mercoledì 21 dicembre 2011

La congiunzione Giove - Saturno tripla del 7 a. C. nella costellazione dei Pesci

La congiunzione tra i pianeti Giove e Saturno dell'anno di Roma 747 (il futuro 7 a.C., ovvero anno -6 nei software astronomici) avvenne nell'ampia costellazione dei Pesci, dalla parte di questa che confina con la costellazione dell'Ariete.                                                                                                   Ancora più prossima al confine tra le due costellazioni, sempre nei Pesci (longitudine 358° 20'), sarebbe poi stata quella singola di ca. sessant'anni dopo, cioè quella del 54 d.C., quando Paolo di Tarso incominciò a scrivere le sue famose Lettere (che sono i primi documenti del cristianesimo, cioè i più antichi).                                                                                                           Per inciso, in questa stessa costellazione dei Pesci era già entrato da 200-150 anni, ma muovendosi nel verso opposto a quello delle congiunzioni dette (cioè dall'Ariete ai Pesci) il punto gamma dell'equinozio di primavera che, muovendosi alla velocità di ca. 1° ogni 72 anni, all'inizio di primavera del 54 dc si trovava più o meno nella posizione dell' unicorno di Paolo, cioè della congiunzione G-S singola di quell'anno.
Tornando alla memorabile congiunzione G-S del 7 ac, quella che passò alla storia come stella di Betlemme, diremo che mentre l' unico allineamento eliocentrico dei due pianeti si ebbe il 1° settembre, i tre allineamenti geocentrici (1E <=> 3G) si ebbero - come si vede dai grafici sottostanti - alle seguenti date e longitudini e con le seguenti distanze angolari residue/minime (d.a.r):
- il 29 maggio, alla longitudine geocentrica di ca. 351°, con d.a.r. di 59' 6",
- il 1° ottobre, alla long, geoc. di ca. 347°, con d.a.r. di 58' 29" e

- il 5 dicembre, alla long. geoc. di ca. 345°, con d.a.r. di 1° 3' 15".
Tra le congiunzioni G-S triple questa del 7 aC da un punto di vista astronomico non fu una particolarmente perfetta, prima di tutto per i differenti intervalli di tempo tra I e II allineamento e tra II e III, rispettivamente più di 4 mesi e solo 64-65 giorni. Poi perchè anche nei tre momenti di massima vicinanza o allineamento, i due pianeti non apparvero mai più vicini di circa 1°, equivalente a circa due diametri lunari. Insomma vi furono sì tre 'allineamenti', ma nessuno particolarmente stretto. Rimane comunque il fatto che i due pianeti rimasero per molti mesi a fare un armonico balletto nel cielo notturno: la loro distanza angolare infatti rimase inferiore a 3° dal 27 aprile del 7 ac fino al 14 gennaio del 6 ac, cioè per quasi 9 mesi. Una sorta di gravidanza celeste insomma, il contesto ideale per la nascita di qualcuno - come Gesù Cristo - riconosciuto contemporaneamente figlio del cielo e figlio d'uomo.
Diremo per concludere, che in questi giorni di quell'anno (2017 anni fa) la congiunzione G-S che attirò tanto l'attenzione dei Magi volgeva ormai a termine: Giove era tornato da un paio di settimane alla sinistra del 'padre' Saturno (quindi era visibile più ad est di esso) e se ne allontanava sempre più: la distanza angolare di circa 1,5° cresceva infatti ormai al titmo di circa 3' per notte.
I due pianeti si sarebbero di nuovo incontrati tra circa vent'anni, nell'agosto del 14 dC, alla morte di Augusto.

venerdì 16 dicembre 2011

Il tempo delle fenici (ovvero: congiunzioni G-S dal tempo dei Maccabei a quello di Bar Kochba)

