berlino
".. ist es in neueren Zeiten so weit gekommen, dass die Philosophie sich des religioesen Inhalt gegen manche Art von Theologie anzunehmen hat. In der christlichen Religion hat Gott sich geoffenbart, das heisst, er hat dem Menschen zu erkennen gegeben, was er ist, so dass er nicht mehr ein Verschlossenes, Geheimes ist; es ist uns mit dieser Moeglichkeit, Gott zu erkennen, die Pflicht dazu auferlegt. Gott will nicht engherzige Gemueter und leere Koepfe zu seinen Kindern, sondern solche, deren Geist von sich selbst arm, aber reich an Erkenntnis seiner ist und die in diese Erkenntnis Gottes allein allen Wert setzen. Die Entwicklung des denkenden Geistes, welche aus dieser Grundlage der Offenbarung des goettlichen Wesens ausgegangen ist, muss dazu endlich gedeihen, das, was dem fuehlenden und vorstellenden Geiste zunaechst vorgelegt worden, auch mit Gedanken zu erfassen. Es muss endlich an der Zeit sein, auch diese reiche Produktion der schoepferischen Vernunft zu begreifen, welche die Weltgeschichte ist."

[aus G.W.F. Hegel, Werke 12, Vorlesungen ueber die Philosophie der Geschichte, pp. 27-28, Suhrkamp]

domenica 17 novembre 2013

"CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO E STORIA GIUDAICO-CRISTIANA" è arrivato anche a TUBINGA


It is a pleasure for me to communicate to all my readers that now copies of my book can be found also in Tuebingen (Germany), where I brought them on the occasion of the Heidegger-Society Annual Meeting (Nov. 8th-10th, 2013), which took place in the 'Alte Aula' of the tuebingerian university.

A first copy I gave Prof. Dietmar Koch (one of the organizers) for the Library of the Philosophy Faculty of the Eberhard-Karls-University.

Il Tuebinger Evangelisches Stift, antico luogo residenziale
di formazione per gli studenti di teologia protestante

Another copy I left to the librarian responsible for the gift receipt at the Library of the Tuebinger Evangelisches Stift, one of the oldest and most important formation centers in Germany for Protestant pastors and students of theology. This institution is the residential place where - since 1536 - a lot of important people lived and studied when young, among them Johannes Kepler (1571-1630), Friedrich Hoelderlin (1770-1843), George W. Friedrich Hegel (1772-1831), Friedrich Schelling (1775-1854).

giovedì 31 ottobre 2013

1801-1802 : Hoelderlins BEGEGNUNG MIT DEM _STILLEN GOTT DER ZEIT_

Cercando di conoscere un po' meglio Friedrich Hoelderlin (1770-1843), il poeta preferito di Heidegger, e la sua poesia, sto leggendo in questi giorni il suo inno Friedensfeier, ovvero Festa della pace, inno il cui primo abbozzo si ritiene forse ispirato dalla pace di Luneville del 1801 tra Francia ed Austria, ma la cui "redazione, comunque, occupò Hoelderlin probabilmente fino al 1802 o al 1803, quando dovette essere approntata la bella copia definitiva per l'editore Wilmans."(commento BUR di Luca Crescenzi).
Ad un' attenta lettura, devo dire francamente ch'io non vedo alcun riferimento - nelle 12 strofe di cui il canto si compone - alle allora pur recenti vicende belliche tra la Francia rivoluzionaria e napoleonica e l'Austria, né alla detta pace del 1801. Quel Frieden-pace nel titolo mi sembra dunque fuorviante e forse proprio perciò posto da Hoelderlin in bella mostra nel titolo.

La congiunzione Giove-Saturno che avvenne negli anni 1801-1802
nella costellazione del Leone
La festa di che trattasi mi sembra piuttosto una festa di accoglienza di dei nello spirito della theoxenia greca, come pure si ipotizza nel commento BUR-Crescenzi e ancor più fortemente in quello di Luigi Reitani in F. Hoelderlin, Tutte le liriche, Mondadori 2010, il quale Reitani scrive: "Tema dell'inno non è dunque la concreta pace storica fra gli stati europei, ma l' epifania degli Dei. La sostanza della poesia è mitico-religiosa. La festa segna il culmine - e la fine - della storia umana, il completo dispiegarsi dello spirito. Ciò non esclude tuttavia che questo mito, nato in un contesto politico, conservi anche una valenza politica."

Perfetto. Rimane solo da dire quali fossero gli dèi ospiti al cui arrivo si faceva tanta festa, di cui si indicavano caratteristiche e di cui si tessevano lodi. Cosa che ora io farò, affermando - come del resto ho già fatto - che trattasi degli dèi planetari Giove e Saturno visti non individualmente bensì nella loro unitaria congiunzione, proprio in quei mesi in atto e visibile, di Signore del tempo - "HERR DER ZEIT" ovvero di silenzioso Dio del tempo - "stille GOTT DER ZEIT" che con il suo ritmo ventennale cadenza - di generazione in generazione - tutta la storia umana.
A sostegno della mia tesi riporto i versi 64-96 di Friedensfeier:

Des Goettlichen .. empfingen wir
doch viel. Es ward die Flamm' uns
in die Haende gegeben, und Ufer und Meersfluth.
Viel mehr, denn menschlicher Weise
sind jene mit uns, die fremden Kraefte, vertrauet.
Und es lehret Gestirn dich, das
vor Augen dir ist, doch nimmer kannst du ihm gleichen.
Vom Alllebendigen aber, von dem
viel Freuden sind and Gesaenge,
ist einer ein Sohn, ein Ruhigmaechtiger ist er,
und nun erkennen wir ihn,
nun, da wir kennen den Vater
und Feiertage zu halten
der hohe, der Geist
der Welt sich zu Menschen geneigt hat.
 
Denn laengst war der zum Herrn der Zeit zu gross
und weit aus reichte sein Feld, wann hats ihn aber erschoepfet?
Einmal mag aber ein Gott auch Tagewerk erwaehlen,
gleich Sterblichen und theilen alles Schiksaal.
Schiksaal ist diss, dass Alle sich erfahren,
dass, wenn die Stille kehrt, auch eine Sprache sei.
Wo aber wirkt der Geist, sind wir auch mit, und streiten,
was wohl das Beste sei. So duenkt mir jezt das Beste,
wenn nun vollendet sein Bild ind fertig ist der Meister,
und selbst verklaert davon aus seiner Werkstatt tritt,
der stille Gott der Zeit und nur der Liebe Gesez,
das schoenausgleichende gilt von hier an bis zum Himmel.
 
