giovedì 26 maggio 2011

Una cosa che non sapevo, ...

 ... ma che in definitiva non mi ha stupito più di tanto, l'ho appresa leggendo un libro su Emanuela Orlandi appena uscito, di cui si stanno facendo appena adesso le presentazioni: Mia sorella Emanuela di Fabrizio Peronaci (giornalista del Corriere della sera) e Pietro Orlandi (il fratello di Emanuela), edizioniAnordest 2011.

La cosa di cui parlo è che tra i 34 messaggi pervenuti a vari destinatari nei quattro mesi successivi all'appello di Giovanni Paolo II del 3 luglio 1983 per la liberazione di Emanuela, rapita il 22 giugno, alcuni recano - come firma dei mittenti - la sigla Phoenix, sì proprio il nome del mitico uccello di cui si parla tanto in questo blog.

Si tratta - come leggo alle pagine 114-115 del libro suddetto, e poi al successivo capitolo Phoenix, una rivelazione, pp. 129ss) - di cinque messaggi/lettere fatte pervenire il 22, 24 e 27 settembre, l' 8 ottobre ed il 13 novembre 1983. La prima fu fatta trovare "tra due messali, sul poggiagomiti di un confessionale" (p. 133), la seconda "nel confessionale della chiesa di San Silvestro (p. 138), l'ultima "tra due vasi sotto un altarino sulla salita di San Sebastianello, vicino piazza di Spagna" (p. 140); delle altre due il libro non dice. Come si vede, la fenice firmataria sembrava muoversi senza problemi/imbarazzi all'interno e all'esterno di chiese, nei pressi di confessionali e di immagini sacre.

Dicevo che questo fatto delle firme Phoenix sui comunicati di quel periodo non mi ha stupito più di tanto: il motivo è CHE (come vado dicendo e dimostrando ormai da anni) la fenice è/era immagine allegorica delle congiunzioni Giove-Saturno multiple, un raro fenomeno astroNomico che appare strettamente connesso alla storia del cristianesimo, E CHE l'attentato a papa Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 avvenne - guardacaso - proprio nel bel mezzo della congiunzione G-S tripla del 1981, l'ultima del XX secolo (cfr. diagrammi qui a fianco: il 13 maggio è in corrispondenza di una delle linee verticali: a quella data Giove era alla destra del 'padre' Saturno).

Come si vede, il puzzle Orlandi ha ancora qualche elemento in più di quel che si credeva, ma forse qualche elemento che potrebbe finalmente consentire di individuare - tra le molte piste finora seguite e suggerite - quella giusta per arrivare alla soluzione dell'intricata vicenda.

sabato 21 maggio 2011

Giulia, il fratello Paolo III e l'unicorno dei Farnese

Giglio Farnese
Sabato passato 14 maggio, come molti ricorderanno, in tutta Europa i musei statali rimanevano aperti - con accesso gratuito per tutti - anche la sera e la notte fino alle 02:00. E' stato così che, visitando con un paio di amici Castel Sant'Angelo, la fortezza papalina sorta nei secoli intorno e sopra all'originario mausoleo dell'imperatore Adriano, e prendendo spunto da una lapide nella Loggia di Paolo III (1534-1549), decorata con unicorni, ho scoperto la particolare predilezione della famiglia Farnese per l'immagine dell' unicorno. Il mitico animale ricorre talmente tante volte negli stemmi, nei quadri, nelle decorazioni di palazzi, giardini e fontane di questa potente famiglia laziale, originaria inizialmente del piccolo comune di Farnese (prov. di Viterbo, a sinistra del lago di Bolsena), da potersi sicuramente considerare proprio il simbolo della famiglia Farnese.

Vergine con liocorno
Domenichino 1506
Pal. Farnese, Roma
Come è in dettaglio riportato nel sito web  http://www.pitturaedintorni.it/ldg/010rosini.htm , vi sono almeno tre quadri e affreschi famosi aventi per oggetto la dama con l'unicorno che si ritiene ritraggano le sembianze della bellissima Giulia Farnese (ca. 1475-1524), giovanissima amante ufficiale (concubina papae) dell'anziano e famigerato Alessandro VI (1492-1503) Borgia, grande amica di sua figlia Lucrezia e sorella del futuro pontefice Paolo III Farnese (creato cardinale a 25 anni nel 1493 proprio da Alessandro VI).

Essi sono:
- un affresco del Domenichino nella galleria Carracci a Palazzo Farnese di Roma (l'attuale Ambasciata di Francia);
- un altro affresco nella Stanza del Perseo, appartamento di Paolo III a Castel S.Angelo;
- un dipinto nella stessa Stanza, attribuito a Luca Longhi (prima metà XVI sec.).


