martedì 7 febbraio 2012

Astronomical Dating of Heidegger's Kehre ovvero Datazione e significato astronomico della 'svolta' heideggeriana

In questi giorni di gelo e di letture, muovendo dalla seconda parte della lettera di risposta che Heidegger scrisse al gesuita W.J. Richardson ai primi di aprile del 1962 (e che quello fu autorizzato a pubblicare come premessa al suo Heidegger.Through Phenomenology to Thought, Nijhoff 1963),  mi sono messo ad approfondire la Kehre, quella famosa svolta che, secondo alcuni (es. Vattimo), farebbe da spartiacque tra una prima fase del pensiero heideggeriano ed una successiva caratterizzata da un mutamento di prospettiva, mentre secondo altri (es. L.P. Hemming) "far from the 'turning' [Kehre] representing a fracture, where Heidegger abandons the existential-temporal analitic of Dasein in favour of an attempt to think only being (das Sein) as such, the 'turning' represents the point of unity in Heidegger's work. This point of unity shows how Dasein and being 'belong together' in 'the event' (das Ereignis)."
Nella lettera al padre gesuita è Heidegger stesso a precisare che, pur avendo apertamente parlato di Kehre per la prima volta nella Lettera sull'umanismo del 1947, la questione della svolta "sollecitava il mio pensiero già un decennio prima del 1947". Precisa poi che:
"La svolta non è in primo luogo un processo nel pensiero che indaga [cioè nel suo pensiero, nota mia]; essa appartiene alla questione stessa indicata con i titoli Essere e tempo e Tempo ed essere." Come dire che è invece un processo esterno al pensiero del filosofo/ricercatore e vedremo presto di che processo si tratta.
Aggiunge ancora:
"La svolta gioca nella questione stessa. Non è inventata da me, né riguarda solo il mio pensiero. Finora non mi è noto alcun tentativo di riflettere su tale questione e di analizzarla in modo critico. Invece di chiacchierare senza fondatezza e senza fine sulla 'svolta', sarebbe più raccomandabile e più fruttuoso impegnarsi finalmente nella questione indicata."
Eccomi! Eccomi a fare (un po' immodestamente) il quarto nella proporzione Fichte : Kant = io : Heidegger . E vedrete presto perchè. Ma andiamo con ordine, nella riflessione auspicata da heidegger eravamo arrivati verso il 1937.
Avendo in mente la mia chiave ermeneutica, vado a verificare e trovo che ad agosto del 1937 Giove distava ancora circa 75° da Saturno e, in coppia, i due pianeti eravano visibili per circa cinque ore della notte, dalle 21:40 circa alle 02:30 del mattino successivo. Poi Giove tramontava. Anche se andava preparandosi l'evento del 1940-41 (la congiunzione G-S tripla nell'Ariete di cui ho altre volte detto) non vedo svolte nel 1937.
Vado indietro prima di due anni poi di altri due, i pianeti si distanziano - ovviamente - e si riducono il numero di ore in cui entrambi sono visibili. Ai primi di agosto del 1933 sono visibili entrambi - molto bassi sull'orizzonte (5-6°) - solo dalle 20:00 alle 21:20, cioè per poco più di un'ora. Incomincio ad intuire cosa dev'essere stata la cosiddetta svolta esterna al pensatore e che riguarda la questione, la cosa stessa.

A questo punto vado a leggere qualcosa di qualificato sulla svolta e, dal IV capitolo (di L. Samonà) della Guida a Heidegger della Laterza (a cura di F. Volpi), scopro che una nota a margine nella copia personale di Heidegger del saggio Vom Wesen der wahrheit - Dell'essenza della verità fa risalire al 1930 "il salto nella svolta (che è essenzialmente ..nell'evento)."
Cercando ancora scopro che la prima conferenza sull'argomento di questo saggio viene tenuta il 14 luglio 1930 a Karlsruhe, allora capitale del land Baden, ed altre poi a Brema (8 ottobre), Marburgo e Friburgo (11 dicembre 1930) e nell'estate 1932 a Dresda.

Ormai convinto di trovare quel che vado cercando, riprendo il software astronomico e .. cosa trovo?

Trovo che nella notte dal 26 al 27 luglio 1930 Giove e Saturno erano praticamente a 180° uno dell'altro, cioè verso la sera del 26 mentre Saturno sorgeva Giove tramontava e, verso l'alba del 27  accadeva il viceversa, Giove sorgeva mentre Saturno tramontava. I due pianeti non erano mai visibili contemporaneamente.

Come si vede dai grafici soprastanti, a partire dalle ore 04:30 del 27 luglio 1930  la distanza angolare tra Giove e Saturno incomincia a diminuire. E continuerà a diminuire lentamente ma continuamente per tutti i prossimi 10 anni, finchè  i due pianeti non daranno luogo alla congiunzione tripla del 1940-41 nella costellazione dell'Ariete.


La svolta è dunque avvenuta, da questo momento - 04:30 del 27 luglio 1930 - a causa della sua maggiore velocità angolare Giove incomincerà ad avvicinarsi sempre di più a Saturno, in una lenta ma continua Zeitigung der Zeit che avrà come sua conclusione l'Ereignis del 1940-41, l'epocale ritorno dell'Essere. La Kehre è dunque la trasposizione filosofica, nell'ermetico linguaggio heideggeriano, del fatto astronomico descritto.
Gli scritti di Heidegger di questo periodo e dei successivi hanno lo scopo di dimostrare quanto coscienziosamente lui si preparasse ad Esserci all'appuntamento con l'Essere di dieci anni dopo.


Quali conclusioni possiamo trarre da questa critica e fruttuosa (secondo l'auspicio di Heidegger) riflessione sulla svolta-Kehre ?
1) La prima e più importante è la conferma che le congiunzioni Giove-Saturno giocano ed hanno giocato un ruolo fondamentale nella storia della filosofia e della metafisica occidentale.
2) La seconda è che la fenomenologia e la temporalità delle congiunzioni tra Giove e Saturno sono in particolare la chiave interpretativa per decrittare tutta l'opera di Martin Heidegger.
3) La terza è che il filosofo della Foresta Nera era scientificamente molto meno naive di quanto a volte potesse/volesse sembrare, oppure aveva amici/consiglieri fisici e/o astronomi.
4) La quarta è che, sebbene egli si sforzasse di rendere criptico ed ermetico ogni suo discorso, pure un'opera di decifrazione e decrittazione è possibile e necessaria.

Queste mi sembrano al momento le principali conclusioni e risultati che è possibile trarre. Data anche l'ora tarda, chiudo perciò qui augurando a ciascuno di voi una buona notte. E speriamo anche che questo freddo passi presto. Bye, Giuseppe

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