Viel hat von Morgen an,
seit ein Gespraech wir sind und hoeren voneinander,
erfahren der Mensch; bald sind wir aber Gesang.
Und das Zeitbild, dass der grosse Geist entfaltet,
ein Zeichen liegts vor uns, dass zwischen ihm und andern
ein Buendniss zwischen ihm und andern Maechte ist. 
 
-----------



Ci sarebbe molto da commentare verso per verso e strofa per strofa su  questo importantissimo inno di Hoelderlin, ma credo che per ora possa bastare quanto detto e messo in evidenza come aiuto a chi vuole capire meglio non solo Hoelderlin ed Heidegger, ma anche l'intero idealismo tedesco.

domenica 13 ottobre 2013

Das DING FUER KANT (1762, Kants monokeros) und das DING AN SICH


The single Jupiter-Saturn conjunction which occurred on March 18th, 1762, in the Pisces-constellation,
seen from the Earth 

The Jupiter-Saturn conjunction which _heliocentrically_ occurred on February 23rd, 1762, in Pisces-constellation

martedì 1 ottobre 2013

_Den ABGRUND ermessen_ or _Deciphering Heidegger's Beitraege zur Philosophie (Vom Ereignis) _

Un po' di anni dopo che in Germania Einstein con la sua teoria della relatività generale aveva dimostrato che spazio e tempo non sono a rigore grandezze fisiche separate e che quindi occorre parlare dell'unica grandezza fisica spaziotempo (Raum-zeit) quadridimensionale, Heidegger  gioca di rimessa su quanto enunciato dal fisico ebreo  e - convinto di introdurre un'alternativa filosofica al concetto einsteiniano - pensando all'ormai prossima, epocale congiunzione Giove-Saturno tripla dell'imminente 1940/41 (Seyn) - definisce nel cap. 5 dei suoi Beitraege zur Philosophie il suo Zeit-Raum, tempospazio, (notare i termini ribaltati, anche se i traduttori italiani di Heidegger non sembrano essersene accorti) così:

"Der Zeit-Raum ist die ereignete Erklueftung der Kehrungsbahnen des Ereignisses, der Kehre zwischen Zugehoerigkeit und Zuruf, zwischen Seinsverlassenheit und Erwinkung (das Erzittern der Schwingung des Seyns selbst!). Naehe und Ferne, Leere und Schenkung, Schwung und Zoegerung, all dieses darf nicht zeitlich-raeumlich begriffen werden von den ueblichen Zeit- und Raum-Vorstellungen her, sondern umgekehrt, in ihnen liegt das verhuellte Wesen des Zeit-Raumes." [§ 239]

Notare in questa definizione dell'ambiente, oltre all'insistito uso della congiunzione und  (sulla quale Heidegger si sofferma anche più avanti), vari termini che fanno chiaro riferimento all'apparente andamento oscillante e retrogrado delle traiettorie dei due pianeti Giove e Saturno durante una congiunzione tripla, come quella da lui attesa per il  1940-41.

Al § 242 troviamo una definizione del fenomeno che si svolge nello Zeit-Raum, cioè dell'Abgrund ovvero della congiunzione Giove-Saturno, evento nel quale i due pianeti vengono a trovarsi più volte nello stesso luogo(angolo)  nello stesso tempo:
"Der Abgrund ist die urspruengliche Einheit von Raum und Zeit, jene einigende Einheit, die sie erst in ihre Geschiednis auseinandergehen laesst."

Un po' più avanti, sempre nel § 242 troviamo ancora:
"Der Ur-grund, der gruendende, ist das Seyn, aber je wesend in seiner Wahrheit.
Je gruendlicher der Grund (das Wesen der Wahrheit) ergruendet wird, um so wesentlicher west das Seyn.
Die Ergruendung des Grundes muss aber den Sprung in den Ab-grund wagen und den Ab-grund selbst ermessen und bestehen."

E' proprio questo che con il presente articolo abbiamo voluto fare, den Abgrund ermessen. Dell'aspetto temporale, della temporalità delle congiunzioni G-S- abbiamo più volte parlato, quello su cui ora vogliamo soffermarci è la profondità dell' Abgrund, la profondità di quell'abisso del quale da Meister Eckhart in poi tanti teologi, poeti e filosofi tedeschi hanno parlato e cantato. Come si vede dalla figura riportata nel poster che ho presentato a Liverpool nel 2008 (vedi in alto a sinistra) l' abisso cosmico il cui orlo è rappresentato dall'orbita terrestre durante una congiunzione tripla ha la profondità della distanza Sole-Saturno, che dai testi di fisica apprendiamo essere mediamente di 9,54 Unità Astronomiche, cioè 9,54 volte la distanza media Terra-Sole. Si tratta di un valore molto elevato e che tuttavia l'occhio umano ancora copre, essendo Saturno l'ultimo pianeta del sistema solare ancora visibile da Terra, appunto ad occhio nudo.

Die Ermessung des Abgrundes ergibt somit schliesslich 1.426.725.413 km,
mehr als 1.4 Milliarde km.

giovedì 19 settembre 2013

NATUR UND KUNST oder SATURN UND JUPITER (F. Hoelderlin, 1801-1802)

Grafici della congiunzione planetaria Giove-Saturno del 1801-1802 nella costellazione del Leone.
Hoelderlin ne parla pressochè esplicitamente sia nella sua produzione poetica di quel periodo che
nelle due famose lettere a Boehlendorff del 4 dicembre 1801 e del 2 dicembre 1802.

Du waltest hoch am Tag und es bluehet dein         /        Regni alto nel giorno e la tua legge
Gesez, du haelst die Waage, Saturnus Sohn! / fiorisce, e reggi la bilancia, figlio di Saturno!
Und theilst die Loos' und ruhest froh im   /       e le sorti spartisci e lieto posi nella gloria
Ruhm der unsterblichen Herrscherkuenste. /    delle immortali arti del dominio.

Doch in den Abgrund, sagen die Saenger sich, /  Ma nell'abisso, si dicono i cantori,
Habst du den alten Vater, den eignen, einst /     il vecchio padre, il tuo proprio, bandisti
Verwiesen und es jammre drunten,       /            e laggiù, dove con ragione prima
Da, wo die Wilden vor dir mit Recht sind,  /     di te stanno i selvaggi, da molto langue

Schuldlos der Gott der goldenen Zeit schon laengst    /    il dio innocente dell'età dell'oro:
Einst muehelos und groesser, wie du, wenn schon /senza  fatica e più grande di te, seppure
Er kein Gebot aussprach und ihn der     /                mai pronunciò un comando e nessuno
Sterblichen keiner mit Nahmen nannte.      /        tra i mortali lo chiamò per nome.