Dama con liocorno
Luca Longhi, ca. 1520
Sala Perseo, Castel S.Angelo

Come è riportato nel sito citato, "Giulia si identificava nell'emblema di famiglia tanto da far inserire gli unicorni
nell'iconografia degli affreschi dapprima nel castello Orsini di Bassanello (Vasanello) e successivamente nella sua residenza di Carbognano". "Quando i Borgia caddero in disgrazia dopo la morte di papa Alessandro VI (agosto 1503), [infatti] Giulia che era rimasta vedova nel 1500, aveva già da molto tempo un'altra vita nel suo castello di Carbognano."

Per concludere, direi che questa insistita ricorrenza iconografica dell'unicorno (del monokeros) nelle decorazioni della rampante famiglia laziale dei Farnese conferma - se ve ne fosse ancora bisogno - che l'immagine del mitico animale è fondamentale (insieme a quella della fenice, phoenix) in tutto quanto ruota intorno alla storia palese e segreta del cristianesimo e della Chiesa.

Ironia della storia per la famiglia Farnese fu che il Concilio di Trento (1545-1563), convocato proprio da Paolo III ma durato ben oltre la sua morte (1549), proibirà [dopo la pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico] l'impiego della figura dell'unicorno nelle immagini sacre.

lunedì 16 maggio 2011

Attentat auf Johannes Paul II: Interesse fuer die seinsgeschichtliche Interpretation-Perspektive

In quest'ultima settimana, quella nella quale ricorreva il 30° anniversario dell'attentato a papa Giovanni Paolo II del 13 maggio1981, le visite a questo blog si sono più che raddoppiate con forte incremento tanto dalle città e località italiane quanto dai paesi stranieri (Indonesia, Messico, India, Germania, Brasile, Filippine, ..). Molto letti - oltre all'attuale pagina iniziale - sono stati gli articoli del gennaio e maggio 2010 ed in genere tutti quelli nei quali mettevo in evidenza che l'attentato non è avvenuto in una data casuale, qualunque, ma in una invece molto significativa non solo (e non tanto) perchè ricorrenza di quel 13 maggio 1917 dell'apparizione della Madonna a Fatima, ma anche perchè esso attentato è avvenuto nel bel mezzo di una delle (di norma rare) congiunzioni Giove-Saturno triple, cioè di quegli eventi astroNomici a ripetizione multipla nell'arco di 7-8 mesi che tanta importanza hanno avuto nella storia delle origini del cristianesimo (congiunzione G-S tripla del 7 aC nei Pesci e congiunzione G-S doppia del 34-35 nel Leone, la fenice di Tacito, Annali 6.28), come vado illustrando ormai da anni.

E' segno, secondo me, che va facendosi strada - in tutti coloro che cercano di capire qualcosa di più dello strano (e probabilmente atteso) attentato del 1981 - una prospettiva interpretativa nel quadro della Seinsgeschichte, si della heideggeriana (ma anche 'nicciana') storia dell'essere, dell'apparire e del divenire. Una prospettiva che potrebbe portare non solo a capire meglio quell'evento ormai parte integrante del mito del beato Giovanni Paolo II, ma forse anche qualcosa di più del rapimento di Emanuela Orlandi e dell'altra ragazza nel 1983.

sabato 7 maggio 2011

In questi giorni di 30 anni fa, nel 1981, era in pieno corso ...

... di svolgimento, come si può rilevare dai grafici qui a fianco e come ciascuno anche direttamente può verificare, la seconda congiunzione Giove-Saturno tripla del XX secolo. Il primo 'allineamento' dei due pianeti con la Terra si era avuto all'inizio dell'anno, precisamente il 1° gennaio 1981 con una distanza angolare residua/minima tra i due pianeti di 1° 2' 51", mentre il secondo - quello con entrambi i pianeti in fase di moto retrogrado - si era verificato il 4 marzo 1981, con un angolo residuo di 1° 3' 21" (vedasi curva verde). Per effetto di questo secondo allineamento, Giove - visto ovviamente da Terra - era tornato alla destra del 'padre' Saturno e ne stava ancora allontanando. Tra qualche settimana 'padre' e 'figlio' avrebbero ripreso a muoversi di moto progressivo ed il 24 luglio di quell'anno avrebbero dato vita al loro III allineamento, con angolo residuo di 1° 6' 16". Dopodichè Giove si sarebbe definitivamente allontanato verso est da Saturno; fine della congiunzione di quell'anno e .. arrivederci tra circa vent'anni.

