sabato 24 settembre 2011

L'unicorno ad Otranto

Non solo nel pavimento del Duomo di Siena, ma anche in quello della Cattedrale di Otranto (LE) troviamo traccia dell' esoterismo cristiamo. La differenza con Siena è che, conoscendosi esattamente l'epoca di realizzazione del mosaico pavimentale di Otranto: 1163-1166,  su quest'ultimo si può fare qualche interessante considerazione in più.
Autore di quest'opera imponente nella Cattedrale della città che, per l'importanza del suo porto, aveva all'epoca il ruolo di ponte tra Oriente ed Occidente, fu il mosaicista Pantaleone (Pantaleonis presbiteri), molto probabilmente - a detta di tutti gli studiosi dell'opera - un monaco basiliano, di origine greca, del vicino monastero di San Nicola di Casole, situato pochi chilometri a sud di Otranto. "In tale monastero i monaci basiliani avevano costituito la più vasta biblioteca dell'allora occidente oltre ad aver istituito la prima forma di college nella storia, che ospitava ragazzi provenienti da tutta Europa che si recavano ad Otranto per studiare.  ... I Codici prodotti in questo monastero sono ora custoditi nelle migliori biblioteche d'Europa, da Parigi a Londra, da Berlino a Mosca." (http://it.wikipedia.org/wiki/Otranto)
Per realizzare quest'opera, che è stata definita "un enigmatico percorso in un labirinto teologico", Pantaleone oltre ad essere un valente mosaicista doveva avere una approfondita conoscenza teologica ed una vasta cultura. Il mosaico infatti si compone ( http://it.wikipedia.org/wiki/Pantaleone ) oltre che di scene dell'Antico e Nuovo Testamento anche di storie e personaggi dell'antica cultura pagana e del più recente mito di re Artù, nonchè di immagini di un Bestiario medioevale. Tra queste non poteva mancare - ed infatti non manca - l'immagine dell' unicorno o liocorno, in un tondo nel quale secondo alcuni Pantaleone ha rappresentato anche se stesso.
La cosa curiosa che io ho scoperto e che volevo qui sottolineare è che proprio nel periodo di realizzazione del pavimento della Cattedrale di Otranto stava verificandosi una congiunzione Giove-Saturno del tipo allegorizzato secondo me dall'immagine dell'unicorno. La congiunzione G-S singola è quella cui si riferiscono i grafici qui sopra a destra e dietro il titolo deo blog, culminata in un allineamento tra i due pianeti alla longitudine di  291° 39' (quindi nel Capricorno) verificatosi l' 11 dicembre del 1166, con un angolo residuo minimo tra Giove e Saturno di soli 9' 58" (equivalente a circa 1/3 di diametro lunare).
Questa straordinaria coincidenza è naturalmente una forte prova a sostegno di quanto ho rappresentato nei poster di Liverpool-Berlino relativamente all'unicorno come allegoria della congiunzione G-S singola. E - insieme ad altre - ci conferma che tutti i passi della Bibbia in cui si parla di monokeros, di 'corno di salvezza' (come ad es. Luca 1,68-69), ... possono ora, anzi devono, essere interpretati in modo nuovo, cioè in modo a-stro-no-mi-co. Per quanto strano possa sembrare.

domenica 18 settembre 2011

L'unicorno a Siena

Particolare del pavimento del Duomo di Siena
La presenza del gruppo delle Grazie nella Libreria o Biblioteca Piccolomini (Pio II, Pio III) del Duomo di Siena è come abbiamo visto una chiara traccia di esoterismo cristiano. Se ciò è vero non dovrebbero mancare nella città toscana riferimenti all'altra immagine allegorica legata alle congiunzioni Giove-Saturno, cioè all' unicorno (anche detto, alla francese, liocorno o leocorno). Ed infatti non mancano, a riprova del fatto che i senesi eminenti la sapevano lunga.
Il primo di questi riferimenti è nella tarsia del bellissimo pavimento del Duomo al centro della quale vi è la Lupa che allatta i gemelli. Tra gli otto tondi che circondano l'immagine centrale, che simboleggiano città amiche di Siena, uno rappresenta proprio un cavallo con un corno in fronte, cioè un unicorno, con la scritta Viterbium, cioè Viterbo (cfr. immagine qui sopra). Lo strano è che la città di Viterbo non ha un unicorno nel suo stemma, ma - dal duecento - un leone con una bandiera. Una possibilità è che il mitico ed esoterico animale fosse anticamente presente nello stemma di Viterbo, un'altra è che si richiamasse con quell'immagine del pavimento un particolare legame di Siena, cioè di qualche gruppo senese, con la famiglia Farnese (che aveva l'unicorno come emblema familiare) e con la cittadina - Farnese (VT), nei pressi del lago di Bolsena e di Viterbo - originaria della famiglia omonima e distante lungo la via Francigena verso Roma meno di 100 km da Siena.

Il secondo riferimento al mitico ed esoterico animale è nientemeno il nome stesso di una delle diciassette contrade storiche di Siena, la Contrada del Leocorno il cui nome viene dai senesi colloquialmente abbreviato in Leco. Il motto della Contrada è "Fiede et risana al par l'arma c'ho in fronte", mentre l'oratorio della stessa è nella chiesa di San Giovannino della Staffa, la quale sembra sorga sulle rovine - guardacaso - di un antico tempio di Giove. Per altre notizie sulla Contrada rinvio alle seguenti esaustive pagine di Wikipedia:

A quanto sembra, infine, lo stemma dell'unicorno era molto popolare in Toscana trovandosi il liocorno nel gonfalone del quartiere di s. Maria Novella a Firenze, della società di s. Maria al Prato di Pistoia e delle Porta di capo di Ponte a Prato.