Herab denn oder schaeme des Danks dich nicht!      /      Giù dunque o non vergognarti di
ringraziare!
Und willst du bleiben, diene dem Aelteren,     /  e se vuoi rimanere, servi il più vecchio,
Und goenn es ihm, dass ihn vor Allen,     /              e a lui concedi che prima di tutti,
Goetter und Menschen, der Saenger nenne!     /      dèi e uomini, lo nomini il cantore.

[Denn wie aus dem Gewoelke dein Blitz, so koemmt/Poiché come dalla nube la tua folgore,
Von ihm, was dein ist, siehe! So zeugt von ihm  / così viene da lui quel che è tuo, guarda!
Was du mir sagst, und aus den alten     /      così di lui testimonia ciò che ordini, e dalla
Freuden ist jegliche Macht erwachsen.]   /    pace di Saturno ogni potenza è cresciuta.

Und hab' ich erst am Herzen Lebendiges      /     E se per primo ho nel cuore sentito
Gefuehlt und daemmert, was du gestaltetest, / il vivente e albeggia ciò che tu formasti,
Und war in ihrer Wiege mir, in     /                   e se nella sua culla il mutevole
Wonne die wandelnde Zeit entschlafen,    /       tempo voluttuosamente si assopisce,

Dann hoer' ich dich, Kronion! und kenne dich,    /     Allora ti odo, Cronio! e in te conosco 
Den weisen Meister, welcher, wie wir, ein Sohn    /   il maestro saggio che, come noi, figlio
Der Zeit, Geseze giebt und, was die     /                 del tempo, dà leggi e, quanto
Heilige Daemmerung birgt, verkuendet.      /         il sacro crepuscolo nasconde, annuncia.


[da: Friedrich Hoelderlin, Poesie, introd., scelta e trad. di Luca Crescenzi, BUR-Poesia, 2009]

mercoledì 4 settembre 2013

Wer achtet SEIN? Ecco la mia traduzione della poesia "AUF EINE LAMPE" di Eduard Moerike (1804-75)

 
Vi è nella letteratura tedesca una poesia dello svevo Eduard Moerike (1804-1875) famosa per essere stata al centro di una famosa controversia relativamente all'interpretazione di un verbo ('scheint') del suo ultimo verso. A questo dibattito hanno partecipato dapprima Heidegger ed il grande filologo svizzero Emil Staiger (1908-87), poi il filologo romanzo austriaco Leo Spitzer (1887-1960) ed altri.
 
Poiché ho visto che su questa famosa lampada è previsto un intervento anche al prossimo convegno congiunto della Heidegger-Gesellschaft e della Hoelderlin-Gesellschaft in programma a Tubinga in novembre e poiché credo di sapere bene di quale lampada Moerike parli nella sua poesia,ho voluto cimentarmi anch'io nella traduzione in italiano della stessa. Vediamo prima il testo tedesco poi direttamente la mia traduzione. 
Auf eine Lampe
Noch unverrueckt, o schoene Lampe, schmueckest du,
An leichten Ketten zierlich aufgehangen hier,
Die Decke des nun fast vergessnen Lustgemachs.
Auf deiner weissen Marmorschale, deren Rand
Der Efeukranz von goldengruenem Erz umflicht,
Schlingt froelich eine Kinderschar den Ringelreih'n.
Wie reizend alles! lachend, und ein sanfter Geist
Des Ernstes doch ergossen um die ganze Form-
Ein Kunstgebild der echten Art. Wer achtet sein? 
Was aber schoen ist, selig scheint es in ihm selbst.


Grafici rel. alla cong. Giove-Saturno del 1841-1842
nella costellazione del Sagittario


 
Ad una lampada
Di nuovo regolarmente, o bella lampada, orni tu
- ad essa esilmente appesa con leggere catene -
la volta dell'affascinante sala ora quasi dimenticata.
Sul tuo bianco marmoreo paralume, il cui bordo
la corona d'edera decora di metallo verde-oro,
allegramente un gruppo di bambini avviluppa il girotondo.
Che attraente il tutto! ridente, e tuttavia un mite spirito
di solennità promana dall'intera forma-
Un'autentica opera d'arte. Chi bada all'essere?
Ma ciò che è bello ri-splende beato in sé stesso. 
 
 Poiché ogni traduzione è inevitabilmente anche un'interpretazione, affermo esplicitamente che di questa poesia io do una seinsgeschichtliche Interpretation , in accordo con la tacita interpretazione di Heidegger, e preciso inoltre che Moerike deve averla scritta poco prima dei suoi quarant'anni - d'intesa o su sollecitazione/ispirazione del vecchio Hoelderlin/ Scardanelli, ormai prossimo alla fine (7 giugno 1843). La lampada di cui Moerike parla in questa poesia è la congiunzione Giove-Saturno che avvenne a cavallo degli anni 1841-1842 nella costellazione del Sagittario (cfr. grafici sovrastanti). Nella storia dell'essere, questa congiunzione del 1842 da oggi potremmo anche chiamarla lampada di Scardanelli oppure lampada di Moerike.


giovedì 29 agosto 2013

Saturn and Jupiter at Scardanelli's Time (1841-1842)

The Jupiter-Saturn single conjunction which took place in Sagittarius on Jan. 26th, 1842
La congiunzione Giove-Saturno singola che avvenne il 26 genn. 1842 nella costellaz. del Sagittario
Der Fruehling
Wenn neu das Licht der Erde sich gezeiget,
Von Fruehlingsreegen glaenzt das gruene Thal und munter
Der Bluethen Weiss am hellen Strom hinunter,
Nachdem ein heitrer Tag zu Menschen sich geneiget.

Die Sichtbarkeit gewinnt von hellen Unterschieden,
Der Fruehlingshimmel weilt mit seinem Frieden,
Dass ungestoert der Mensch des Jahres Reiz betrachtet,
Und auf Vollkommenheit des Lebens achtet.

Mit Unterthaenigkeit Scardanelli,
d. 15 Maerz 1842

sabato 17 agosto 2013

August 24th, A.D. 35: _the_ dating of Paul's conversion to heliocentrism.

In my opinion (based on the diagrams you can see here links)  the Damascus Christophany, the event/definitive-conviction which changed Paul's life and world history, occurred in the third decade of August AD 35 (exactly 1978 years ago): let's say indicatively on August 24th, A.D. 35, with an uncertainty of +/- 5 days.

lunedì 12 agosto 2013

Where do they come from, those interested in the contents of this blog ?!



In the last hundred days this blog received 1198 visits coming from 47 different countries, obviously the majority  from Italy (80.5%).