Com'è noto ai miei lettori più assidui, io sostengo da anni che ci dev'essere e che c'è un legame, una qualche relazione tra questo (solitamente raro) evento astronomico e l'attentato di cui fu oggetto il 13 maggio 1981 il papa Giovanni Paolo II ad opera del giovane turco, allora 23enne, Mehmet Ali Agca. Riflettere - in questi tempi problematici - sulla coincidenza temporale tra la situazione astroNomica G-S indicata e l'attentato a G.P.II potrebbe portare ad una lettura completamente nuova di uno degli eventi più oscuri della storia della Chiesa, evento di cui sono ancora misteriose tanto le motivazioni quanto i mandanti. Ovvero il significato complessivo.

Nel cap. XIV del suo La mia verità (libro scritto nel 1996, con la collaborazione della giornalista A.M. Turi, Newton&Compton ed.), M. Ali Agca racconta delle due settimane di vacanza e di meditazione che trascorse all' Hotel Flamboyan di Palma di Maiorca dal 24-25 aprile al 9 maggio di 30 anni fa, proprio alla vigilia dell'attentato di Piazza S. Pietro. Come dice lui stesso, di questo periodo "i momenti più importanti erano quelli della notte". Riporto qualche suo brano di quel capitolo:

"Io sono qui per un solo motivo: pensare, meditare, mille volte in due settimane, sia di giorno, in mezzo alla natura, accanto al mare, sia nel silenzio della notte, e per decidere finalmente cosa fare riguardo al progetto dell'attentato.  ...
... avevo ventitrè anni ...
I momenti più importanti erano quelli della notte. Quasi ogni notte andavo a meditare in un posto particolare, lontano circa cento metri dall' Hotel Flamboyan, un posto sul mare, solitario, dove c'era una scalinata con una ringhiera. Era una bella scoperta per un lupo solitario come me.
Dopo cena, andavo ad affacciarmi alla ringhiera per meditare davanti a Dio, davanti alla mia coscienza, uomo solo sotto il cielo limpido, sopra il mare indifferente."


Anche se lui non ne parla, almeno esplicitamente (perchè poi la sua preghiera del 13 mattina sarà, pag. 152, a "Dio unico e unito eternamente..") è un dato di fatto astroNomico, quindi verificabile da chiunque, che in quelle notti di meditazione fino al 9 maggio sulla costa ovest di Palma di Maiorca Agca poteva veder sorgere ad est, dal mare, verso le 21 la coppia Giove-Saturno (a meno di 3° uno dall'altro) e poteva osservarla attraversare tutta la volta celeste sulla sua testa, fino a tramontare ad ovest verso le 4:30 del mattino.

Rientrato il 9 maggio da Palma a Milano, nel pomeriggio del 13 maggio 1981 intorno alle 17 Mehmet Ali Agca è puntuale lì a P.zza S. Pietro, a svolgere - quanto inconsapevolmente? - il suo ruolo 'messianico' (suo punto di vista) e di catalizzatore nel processo di adempimento di storiche profezie (Fatima).

Il singolare di tutta questa storia singolare è che essa era iniziata già un anno e mezzo prima, nell'autunno del 1979, quando Ali Agca era in carcere perchè coinvolto nell'omicidio del direttore di un importante quotidiano turco e Giovanni Paolo II era in procinto di visitare la Turchia. Attenzione alle date (che rilevo dal citato libro di M.A. Agca, pp.49 e seg.):
  •  18 novembre 1979: annuncio del viaggio di G.P.II in Turchia;
  •  25 nov.: Alì Agca - vestito da militare - viene fatto evadere;
  •  27-28 nov.: arrestato il soldato che ha fatto evadere A. Agca, mentre lui scrive una lettera di minacce anche di morte a papa Giovanni Paolo II, in arrivo, pubblicata sulla prima pagina del più autorevole giornale politico turco;
  • 28-30 novembre: visita del papa in Turchia, ricevuto in tono minore, senza suoi discorsi pubblici e non come capo di stato, ma solo come 'ospite illustre'. (inoltre: "Corse voce che il papa fosse stato persuaso a indossare un giubbotto antiproiettile.", p. 50 op. cit.)
Per concludere questo articolo illustrativo del complicarsi delle cose quando cielo e Terra si incontrano, va infine ricordato quanto disse - preveggendo gli eventi del 1981 - Giovanni Paolo II a Fulda durante il suo viaggio in Germania di un anno dopo, novembre 1980:

"Ci dobbiamo preparare a sopportare da qui a non molto delle grandi prove che esigeranno la nostra disponibilità a sacrificare anche la vita e una sottomissione totale a Cristo e per Cristo. Con la vostra preghiera e la mia, è ancora possibile diminuire questa prova, ma non è più possibile evitarla, perchè è in questa maniera solamente che la Chiesa può essere veramente rinnovata. Quante volte il rinnovamento della Chiesa s'è operato nel sangue! Non sarà diversamente anche questa volta. ... ..."