I grafici che vedete ora qui sopra, dietro al titolo del blog, si riferiscono alla congiunzione tra i pianeti Giove (la 'stella' reale nell'interpretazione degli antichi) e Saturno (El, la 'stella' di Ysra_El) che ebbe luogo nell' anno di Roma 747 (il futuro 7 a.C.) nella costellazione zodiacale dei Pesci. E' il fenomeno che secondo la gran parte degli studiosi rappresenta la cosiddetta "stella di Betlemme" del vangelo di Matteo.
Si tratta, come si può ben vedere, di una congiunzione G-S tripla cioè di una di quelle che nell'arco di 6-7 mesi comportano ben tre allineamenti tra i due pianeti e la Terra (ove noi osservatori siamo). Esse sono dovute al fatto che - al momento dell'allineamento eliocentrico tra Giove e Saturno - anche la Terra vierne a trovarsi su quell'asse o ne è poco discosta (max 29°), evento astronomicamente a bassa probabilità. I tre allineamenti hanno luogo, come ricordava agli antichi evoluti il gruppo delle tre Grazie, due in fase di moto progressivo dei pianeti (I e III allineamento) ed uno (quello centrale, il II) con i due pianeti in fase di moto retrogrado (lato B della Grazia centrale). L'allineamento centrale - corrispondente al minimo centrale della curva verde sovrastante) può a volte (quando la Terra è più discosta dall'asse) fondersi con il I o con il III dando luogo ad una cong. G-S doppia o pseudo tale).
E' questo allora imprevedibile* fenomeno delle congiunzioni G-S multiple (triple o doppie) che, come ho dimostrato in più convegni (sia in Italia che all'estero), era complessivamente allegorizzato con l'immagine della fenice. (Si vedano al riguardo, qui, articoli su Tacito e Annali 6,28).

Bene, tutto ciò premesso, mi rimane da giustificare il perchè del titolo di questo articolo, "Il tempo delle fenici". Esso deriva dal fatto che sono andato a verificare il tipo di congiunzioni G-S verificatesi nei tre secoli tra il 165 a.C. ed il 135 d.C. ed ho trovato che delle sedici congiunzioni tra Giove e Saturno verificatesi in questo periodo ben 10 (ca. 62%) sono del tutto o quasi del tipo multiplo, cioè del tipo fenice, una percentuale più che tripla di quanto teoricamente prevedibile a priori  (16-20%).
Si tratta, come ciascuno di voi può verificare o far verificare, delle congiunzioni G-S del 165, 146-145, 126, 46 e 7 a.C ed ancora del 14, 34-35 (la fenice al tempo di Tiberio, Tacito Annali 6,28), 74, 113-114 e 134 d.C.
Ecco perchè per quei tre secoli, così importanti per la storia della Judea/Palestina e per la storia del mondo, ho parlato di tempo delle fenici, un'espressione che mi piacerebbe venisse ripresa da qualche storico professionale che mi legge.
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[*oggi è prevedibile, ma solo tramite simulazioni con software astronomico; per sua natura il fenomeno è algoritmicamente imprevedibile, rientrando tra i fenomeni dinamici cosiddetti caotici.]

lunedì 12 dicembre 2011

Amare e possedere

Tra i libri acquistati di recente che ho iniziato a sfogliare (non ancora a studiare con piena attenzione) c'è La fede filosofica di K.Jaspers, edizione italiana della Raffaello Cortina ed. A pag. 17 il traduttore e curatore (Umberto Galimberti) riporta una citazione di Jaspers che mi ha suscitato un dubbio. Vi riporto la citazione poi vi dico il dubbio.

"Il termine greco filosofo (philosophos) è stato foggiato in contrapposizione al termine sophos. Esso sta a significare colui che ama la conoscenza (il sapere), in contrapposizione a colui che, possedendo la conoscenza, è detto sapiente. Questo significato della parola è a tutt'oggi ancora valido."


Poste le cose così, cioè fatta la netta distinzione tra l'amare semplicemente la conoscenza ed il pienamente possederla (cioè averla fatta propria, almeno in qualche ambito), si potrebbe anche pensare che il filosofo sia uno che ama parlare e discettare di tutto senza avere alcuna conoscenza approfondita delle cose di cui parla, cioè senz'essere sapiente in alcun ambito.
Mi pare che Jaspers, dicendo che i due termini sono tutt'oggi ancora contrapposti (lui scriveva  quella frase nel 1953), escluda la possibilità che vi siano filosofi sapienti ovvero sapienti filosofi in grado di comprendere e chiarire quella che Galimberti chiama ripetutamente l' "ascosità dell'essere".

E' proprio per questo motivo, questa esclusione, che introducendo Jaspers Galimberti può scrivere che:

"Essa [filosofia] non è più il 'sistema' che con le sue categorie logiche afferra e organizza il reale per dominarlo, ma è la 'via' che si incammina verso la verità (auf dem Wege der Wahrheit), lungo sentieri non più regolati dalla norma razionale del giorno (das Gesetz des Tages), ma dalla passione per la notte (die Leidenschaft zur Nacht), la cui oscurità è più consona all'ascosità dell'essere e al limite delle possibilità umane che il pensiero occidentale ha tentato inutilmente di oltrepassare."