Although the top10 list is mostly made by European countries, in the top20 one we find countries of almost all continents. Here it is:

Italy - Germany - U.S.A. - U.K. - France - Spain - Poland - Canada - Switzerland - Argentina - Australia - Brazil - Belgium - Mexico - Croatia - Russian Federation - Rumania - Portugal - Netherlands - Colombia.

martedì 6 agosto 2013

1801-1802: Hoelderlin's Himmlisches Feuer


Des gemeinsamen Geistes Gedanken sind,
Still endend in der Seele des Dichters.
Dass schnellbetroffen sie, Unendlichem
Bekannt seit langer Zeit, von Erinnerung
Erbebt, und ihr, von heilgem Stral entzuendet,
Die Frucht in Liebe geboren, der Goetter und Menschen Werk,
Der Gesang, damit er beiden zeuge, gluekt.
 
[aus: "Wie wenn am Feiertage.." in M.Heidegger, Erlaeuterungen zu Hoelderlins Dichtung,
ed. it. La poesia di Hoelderlin, Adelphi ed., p. 62]


domenica 28 luglio 2013

1921: Heidegger's Vorgriff des Seiendes im Ganzen

The Jupiter-Saturn single conjunction which occurred on Sept. 10th 1921, in the constellation of Virgo.
La congiunzione Giove-Saturno singola che avvenne il 10 settembre 1921 nella costellazione della Vergine.
".. Wo die wesenhaften Entscheidungen unserer Geschichte fallen, von uns uebernommen und verlassen, verkannt und wieder erfragt werden, da weltet die Welt.  ..."
[M. Heidegger, Der Ursprung des Kunstwerkes, Reclams Ausg. Nr. 8446 , s. 41]

giovedì 11 luglio 2013

I 100 anni del modello atomico di Bohr e i 90 anni del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche

 Seguite l'altroieri 9 e ieri 10 luglio tre interessanti conferenze organizzate dal dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia del Consiglio Nazionale delle Ricerche per ricordare/festeggiare i 100 anni del modello atomico di Bohr (applicazione della teoria dei quanti alla modellizzazione atomica, 1913) ed i 90 anni dello stesso CNR (1923).

Martedì 9 alle 17 nel salone di Ercole di Palazzo Farnese (ambasciata di Francia) ha parlato il premio Nobel 2012 per la fisica, il francese Serge Haroche, sul tema Potenza e stranezza del mondo quantistico.


Ieri pomeriggio, dalle 16 alle 19 passate, nella sala convegni del CNR - nei pressi dell'Univ. della Sapienza - hanno parlato il professore brasiliano Vanderlei Salvador Bagnato su Come la luce e gli atomi fanno vivere meglio le persone ed il 'cervello italiano all'estero' prof. Michele Parrinello sul tema Dal computer agli atomi e ritorno.

E' stata complessivamente un'utilissima e piacevolissima occasione non solo per sentir ripassare in rassegna gran parte delle scoperte della fisica teorica del XX secolo, ma anche per ripensare alle molte applicazioni di esse che hanno già rivoluzionato la nostra vita (ad esempio il laser ed il computer) e per prendere atto delle numerose ulteriori possibilità applicative ora allo studio in molti ambiti della medicina, delle bioscienze, ... ...



domenica 7 luglio 2013

Was ist Metaphysik? Heidegger 1929

Ripreso in mano dopo molto tempo Che cos'è metafisica? di Martin Heidegger, nell'edizione Adelphi 2001. Si  tratta, com'è noto, della Prolusione iniziale che Heidegger tenne nell'Aula magna dell'Università di Friburgo i.B. il pomeriggio del 24 luglio 1929, quando di ritorno da Marburgo si era da poco insediato - come successore di Husserl - sulla prima cattedra di filosofia di quella che era stata la sua università di provenienza.

Chi ha letto questo libricino ricorderà il senso di smarrimento e delusione che provi già all'inizio del testo heideggeriano, laddove Heidegger afferma che, piuttosto che rispondere alla domanda del titolo, egli tratterà invece di una specifica tematica metafisica, quella del  Niente, del nulla ovvero del Ni-ente, del Non-ente. Fu questa anche la mia prima impressione, quando - come leggo dallo scontrino spillato alla fine del libro - lo lessi o tentai di leggerlo a fine novembre 2008 ed immagino che fosse questa anche la reazione del pubblico che ascoltava Heidegger in quella giornata di fine luglio del 1929, ottantaquattro anni fa.

Rileggendolo ora, dopo tutta una serie di scoperte ed elaborazioni di questi ultimi anni, mi accorgo che il testo mi risulta molto più accessibile di cinque anni fa. Il fatto è che Heidegger parlava in quella Prolusione in un gergo volutamente criptico, un gergo che lui stava elaborando da almeno una decina di anni e che era basato - questa la mia convinzione - sulla sua comprensione del comportamento fisico, della dinamica, dell' ente da sempre oggetto di trascendenza e speculazione filosofica: quello delle congiunzioni planetarie tra Giove e Saturno. Come avesse scoperto che l'ente era proprio questo e quali fossero le apparenti dinamiche di esso è ancora oggetto da parte mia di approfondimento e sistematizzazione.

La convinzione cui io sono arrivato è che Heidegger parlando in quell'opera di Niente e di Non-ente parli in realtà della congiunzione Giove-Saturno singola (quella di tipo unicorno, per capirci), la quale quand'è perfetta è anche invisibile perché i due pianeti allineati passano la volta celeste di giorno, nascosti dietro la grande potenza luminosa del Sole. La disposizione dei Quattro, del Geviert heideggeriano, è in tal caso Saturno-Giove-Sole-Terra.

Guardandosi bene dal citare il sottostante fondamento fisico, gigionescamente Heidegger lamenta che la scienza non prenda di petto lo studio del Niente e scrive (pag.64):

"La pretesa sobrietà e superiorità della scienza diventa qualcosa di ridicolo se essa non prende sul serio il Niente. Solo perché il Niente è manifesto, la scienza può fare dell'ente stesso l'oggetto della sua indagine. Solo traendo la sua esistenza dalla metafisica, la scienza può riconquistare sempre di nuovo il suo compito essenziale, che ... consiste ..nel dischiudere, che va attuato sempre di nuovo, l'intero spazio della verità della natura e della storia."

Aveva comunque ricordato nelle pagine precedenti una frase di Hegel, secondo il quale "Il puro essere e il puro Niente è dunque lo stesso" (proposizione su cui  io non sono d'accordo, c'è un 'anti'
di differenza) ed il punto di vista della dogmatica cristiana (p. 62), secondo la quale "il Niente ha il significato di assenza completa dell'ente extradivino.. A questo punto il Niente diventa il concetto opposto all'ente vero e proprio, al summum ens, a Dio come ens increatum. Anche qui l'interpretazione del Niente indica quella che è la concezione fondamentale dell'ente."

