mercoledì 24 agosto 2011

Coming back to Heidegger: "The reason we cannot accept your proposal ...

is that it is too speculative and far-fetched for an academic conference. This does not mean that it could not be interesting but the setting of our conference is not the right one."

With this official motivation the paper has been refused that I would have presented to the 2011-May Heidegger-Meeting in Messkirch (Germany), paper the Abstract of which you can now read here above, carefully I hope.

giovedì 18 agosto 2011

Martedì sera, 16 agosto, al nuovo Planetario di Roma ...

... la serata era dedicata alle comete (C come Cometa) e prevedeva due spettacoli, uno alle 21 dedicato alle comete in generale ("Le comete, vagabonde del Sistema solare") e l'altro alle 22:30 dedicato alla presunta cometa di Natale ("La cometa di Natale"). Incuriosito da questa seconda parte dello spettacolo, così fuori tempo rispetto alla cadenza delle festività di fine anno, mi sono recato con tutta la famiglia a sentir parlare della tematica cui nei Planetari di molte città europee e americane è dedicata una conferenza verso la fine dell'anno e i primi di gennaio (quando i Magi concludono il loro viaggio) dell'anno successivo.
Anche se per vari motivi mi aspettavo di più, nell'insieme lo spettacolo - al fresco dell'aria condizionata della cupola di 14 metri del nuovo planetario di Roma all'EUR  - non è stato male, anche se il taglio era decisamente divulgativo. Lo speaker ha ricordato correttamente che il primo ad associare una cometa alla Natività è stato Giotto, in uno dei quadri della Cappella degli Scrovegni a Padova (dipinta intorno al 1305), e che nessuno lo aveva fatto per tredici secoli. Ha anche ricordato la supernova che Keplero vide da Praga a gennaio 1604, di poco successiva alla congiunzione Giove-Saturno del dicembre 1603, e l'ipotesi di questo scienziato che un'analoga sequenza di eventi potrebbe essersi verificata all'epoca della Natività. Non si soffermato sul fatto che Keplero (che valutava in 20 anni esatti il periodo di ripetizione medio delle congiunzioni G-S) non parlò nei suoi lavori del 7 a.C. ed ha invece fatto vedere sulla cupola cosa sia una congiunzione G-S tripla (con uno degli allineamenti che avviene mentre i pianeti sono in moto retrogrado), ricordando che quella tripla del 7 a.C. avvenne nella costellazione dei Pesci, importante per il popolo ebraico antico. Ha anche citato due o tre comete, tutte piuttosto flebili, che casualmente nel corso di questi duemila anni di sono presentate proprio.
Insomma ha messo bene in evidenza che l'ipotesi oggi più accreditata da un punto di vista astronomico riguardo alla cosiddetta 'stella di Betlemme' è quella che si sia trattato della congiunzione G-S tripla nei Pesci del 7.a.C., mentre ha omesso di citarne tanti particolari significativi. Il più importante tra questi è secondo me che la congiunzione G-S tripla (ma anche la doppia, quindi la G-S multipla) ha una durata complessiva molto prossima a quella di una gravidanza umana ed è molto probabile, ma molto probabile, che venisse vista nell'antichità come una sorta di gravidanza celeste, alla fine della quale doveva necessariamente nascere un figlio del cielo, un figlio divino. E' questo che fece di quel fenomeno un segno celeste particolarmente gradito a tutti coloro (re, profeti, aspiranti messia, ...) che potevano in qualche modo fregiarsene.

Insomma, per concludere, si è trattato sì di un bello spettacolo, che tuttavia secondo me può essere reso ancora più interessante e coinvolgente.

sabato 13 agosto 2011

Ancora su Naram-Sin, uno dei primi messia

Sulla figura di quello che io ho chiamato il 'messia degli Accadi', Naram-Sin (2254-2218), il nipote di Sargon, e sulla famosa stele del Louvre che porta il suo nome, vorrei stasera riportare quanto scrivono due ricercatori del dipartimento di Antichità orientali del Louvre stesso, Annie Caubet e Patrick Pouyssegur, nel loro Assiro-Babilonesi e civiltà del vicino Oriente, ed. KeyBook/Rusconi 2001, un libro che ho trovato da poco in vacanza, fortemente scontato.

A pag. 76, scrivono i due autori:

"Nel 2254, con la successione al potere di Naram-Sin .. lo stato accadico divenne un vero e proprio impero.Il nuovo sovrano si dedicò innanzitutto al consolidamento dello stato accadico" intraprendendo tutta una serie di campagne militari contro l'irredentismo delle città sumere e la continua ribellione delle popolazioni semi-nomadi insediate nelle zone periferiche dell'impero.
"La famosa stele di Naran-Sin commemora la vittoria su Satuni, re dei Lullubi [che popolavano le montagne dello Zagros centrale]. La composizione raffigura il sovrano trionfante in testa alle sue truppe su uno sfondo paesaggistico caratterizzato da montagne alberate. ... ... Per la prima volta appaiono su di una stele una serie di simboli astronomici [*]verso i quali si eleva Naram-Sin, sfoggiando la tiara con corna, attributo tradizionalmente riservato agli dei.

I documenti scritti testimoniano anche la deificazione di questo re lungo il corso della sua vita. Gli scribi fanno precedere il nome di Naram-Sin dal segno che specifica una connotazione divina. Egli venne chiamato 'dio dell'Accadia'[*], ed era con il suo nome che si prestava giuramento. Anche il potere accadico aveva cambiato natura: con una connotazione divina, la monarchia non poteva che essere universale ed estendersi fino ai limiti del mondo civilizzato. Naram-Sin fu così investito della nuova nomina di 'Re delle quattro regioni', ovvero della totalità del mondo."
[*evidenzato da parte mia]

Sulla mia interpretazione di quei due corpi celesti come i pianeti Giove e Saturno in congiunzione doppia tra i primi di gennaio e la fine di luglio del 2230 a.C. (cfr. grafici qui sopra a destra) rimando ad un mio post precedente del 15 ottobre 2009. Di quel post in italiano, ma dal titolo in inglese The puzzling Naram-Sin's victory stele, mi piace riportare qui la conclusione:

"Detto in altre parole, la scena riportata nella stele rappresenta l'unzione divina (celeste, cioè astronomica) di Naram-Sin ad opera della congiunzione Giove-Saturno del 2230 a.C., una sorta di sua elezione e proclamazione a messia degli accadi.
Anche se, ironia della storia, il grande impero che si estendeva dall'Anatolia e dalle coste del Mediterraneo fino al Golfo Persico e all'altopiano iranico sopravviverà a Naram-Sin meno di cinquant'anni. Com'è successo del resto altre volte nella storia ad imperi e Reich già ritenuti millenari."