Il mio commento a questa frase è che la sua genericità e fumosità e la sottolineatura di presunti limiti del pensiero occidentale (e umano in generale) siano lì ad indicare che una filosofia così concepita arriverà alla sua meta, alla verità, non prima del 3000.. quando dai 7 miliardi attuali l'umanità sarà arrivata.. chissà dove.. chissà a quanto .. e chissà come.

Il dubbio che ho, per concludere, è di natura personale. Mi vengo chiedendo se, con le scoperte fatte e con gli interessi che ora coltivo (e nonostante tutto), io debba sentirmi più un sapiente filosofo oppure un filosofo sapiente.

Auf bald, Giuseppe.

martedì 22 novembre 2011

Nicodemo e gli Elohim

Riprendendo dopo un paio di settimane, volevo stamattina - come modesto contributo al dipanamento di qualcuna delle intricate matasse che ci imbrigliano la mente - rendervi nota una mia poesia, una poesia che ho scritto circa tre settimane fa per partecipare ad un corcorso bandito da una certa associazione culturale. Eccola (fate voi i pochi, semplici e necessari collegamenti per capirne il senso completo):

Nicodemo e gli Elohim

Mentr'erano anche
dalla caprese Villa Jovis osservati,
dagli Elohim in Palestina
nella notte stellata
sentiva dirsi il pio Nicodemo:

"Noi fummo, siamo e diveniamo
ma non come sembriamo.
Rinascere devi dall'alto
se di noi, del cielo l'essenza comprender vuoi,
sì dall'alto
se sai."

Ma il pio giudeo non capiva
purtroppo
e pensieroso rimaneva.

domenica 6 novembre 2011

Ricordo di Vincenzo Cerulli (1859-1927) e di un suo articolo sulle congiunzioni tra Giove e Saturno

Questa sera vorrei ricordare Vincenzo Cerulli, il fondatore dell'Osservatorio astronomico di Collurania (Teramo) ed un suo articolo sulle congiunzioni G-S pubblicato nel 1911, giusto cento anni fa. 
Nato a Teramo nel 1859 da un'antica famiglia abruzzese e laureatosi in fisica alla Sapienza di Roma nel 1881, V. Cerulli fu per vari anni astronomo presso gli osservatori di Bonn, Berlino e del Collegio Romano. Fondato a proprie spese l'Osservatorio di Teramo, poi donato allo Stato e tuttora attivo, vi fu attento osservatore del pianeta Marte, sostenendo fondatamente - tra i primi - che i famosi 'canali' marziani fossero solo illusioni ottiche, e vi fu scopritore nel 1910 di uno dei maggiori asteroidi della fascia principale, il 704 Interamnia (dal nome latino di Teramo).
La comunità astronomica ne ricorda il nome nella denominazione su Marte di un cratere d'impatto di 130 km di diametro ed in quella dell'asteroide 31028-Cerulli. 

Di Cerulli vorrei qui ricordare un articolo che scoprii nel 2006 (quindi dopo che avevo effettuato tutta una serie di miei studi e simulazioni al computer sulle congiunzioni G-S e pubblicato il mio libro, 2001) e che, conservato nella Biblioteca provinciale "G. D'Annunzio" di Pescara, potei avere per prestito interbibliotecario tramite una biblioteca della mia zona. Si tratta dell' articolo Le congiunzioni di Giove con Saturno, che l'astronomo teramano pubblicò sulla Rivista di Astronomia e Scienze affini, Anno V, aprile 1911.
Grande fu il mio piacere quando ritrovai in questo articolo tutta una serie di risultati e di conclusioni sulle congiunzioni Giove-Saturno che autonomamente avevo già trovato sei-sette anni prima, all'epoca degli studi e delle simulazioni al computer che portarono alla pubblicazione del mio libro Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, keybooks 2001. 

Molto originale nell'articolo di Cerulli, che ha taglio quasi esclusivamente tecniso-astronomico, è un diagramma (quello che si vede nell'immagine qui sopra a destra) che, traducendo graficamente le formule trigonometriche relative alle posizioni di Giove e di Saturno 'osservati' dal punto di vista geocentrico e dal punto di vista eliocentrico, permette di passare facilmente dalle date di occorrenza delle congiunzioni G-S eliocentriche a quelle geocentriche e viceversa e per queste ultime di stabilire se esse furono/sono/saranno singole o multiple (cioè triple o doppie).