Alla domanda finale di Was ist Metaphysik? e cioè:
Warum ist ueberhaupt Seiendes und nicht vielmehr Nichts? cioè
Perché è in generale l'ente e non piuttosto il Niente?

la mia risposta è
Perché il Niente (e l'Anticristo) rimanda al geocentrismo del sistema planetario, cosa che non è.

sabato 22 giugno 2013

Roma, AD 360: abbattuto il Colosso al dio-Sole, arriva l'obelisco lateranense e sorge la prima Basilica di s. Pietro.

[Riprendo e velocemente completo dopo la morte di mia madre. R.i.p.] Lunedì 10 giugno, ho partecipato - nell'aula A della Sezione di studi storico-religiosi della Facoltà di Lettere della Sapienza di Roma - ad un seminario organizzato dalla prof.ssa E. Prinzivalli del Dip. di Storia, culture e religioni. Le relazioni che davano spunto al dibattito erano una (Giovanni e Gesù. Storia di un antagonismo) di Edmondo Lupieri della Loyola University di Chicago  ed una (La creazione di S.Pietro in Vaticano) di Richard Westall della Gregoriana di Roma. Personalmente ho trovato quest'ultima come la più interessante e documentata delle due. Il giovane professore della Gregoriana ha dimostrato - sulla base di testimonianze epigrafiche, letterarie e numismatiche - che l'inizio della costruzione della prima Basilica di s. Pietro, solitamente definita costantiniana, in realtà  non può essere collocato prima dell'AD 357, data della prima ed unica visita a Roma di Costanzo II, il vittorioso figlio superstite e successore di Costantino.

Nel 357 Costanzo venne a Roma - con la moglie Eusebia, la sorella Elena ed una numerosa corte - a celebrare i suoi primi venti anni di regno (vicennalia). Sebbene durata solo un paio di mesi, quella visita - iniziata con l'ingresso trionfale su un cocchio d'oro -  lasciò tracce durature nell'assetto urbanistico della vecchia capitale imperiale. Noto che proprio in quel torno di tempo vi furono infatti 4 importanti cambiamenti: 2 rimozioni/eliminazioni e 2 erezioni/costruzioni.

I) Del grande Colosso dedicato al Sole, che era stato fatto erigere da Nerone circa trecento anni prima e che era molto probabilmente un enorme monumento all'eliocentrismo del sistema planetario, abbiamo le ultime notizie nel Cronografo del 354. Dev'essere dunque caduto/stato-abbattuto proprio in quegli anni, secondo la mia ipotesi proprio in concomitanza con o subito dopo la visita di Costanzo II.

II) Più certa - come accaduta nel 357 - è la rimozione per volere di Costanzo II, dall'aula del Senato romano, dell'altare dedicato alla dea Vittoria, lì posto inizialmente da Augusto nel 29 aC come emblema autorevole della religione dei padri e della pax deorum. Rimozione che rimarrà nonostante i ripetuti interventi in senso contrario del prefetto di Roma Simmaco (ca. 340-420 dc).

Dopo l'eliminazione di questi due importanti e simbolici monumenti della Roma pagana, iniziò la vera e propria cristianizzazione della vecchia capitale imperiale prima

III) con il trasporto a Roma da Alessandria d'Egitto (e l'erezione al centro del Circo Massimo) dell'imponente obelisco (oltre 32m) del faraone Thutmose III (1479-1425 aC), obelisco ora a fianco della Basilica di s. Giovanni in Laterano; poi

IV) con la costruzione della prima Basilica di s. Pietro, come ha messo in evidenza recentemente il detto prof. R. Westall dell'Università gregoriana.

Ecco, il mio modesto suggerimento ai giovani studiosi e ricercatori che mi leggono è quello di inserire questi quattro eventi in un unico quadro di approfondimento del contesto di cristianizzazione di Roma voluto e promosso da Costanzo II.

sabato 1 giugno 2013

Le ultime rivelazioni di Ali Agca sull'attentato del 1981 a Giovanni Paolo II

Chiarelettere ed., Roma 2013
Qualche giorno fa, approfittando del fatto che alle librerie Arion di Roma praticavano lo sconto del 20%, ho acquistato - tra gli altri -  anche l'ultimo libro di Ali Agca, l'attentatore del 1981 a Giovanni Paolo II, uscito da poco presso l'editore Chiarelettere di Roma. Titolo e sottotitolo: Mi avevano promesso il paradiso, La mia vita e la verità sull'attentato al papa.
 
Ormai appassionato dell'argomento come sono, non vi nascondo di aver divorato questo libro in un paio di giorni, alla ricerca di nuove rivelazioni su quell'attentato ancora non chiarito e su quanto di misterioso vi è connesso, a partire dal rapimento di Emanuela Orlandi (del quale il prossimo 22 giugno ricorre il 30° anniversario).
 
Sull'argomento Agca aveva già scritto un altro libro diciassette anni fa, quand'era recluso nel carcere di Ancona: Mehmet Ali Agca, La mia verità, NewtonCompton ed., Roma 1996. In questa prima autobiografia - nella quale arrivava anche a definirsi il novello Gesù Cristo - il giovane turco ricostruiva soprattutto le vicende della sua vita, dalla nascita (9 gennaio 1958) e fanciullezza in un villaggio della Turchia orientale fino all'attentato del 1981 a P.za s. Pietro, al processo e condanna, e alla gradita visita in carcere a Rebibbia (Roma) che Giovanni Paolo II gli fece il 27 dicembre 1983. Concludeva ricordando che il papa aveva ricevuto ben tre volte la sua povera madre analfabeta, il 28 febbraio 1987, il 3 dicembre 1994 ed "il 15 maggio 1996, in occasione del quindicesimo anniversario dell'attentato".
La differenza sostanziale che io ho trovato tra i due libri autobiografici (scritti a 17 anni di distanza) riguarda il periodo che Ali Agca passò in Iran nella primavera del 1980, dopo la facile evasione del 25 novembre 1979 dal carcere militare di Kartal-Maltepe (ov'era detenuto per aver partecipato all'omicidio di un direttore di giornale). Mentre nel primo dei due libri indica per tale sconfinamento il periodo 1 marzo-30 aprile 1980 e ricorda solo l'occupazione dell'ambasciata americana da parte dei giovani studenti pasdaran della rivoluzione islamica,  nel nuovo libro dice apertamente che il viaggio in Iran - per il quale indica ora il periodo metà gennaio-metà maggio 1980 - aveva l'unico scopo di prendere dall'ayatollah Khomeyni in persona, cioè dalla Guida Suprema della rivoluzione islamica, il mandato di uccidere papa Giovanni Paolo II.