venerdì 9 settembre 2011

Le Grazie nel Duomo di Siena (i.e. Sienese esotericism)

Il gruppo scultoreo delle Tre Grazie
nella Biblioteca Piccolomini (papi Pio II e nipote Pio III) del Duomo di Siena
Una cosa che non sapevo, ma che ho appreso con piacere (poi vi spiegherò perchè), è che all'interno dell'imponente Duomo di Siena è inaspettatamente presente il gruppo scultoreo delle tre Grazie, una copia romana antica di un originale greco del III sec. a.C.
Chi mi segue con qualche continuità sa (e ha letto _qualche mese fa_ su questo blog) che io interpreto il gruppo delle Grazie e la particolare posizione della Grazia centrale (che mostra sempre il suo lato-B) come immagine allegorica della congiunzione Giove-Saturno tripla, che comporta due allineamenti planetari (il I ed il III) con i due pianeti in fase di moto progressivo ed uno, il II, quello centrale, con i pianeti in fase di moto retrogrado (lato B della Grazia centrale). 
Chi mi segue con qualche assiduità sa anche quanta importanza io attribuisca alle due congiunzioni Giove-Saturno multiple verificatesi all'epoca delle origini del cristianesimo, la G-S tripla del 7 a.C. nei Pesci e la G-S doppia del 34-35 nel Leone (la fenice di Tacito, Annali 6.28).

Ciò ricordato, sarà chiaro a tutti perchè ho accolto con piacere questa informazione: vedo quella collocazione di una statua pagana in un ambiente cristiano come una riprova, come una conferma dell' esattezza della mia teoria interpretativa sul gruppo delle tre Grazie ed ancor più in generale come una conferma dell'esattezza del nuovo paradigma ermeneutico che vado proponendo in questo blog.

Il particolare nient'affatto secondario è che l'allestimento della Libreria annessa al Duomo fu voluto dal cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (poi papa Pio III 1503) per contenere la ricca biblioteca di famiglia, già appartenuta a suo zio, il papa Pio II (1458-64), cioè il grande umanista Enea Silvio Piccolomini (1405-1464). Sembra che il gruppo delle Grazie  sia stato donato ai Piccolomini - zio papa e nipote cardinale - intorno al 1460 dal cardinale Prospero Colonna (1410-1463), che lo aveva rinvenuto durante scavi in una sua proprietà.

A quanto pare la nudità delle tre simboliche fanciulle in alcune epoche storiche (papato di Pio IX, epoca fascista) fu giudicata inadatta ad un ambiente del Duomo, per cui il gruppo delle Grazie ha fatto più volte la spola tra la collocazione iniziale ed il Museo annesso al duomo. Si veda per questo:  http://it.wikipedia.org/wiki/Libreria_Piccolomini

venerdì 2 settembre 2011

Il mio regalo ai filosofi analitici dell'ECAP7 *** My present to the Analytic Philosophers of ECAP7

Ho appreso purtroppo solo ieri che dall'1 al 6 settembre 2011 sarà, anzi è, in corso a Milano (presso l'Università San Raffaele, l'Università statale e l'Università cattolica) la settima Conferenza Europea di Filosofia Analitica ovvero la Seventh European Conference of Analytic Philosophy (ECAP7). Dico purtroppo perchè se lo avessi saputo prima avrei anche potuto cercare di organizzarmi per partecipare a quello che si annuncia come un maxi-convegno con circa 350 relatori, sette-otto sessioni tematiche parallele, .. e figure di primo piano del pensiero filosofico europeo e mondiale.
E' stata questa comunque un'utile occasione sia per conoscere qualcosa di più della European Society of Analytic Conference ESAP che per approfondire il duello, la contrapposizione, tra filosofi analitici e filosofi continentali. Ho così appreso che l' ESAP è nata ufficilmente nel 1991, nel villaggio svizzero di Zinall, che fondatore di essa è riconosciuto Kevin Mulligan e che
'Analytic philosophy is characterized above all by the goal of clarity, the insistence on explicit argumentation in philosophy, and the demand that any view expressed be exposed to the rigours of critical evaluation by peers. The universality of these values is one of the reason for the current revival of analytic philosophy in continental Europe after the long interruption due to the Second World War and the North American exile of many European philosophers.' [dal sito dell' ESAP]

Mi pare di capire che sia un tentativo di importare in ambito filosofico qualcosa di analogo al metodo utilizzato dalla scienza moderna, impiegando grande attenzione alla logica, alla chiarezza del linguaggio, all'analisi dei concetti, alle procedure di discussione e al confronto delle opinioni. Il tutto come reazione del  pragmatico mondo anglosassone a tutta una serie di correnti filosofiche del XX secolo che, soprattutto in Germania e Francia, avevano posto attenzione sì a grandi concetti ma con linguaggi astrusi e contorti o criptici: vedi ad esempio la filosofia e gli scritti (102 volumi!) di Heidegger.

Poichè mi pare di ritrovare nelle motivazioni di fondo della nascita dell'ESAP ragioni analoghe a quelle che hanno mosso me ad applicarmi a decifrare l' heideggeriana Seinsgeschichte (mi riconosco insomma abbastanza nell'approccio analitico alle questioni filosofiche, anche se mi pare piuttosto utopistico che della filosofia si possa fare una scienza rigorosa in senso stretto), ho deciso di ripubblicare qui - come modesto omaggio a tutti i partecipanti all'ECAP7 - il sintetico Abstract che inviai a gennaio di quest'anno al comitato organizzatore dell'incontro su Heidegger, tenutosi a fine maggio a Messkirch.
Con la segreta speranza di poter un giorno parlare di queste tematiche dinanzi ad una platea di filosofi analitici (a qualcuno dei quali ho già passato alcuni miei scritti).
Buon lavoro a tutti, GDC