I lettori che volessero avere copia di questo articolo senza seguire la via bibliotecaria possono farmene richiesta all'indirizzo giuseppedotdec at liberodotit. 

domenica 30 ottobre 2011

Constantine's XP-vision on October 27th, 312, in Saxa Rubra (Milvian Bridge)


Constantine's XP-vision
on the evening of October 27th, 312, in direction South-West
[G. De Cesaris, Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana, 2001]
What Constantine could really see in the evening sky of those last days of October 312 was the lining up of the four planets Mars, Saturn, Jupiter, Venus while background was the Capricorn constellation. Taking into consideration the fact that the stars of this zodiacal constellation form a figure like the letter P, it is easy to see in the superimposing of these two pictures the caeleste signum dei XP (chi-rho), i.e. the beginning of the word Christ in Greek language.

This is in my opinion the origin of the the symbol which, according to the legend, Constantine put on his soldiers' shields before the battle against Maxentius.

mercoledì 26 ottobre 2011

Ponte Milvio, 28 ottobre 312: una vittoria nel segno dell'unicorno

L'unicorno alato
davanti alla sede RAI di Roma-Saxa Rubra 
Tra un paio di giorni, il 28 ottobre, ricorrono gli anniversari di due famose marce su Roma: quella costantiniana che fece seguito alla battaglia di Saxa Rubra/Ponte Milvio del 28 ottobre 312 e quella mussoliniana del 28 ottobre 1922. Della casualità di data di quest'ultimo evento si potrebbe forse anche discutere, ma è sulla battaglia tra Massenzio e Costantino che vorrei dire qualcosa di nuovo.

Un particolare importante da prendere in considerazione, finora mai tenuto in conto nelle ricostruzioni della discesa di Costantino da Treviri (Germania) verso Roma e nei tentativi di decrittare la sua famosissima visione prima della battaglia, è a mio parere la congiunzione tra Giove e Saturno che andava maturando proprio in quei mesi del 312 nella costellazione del Capricorno e che ebbe il suo culmine con l' allineamento dei due pianeti il 13 dicembre di quell'anno. Si trattò, come si vede bene dai grafici qui sotto di una congiunzione G-S singola, dunque di tipo unicorno secondo la mia interpretazione allegorica. Non è un caso secondo me che sul luogo della battaglia sia sorta la sede più importante della RAI-TV, la Radiotelevisione pubblica italiana, e che all'ingresso di essa si trovi oggi un gigantesco e dorato unicorno alato.
Come si vede dal grafico qui a destra, la distanza angolare tra i due pianeti - di circa 6° a fine aprile quando Costantino entro in Italia per il passo del Monginevro - invece che continuare a diminuire prese ad aumentare nei successivi 3 mesi e mezzo, arrivando ad oltre 10° intorno all' 8 agosto. Nei successivi 4 mesi poi essa scese uniformemente da tale valore fino al valore minimo di soli 0° 13' 25", raggiunto dopo la battaglia, precisamente il 13 dicembre 312, ad una longitudine di circa 283° (Capricorno). Al 28 ottobre a Giove mancavano ancora più di 5° per raggiungere Saturno.

L'idea che io mi son fatto, considerando l'importanza delle congiunzioni G-S in moltissime vicende della storia giudaica prima e cristiana poi, è che Costantino - consigliato dai suoi astrologi/astronomi - abbia in qualche modo tenuto conto dell'evolversi della congiunzione G-S ed abbia assunto una posizione temporeggiatrice (invece di dare l'assalto a Roma) anche a rischio di finire nella stagione delle piogge (fine ottobre/novembre). Se Massenzio - ingannato dal lungo temporeggiare di Costantino - non fosse uscito lui da Roma a dare battaglia, forse Costantino avrebbe atteso ancora di più, perchè la congiunzione G-S non era ancora nella sua pienezza.