L'ayatollah Ruhollah Mustafà
Khomeyni (1902-1989), guida
suprema della rivoluzione
islamica iraniana (gen.-feb. 1979)
Da tramite tra l'ambiente dei Lupi grigi turchi ed il vertice iraniano avrebbe fatto (pag. 53) Ali Ekber Mehdi Pur, imam turco-iraniano di una moschea sciita di Istambul, il quale gli avrebbe fatto conoscere a Teheran l'allora venticinquenne Mohsen Rezai, "pupillo dell'ayatollah Khomeyni." Questi gli avrebbe organizzato prima un periodo di indottrinamento e preparazione al ritorno del Mahdi al centro teologico di Qom con l'ayatollah Jaffar Subhani e poi, il 13 maggio 1980 (cioè esattamente un anno prima dell'attentato di P.za s. Pietro), un incontro notturno con Khomeyni stesso al Palazzo Verde di Teheran.  E' nel corso di tale incontro, conclusosi con una preghiera di un'ora, che l'ayatollah Khomeyni gli avrebbe detto (pag. 101):
"Mehmet Ali, mi hai capito bene. A te, e a nessun altro al posto tuo, tocca uccidere il papa in nome di Allah. Tu devi uccidere il portavoce del diavolo in terra, il vicario di Satana in questo mondo. E' per questo che sei venuto al mondo. E' per questo che Allah ti ha chiamato in questo mondo. E' per questo che egli ti ha condotto fin qui."



Sarà vero quel che dice Agca in quest'ultimo libro? o sarà solo un'ennesima versione di un aspirante killer che invece - realmente -  non sa o sa solo approssimativamente chi furono i veri mandanti che gli armarono la mano?

Io sono propenso a credere che ci sia del vero in quel che Agca afferma anche se è probabile che l'incontro con Khomeyni sia solo un frutto della sua fantasia propensa al sensazionalismo. Non so se una figura della statura della Guida Suprema si sarebbe potuta e voluta esporre così direttamente, in prima persona, nella preparazione di un attentato che a detta della polizia e dei giudici italiani è stato, tutto sommato, molto poco professionale.

Leggendo di questi contatti con i vertici iraniani all'inizio del 1980, mi è comunque tornato in mente - e sono andato a rileggerlo -  un brano de L'eredità di Heidegger di Victor Farias (pag. 143), ove il filosofo iraniano Amir Taheri rivela che:
".. l'ayatollah Khomeyni aveva fondato nel 1980 una corporazione che si era denominata 'Consiglio supremo per la rivoluzione culturale islamica'. Questo doveva essere composto da numerosi mullah e da alcuni pensatori, tra i quali spiccava il leggendario professore di filosofia Ahmad Fardid (1909-1994). Mentre da un lato il Consiglio supremo ripuliva accuratamente le università, dall'altro era stato promosso una sorta di club filosofico formato da mullah e da filosofi non teologi. Uno di questi gruppi si era denominato 'Gli heideggeriani' [...]. Fardid, che si proclamava 'compagno di strada di Heidegger' era la stella del gruppo."
V. Farias ricorda poi che tra i discepoli più attivi di Fardid e di Heidegger vi erano gli allora giovani Reza Davari-Ardakani, attuale presidente dell'Accademia iraniana delle Scienze, e Mahmud Ahmadinejad, presidente della Repubblica islamica dell'Iran. Cioè due dei più tenaci sostenitori dell'intreccio islam-politica.

Altra cosa che mi ha colpito, sia nel nuovo che nel vecchio libro di Ali Agca è il continuo riferimento che lui fa al ritorno del Mahdi, credenza che nell'islam equivale alla parousia, cioè al ritorno di Cristo in Terra per i cristiani. Nel vecchio libro ne parla a pag. 51 e segg., ove ricorda che un certo Ali Bikir, compagno di cella a Kartal-Maltepe, gli profetizzò nel novembre 1979 (poco prima della facile evasione) che lui avrebbe sparato al papa nel quadro appunto del ritorno del Mahdi.

Nel nuovo libro parla a pag. 86 e segg., dove ricorda l'indottrinamento teologico che avrebbe ricevuto nella città santa iraniana di Qom a primavera 1980 da parte dell'ayatollah Jaffar Subhani, prima dell'incontro a Teheran con Khomeyni. A pag 88 Agca riporta tra virgolette le parole di Subhani:
"La parusia, ovvero la manifestazione del dodicesimo imam, potrebbe verificarsi in qualsiasi momento. Nessuno sa quando, nemmeno il Mahdi stesso. Solo Allah detiene il segreto. Nel frattempo, come ha detto il nostro profeta:'La migliore attesa da compiere è l'attesa della manifestazione del Mahdi.' 
Tuttavia la nostra non dovrà essere un'azione passiva, ma votata ai doveri e ai compiti richiesti dal nostro imam. ... ... Dobbiamo con la nostra condotta e il nostro pensiero aprire la strada all'avvento dell'imam .. Dobbiamo essere pronti a rispondere alla sua chiamata, che, quando avverrà, sarà improvvisa. Dobbiamo sostenere i sapienti e le istituzioni che si dedicano alla propagazione dell'Islam e coloro che combattono per la sua causa.
Infine dobbiamo pregare per accelerare il manifestarsi del dodicesimo imam per poi combattere nel suo esercito e diventare  martiri per stabilire il nuovo ordine mondiale islamico."

Ecco è tutta questa insistenza di Agca sul quadro del presunto ritorno del Mahdi unitamente al fatto, da me evidenziato per primo, che l'attentato a Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 avvenne nel bel mezzo della congiunzione Giove-Saturno tripla di quell'anno nella costellazione della Vergine (cfr. curve-diagrammi dietro al titolo del blog), sono questi fatti - dicevo - a farmi pensare che a quell'attentato (e quel che ne è seguito) occorre dare una lettura metafisica nel contesto degli esoterici scontri tra religioni abramitiche. 


giovedì 23 maggio 2013

L'unicorno di Giovanni (21 agosto AD 94)

Diagrammi relativi alla congiunzione Giove-Saturno singola
del 21 agosto AD 94, nella costellazione del Leone
(curva blu: distanza angolare visiva tra i due pianeti, in modulo)
".. e questo è lo spirito dell'anticristo, che udiste che viene e ora è nel mondo di già."

1Gv 4, 3
[da: G.L.Potestà-M.Rizzi,L'Anticristo, vol. I, 2005]

giovedì 16 maggio 2013

The astronomical interpretation of 2Thessalonians 2: 1-12 (Katechon, Antichrist)

The Second Letter or Epistle of Paul to the Thessalonians, often referred as Second Thessalonians, is a book of the New Testament written in Corinth and commonly dated between 51-54 A.D. In the second chapter of this Letter, Paul the Apostle or someone of his disciples is explaining to the Christians in Thessalonika (today Salonica, northern Greece) what will necessarily occur before the Parousia, i.e. the Second Coming of Jesus Christ. As said in the wiki-page devoted to the katechon "Christians must not behave as if the Day of the Lord would happen tomorrow, since the Son of Perdition (the Antichrist of 1 and 2John) must be revealed before. Paul then adds that the revelation of the Antichrist is conditional upon the removal of 'something/someone that restrains it/him' and prevents it/him being fully manifested. Verse 6 uses the neuter gender to katechon; and verse 7 the masculine, o katechon."

Due to the ambiguity of these expressions, many and very different interpretations of this restraining force or power - the katechon - that delays the advent of the Antichrist have beeen proposed during the last 1960 years by dozens of  exegetes, commentators and philosophers. Among others: Roman emperors, the Roman Empire, the Holy Spirit, the Third Person of the Trinity, the Catholic Church, the Papacy, .. ... During the XX century great importance and consideration has been given to this katechontic "restrainer" by the German political thinker Carl Schmitt, who said "One [historian] must be able to name the katechon for every epoch of the last 1948 years. The place has never been empty, or else we would no longer exist." Recently here in Italy the Venetian philosopher Massimo Cacciari wrote a book - "Il potere che frena" ("The restraining power") - on the katechon, seen a la Schmitt in a context of theological-political considerations.

The meditations I made on the matter, within the framework of the new hermeneutics I'm proposing with my book and in this blog, brought me to the conclusions that in 2 Thess 2:1-12 Paul of Tarsus or someone of his disciples is explaining to the Thessalonian Christians that the next Jupiter-Saturn conjunction will be a single J-S conjunction (exactly as it really was on March 26, AD 54) and at the same time why it is being late. As can be seen in the underlying diagramm, when a single J-S conjunction like that of AD 54 is going to happen, for almost one year before the event Jupiter remains on the right of Saturn (lower longitude) as if something or someone restrains it to catch up and to pass Saturn. Only after a 5° oscillation (10° to about 15°, see red curve ) the visual angular distance between the two planets goes down towards zero and  the conjunction endly happens. And now, who or what was restraining the conjunction to occur? The answer is very simple to find observing that for many months before the event the two planets are _in retrograde motion_. This means that the Earth, our planet, in its rotation around the Sun is overcoming both planet-lines: Saturn-Sun and Jupiter-Sun.


 
 Saturn- and Jupiter-longitude in the year preceding the single J-S conjunction
of 54 AD,  March 26 (constellation of Fishes) and soon after.
The red curve indicates the visual angular distance
in modulus between the two planets (values on the right)

In other words the Earth is in the middle, between the planets and the Sun, and only when it will have rotated _out of this middle position_ to the opposite part of its orbit the single J-S conjunction will occur.

So, in the context of the new hermeneutics (l'ermeneutica di Giuseppe or Joseph's planetary hermeneutics) we have reached two important, fundamental conclusions:

I)   the KATECHON of 2 THESS 2, 6-7 is our planet, the EARTH;

My poster on Unicorn as allegoric image of
single Jupiter-Saturn conjunctions
(presented in Liverpool, March 2008)

II)   the MAN OF SIN of 2 Thessalonians or the  ANTICHRIST of the Johannine epistles
is nothing else that the fourfold planetary disposition
SATURN-JUPITER-SUN-EARTH
(see the Liverpool-Berlin poster 2008-2009 here on the right).














This is enough for today, so I close here. Meditate, people !!





 



lunedì 22 aprile 2013

L'enigma del katechon della seconda Lettera ai Tessalonicesi (2Ts 2,1-12) e Massimo Cacciari

Venerdì scorso, 19 aprile, ho ascoltato una conferenza che il prof. Massimo Cacciari ha tenuto a Roma, nella sala grande della biblioteca della Link Campus University (prosecuzione della parificata S. Leone Magno, per la "formazione di professionisti e manager per il mondo che cambia").
All'incontro "Una riflessione sul potere", che prendeva spunto da/e presentava l'ultimo libro di Cacciari "Il potere che frena" (Adelphi, 212 pp., 13 €), partecipavano anche Franco Pizzetti (ordinario di Diritto costituzionale a Torino), Vincenzo Scotti (presidente della Fondazione Link Campus Univ.) ed Anna Maria Cossiga (docente di Antropologia culturale), come moderatrice.

 


Il volume di Cacciari, che ha per sottotitolo "Saggio di teologia politica", prendendo lo spunto dal secondo capitolo della seconda Lettera ai Tessalonicesi (partita da Corinto verso il 53 dC) , tratta della relazione tra teologia e politica nella cristianità occidentale, tematica divenuta centrale - dice il filosofo veneziano - in epoca moderna soprattutto grazie al tedesco Carl Schmitt, che iniziò a trattarne verso il 1932.

In 2 Ts 2, 1-12 Paolo di Tarso o qualcuno del suo seguito parla di un potere denominato in greco katechon, qualcuno o qualcosa che frenerebbe l'Anticristo prima che questi si riveli e sveli definitivamente, Anticristo che comunque verrebbe poi - nel suo ultimo assalto - superato e battuto dal Signore Gesù "con il soffio della sua bocca". Il katechon occupa dunque una posizione di mezzo (p. 60) e solo quando egli/esso si toglierà di mezzo, l'Anticristo potrà rivelarsi.

Sulla scia di Schmitt, Cacciari è del parere (pur con un debole cenno di dubbio, quasi fugacemente espresso a p. 34) che la figura del katechon di 2Ts 2 vada interpretata politicamente, ne ricorda l'identificazione storica da parte di vari autori a volte con l'Impero a volte con la Chiesa, ed afferma che - in questa ottica - il potere politico e civile non può non porsi anche in termini teologici e porgersi invece solo in modo tecnico-amministrativo. La politica, insomma, non potrebbe essere autentica se dimenticasse la propria origine spirituale. Ne derivano, secondo Cacciari, "una ridda di questioni teologico-politiche che continuano ad informare, senza che quasi mai ve ne sia consapevolezza, le nostre idee intorno al potere, alla sovranità, alla relazione tra autorità politica e religiosa, mondana e spirituale. Questioni che la 'secolarizzazione', in quanto dissoluzione di ogni idea di epoca, nasconde in sé, piuttosto che risolvere o superare." Questioni sulle quali poi Cacciari si diffonde nei vari capitoli del non-leggibilissimo libro.