Per ironia della storia, la congiunzione G-S dalla quale Costantino, allora emergente campione cristiano, si lasciò guidare in quell'anno 312 fu (risultò probabilmente a posteriori) di tipo unicorno, cioè singola e molto stretta, proprio il monokeros che - secondo i miei studi - era stato sacralizzato nel giudaismo del secondo tempio come teofania della divinità monoteistica, cioè come visita e presenza di essa.
Dev'essere stato per questo (anche o solo per questo?) che Costantino tolse agli ebrei il divieto - imposto da Adriano 178 anni prima, cioè nel 135 alla fine della rivolta di Bar Kochba - di risiedere o anche solo di metter piede a Gerusalemme (ora Aelia Capitolina), pena la morte. Divieto che fu rimosso tuttavia solo per un giorno all'anno, per andare a piangere e pregare sul luogo ove sorgeva il tempio, nel giorno anniversario della distruzione di esso da parte di Tito.

Dirò per concludere che la situazione astroNomica spiega anche, a parer mio, l'origine del c.d. monogramma costantiniano XP (chi.ro), costituito dalle prime due lettere della parola 'Cristo' in greco, un 'chi' seguito da un 'rho'. Ma di questo parleremo domani o dopodomani, con l'aiuto di un disegno tratto dal mio Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana. 

martedì 11 ottobre 2011

Who reads and what is read

In the first nine months of this year 2011 this blog has been visited more then 12 times each day by visitors coming from 110 different countries, going from great nations down to little ones like Rwanda, Singapore, Qatar, Azerbaijan, Nepal, ... Excluding from the count the casual visits, it results that about 80% of meaningfull visits comes from Italy, while 18% of them have been from the following main countries:
Mexico, India, USA, Romania, Philippines, Brazil, Germany, Switzerland,  South Korea, Spain, Argentina, Colombia, France, Pakistan, Poland, Venezuela.

Among the most-read posts there are those presenting the 1981 attempt on John Paul II as an episode of the Being history (the heideggerian Seinsgeschichte), those on the vergilian puer and the IV eclogue, those with the M. Cacciari's advice on the new hermeneutics, those on my interpretation of  Tacitus' phoenixes (Annals 6.28), those on Tiberius' voluntary retirement to Rhodes, those on Nietzsche and Heidegger,  those on Naram-Sin's victory stele, those on the new beginning date of the astronomical Pisces age, those on the allegorical image of the unicorn or monokeros, those on my Liverpool-Berlin posters, ... ...

mercoledì 5 ottobre 2011

Luca e la casa di Davide

SE quel che abbiamo detto nel post precedente è vero, cioè che il corno di salvezza di Luca (1. 68-69) è una particolare congiunzione tra Giove e Saturno, e noi - come andiamo illustrando - abbiamo moltissimi elementi per ritenere che lo sia, che sia vero, allora ne segue che - muovendosi i due pianeti nell'intorno del piano dell'eclittica (cioè del piano orbitale della Terra) ed allineandosi essi ogni circa 20 anni all'interno della fascia zodiacale di stelle fisse - ne segue dicevo che la casa di Davide di cui in Lc 1. 69 altro non può essere che una delle dodici costellazioni zodiacali, quella nella quale appunto si verificò la congiunzione G-S cui l'evangelista fa riferimento.

Tanto basti per ora. Vedremo meglio prossimamente, cari lettori, se - nel quadro di questa interpretazione astroNomica - Luca ha commesso errori e quali eventualmente. Buona giornata a tutti, Giuseppe.