Essendo la seconda volta che ascoltavo Cacciari sull'argomento (la prima era stata nella grande e piena sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma, il 16 marzo scorso) ed avendo nel frattempo autonomamente  riflettuto sull' enigma del katechon, non ho potuto - al momento dei commenti e delle domande - esimermi dal dire chiaramente, apertis verbis, a Cacciari che la sua (e non solo sua) interpretazione politica di quel passo di 2Ts 2, 1-12 a me pare forzata e confuse e cavillose tutte le conseguenti considerazioni ed elaborazioni.
*     *     *
Secondo me, ho detto venerdì 19 aprile, in quel passo di 2Ts Paolo di Tarso o chi per lui - scrivendo nel corso dell'anno 53 (nell'anno e nei mesi che precedono la congiunzione Giove-Saturno singola di fine marzo 54, nella costellazione dei Pesci) - sta precisando che la prossima congiunzione G-S sarà singola, ricordando in modo velato e criptico appunto la dinamica di questo tipo di congiunzioni. Chi ritarda il verificarsi di questo tipo di evento astroNomico - cioè che Giove si allinei con Saturno  e poi lo superi - è la Terra che in questo tipo di congiunzione G-S non deve trovarsi in mezzo tra il Sole e la coppia Giove-Saturno (come sta facendo nel corso del 53), bensì dalla parte opposta dei due pianeti congiunti, rispetto al Sole (come farà a fine marzo 54).

Ne segue, concludendo, che è il nostro pianeta - la Terra - a doversi togliere di mezzo e non più rimandare il verificarsi (sei-sette mesi dopo) di quella particolare disposizione del Geviert planetario, identificata in 2Ts 2 con il nome di Anomos (o Iniquus o Anticristo). In altre parole, il katechon di 2Ts 2 è il pianeta Terra e Paolo (o chi per lui) sta facendo ermetiche considerazioni eliocentriste sulla dinamica delle congiunzioni tra Giove e Saturno.

mercoledì 17 aprile 2013

18 aprile 1881 - la data spartiacque nella vita e nell'opera di Nietzsche

I miei lettori più assidui lo hanno già chiaro, ma per tutti voglio ora ripetere quanto ho già avuto modo di scrivere da vari anni, sia qui che in diversi forum di discussioni storico-filosofiche. E cioè che vi è una data - nella vita di Nietzsche - la quale fa come da spartiacque sia nella sua opera che nella sua vicenda esistenziale: questa data è quella del 18 aprile dell'anno 1881, quando si verificò - al confine tra la costellazione dei Pesci e quella dell'Ariete - una congiunzione Giove-Saturno singola, invisibile nel momento culminante. Ma come è possibile? si chiederà qualcuno tra voi, come è possibile che una congiunzione G-S rimanga invisibile?!
E' possibile - certo la situazione è molto rara! - quando il Geviert viene a trovarsi con il Sole in mezzo, ovvero quando l'allineamento dei Quattro è Saturno-Giove-Sole-Terra. In queste circostanze Giove e Saturno congiunti - visti da Terra - sorgono insieme ma dietro
al Sole (o a pochissima distanza angolare da esso), rimanendo tuttavia nascosti alla vista a causa della grandissima potenza luminosa del Sole. E così restano per tutto il giorno, fino al tramonto. Per i consapevoli iniziati è questo il giorno del dio invisibile [Paolo agli ateniesi] e della meridiana ispirazione dionisiaca.

Ora, per una serie di motivi contingenti, io non ho il tempo di illustrare/ripetere di nuovo come e da cosa si deduca che Nietzsche seguì/osservò questo fenomeno nei mesi precedenti e seguenti il momento culminante, prima da Genova poi da Sils-Maria. E come e perchè proprio in quel tempo Nietzsche sentì l'antica 'chiamata' den cielo, trasformandosi da malandato filologo classico ad esaltato profeta dell'umanità.  Potete tuttavia trovare la decina di articoli che ho scritto sull'argomento cliccando sull'etichetta o label "18 aprile 1881" che trovate nell'elenco qui a destra, un po' più in basso. Buona lettura e buone meditazioni !

La cong. Giove-Saturno singola del 18 aprile 1881
[La curva rossa è la distanza angolare G-S in modulo; valori sull' asse di destra]

mercoledì 3 aprile 2013

Singolarità della situazione astronomica ai primi di aprile dell'anno 35 (Pesach e prima Pasqua cristiana)

L'occultazione di Giove (in congiunzione con Saturno nella costellazione
del  Leone) da parte della Luna il 6 aprile dell'anno 35
In queste giornate dell'anno 35 - siamo verso la fine del regno dell'imperatore Tiberio (succeduto ad Augusto ad agosto del 14 dc) - stava concludendosi, con il secondo 'allineamento' tra Giove e Saturno, la congiunzione doppia del 34-35 nella costellazione del Leone, tra il pianeta più grande (da sempre simbolo di regalità) ed il pianeta più lento e più lontano (El, l'altissimo dio israelitico, l' Antico di giorni del libro di Daniele). La distanza angolare minima tra i due pianeti si ebbe il 3 aprile 35 e fu di 0° 26' 35".

Gaius Cornelius Tacitus
Il primo allineamento di questa congiunzione G-S [congiunzione che - come ho dimostrato anche in convegni internazionali - è il fenomeno di cui riferisce in modo allegorico Tacito parlando di ritorno della fenice in Egitto, Annali 6.28] si era svolto il 5 ottobre del precedente anno 34 con angolo residuo di 0° 26' 46" tra i due pianeti, sempre sullo sfondo della zodiacale costellazione di stelle fisse del Leone. I grafici ora dietro al titolo del blog riportano gli andamenti nel tempo della longitudine di Saturno, di quella di Giove e della distanza angolare (in valore assoluto) tra i due pianeti proprio nei mesi di questa congiunzione.

Alla particolarità di avere un plenilunio (il 1° dopo l'equinozio primaverile) con un concomitante allineamento Giove-Saturno (evento teo-fanico nel giudaismo del seconto tempio secondo i miei studi), si aggiunse a Pesach dell'anno 35 un'altra singolare particolarità, che la sera del 6 aprile 35, quindi 5 gg prima del plenilunio (Pesach, 11.04.35), la Luna (al 79%) occultò per circa un'ora Giove, il figlio. Anzi secondo qualche programma planetario la Luna avrebbe occultato entrambi i pianeti congiunti, cioè sia Giove che Saturno.
Rimane il fatto comunque che al momento del completo plenilunio, 11 aprile sera, Giove e Saturno congiunti a ca. 27' (la Shekinah) erano ben visibili nel cielo notturno a circa 68° dalla Luna.
 
Ecco, volevo condividere con voi, miei lettori (particolarmente con gli amici astrofili ed astronomi), la particolarità, la singolarità di questa situazione astronomica dei primi di aprile del 35, situazione pasquale la cui conoscenza va - secondo me - ancora affinata con ulteriori ricerche e simulazioni.