sabato 24 settembre 2011

L'unicorno ad Otranto

Non solo nel pavimento del Duomo di Siena, ma anche in quello della Cattedrale di Otranto (LE) troviamo traccia dell' esoterismo cristiamo. La differenza con Siena è che, conoscendosi esattamente l'epoca di realizzazione del mosaico pavimentale di Otranto: 1163-1166,  su quest'ultimo si può fare qualche interessante considerazione in più.
Autore di quest'opera imponente nella Cattedrale della città che, per l'importanza del suo porto, aveva all'epoca il ruolo di ponte tra Oriente ed Occidente, fu il mosaicista Pantaleone (Pantaleonis presbiteri), molto probabilmente - a detta di tutti gli studiosi dell'opera - un monaco basiliano, di origine greca, del vicino monastero di San Nicola di Casole, situato pochi chilometri a sud di Otranto. "In tale monastero i monaci basiliani avevano costituito la più vasta biblioteca dell'allora occidente oltre ad aver istituito la prima forma di college nella storia, che ospitava ragazzi provenienti da tutta Europa che si recavano ad Otranto per studiare.  ... I Codici prodotti in questo monastero sono ora custoditi nelle migliori biblioteche d'Europa, da Parigi a Londra, da Berlino a Mosca." (http://it.wikipedia.org/wiki/Otranto)
Per realizzare quest'opera, che è stata definita "un enigmatico percorso in un labirinto teologico", Pantaleone oltre ad essere un valente mosaicista doveva avere una approfondita conoscenza teologica ed una vasta cultura. Il mosaico infatti si compone ( http://it.wikipedia.org/wiki/Pantaleone ) oltre che di scene dell'Antico e Nuovo Testamento anche di storie e personaggi dell'antica cultura pagana e del più recente mito di re Artù, nonchè di immagini di un Bestiario medioevale. Tra queste non poteva mancare - ed infatti non manca - l'immagine dell' unicorno o liocorno, in un tondo nel quale secondo alcuni Pantaleone ha rappresentato anche se stesso.
La cosa curiosa che io ho scoperto e che volevo qui sottolineare è che proprio nel periodo di realizzazione del pavimento della Cattedrale di Otranto stava verificandosi una congiunzione Giove-Saturno del tipo allegorizzato secondo me dall'immagine dell'unicorno. La congiunzione G-S singola è quella cui si riferiscono i grafici qui sopra a destra e dietro il titolo deo blog, culminata in un allineamento tra i due pianeti alla longitudine di  291° 39' (quindi nel Capricorno) verificatosi l' 11 dicembre del 1166, con un angolo residuo minimo tra Giove e Saturno di soli 9' 58" (equivalente a circa 1/3 di diametro lunare).
Questa straordinaria coincidenza è naturalmente una forte prova a sostegno di quanto ho rappresentato nei poster di Liverpool-Berlino relativamente all'unicorno come allegoria della congiunzione G-S singola. E - insieme ad altre - ci conferma che tutti i passi della Bibbia in cui si parla di monokeros, di 'corno di salvezza' (come ad es. Luca 1,68-69), ... possono ora, anzi devono, essere interpretati in modo nuovo, cioè in modo a-stro-no-mi-co. Per quanto strano possa sembrare.

domenica 18 settembre 2011

L'unicorno a Siena

Particolare del pavimento del Duomo di Siena
La presenza del gruppo delle Grazie nella Libreria o Biblioteca Piccolomini (Pio II, Pio III) del Duomo di Siena è come abbiamo visto una chiara traccia di esoterismo cristiano. Se ciò è vero non dovrebbero mancare nella città toscana riferimenti all'altra immagine allegorica legata alle congiunzioni Giove-Saturno, cioè all' unicorno (anche detto, alla francese, liocorno o leocorno). Ed infatti non mancano, a riprova del fatto che i senesi eminenti la sapevano lunga.
Il primo di questi riferimenti è nella tarsia del bellissimo pavimento del Duomo al centro della quale vi è la Lupa che allatta i gemelli. Tra gli otto tondi che circondano l'immagine centrale, che simboleggiano città amiche di Siena, uno rappresenta proprio un cavallo con un corno in fronte, cioè un unicorno, con la scritta Viterbium, cioè Viterbo (cfr. immagine qui sopra). Lo strano è che la città di Viterbo non ha un unicorno nel suo stemma, ma - dal duecento - un leone con una bandiera. Una possibilità è che il mitico ed esoterico animale fosse anticamente presente nello stemma di Viterbo, un'altra è che si richiamasse con quell'immagine del pavimento un particolare legame di Siena, cioè di qualche gruppo senese, con la famiglia Farnese (che aveva l'unicorno come emblema familiare) e con la cittadina - Farnese (VT), nei pressi del lago di Bolsena e di Viterbo - originaria della famiglia omonima e distante lungo la via Francigena verso Roma meno di 100 km da Siena.

Il secondo riferimento al mitico ed esoterico animale è nientemeno il nome stesso di una delle diciassette contrade storiche di Siena, la Contrada del Leocorno il cui nome viene dai senesi colloquialmente abbreviato in Leco. Il motto della Contrada è "Fiede et risana al par l'arma c'ho in fronte", mentre l'oratorio della stessa è nella chiesa di San Giovannino della Staffa, la quale sembra sorga sulle rovine - guardacaso - di un antico tempio di Giove. Per altre notizie sulla Contrada rinvio alle seguenti esaustive pagine di Wikipedia:

A quanto sembra, infine, lo stemma dell'unicorno era molto popolare in Toscana trovandosi il liocorno nel gonfalone del quartiere di s. Maria Novella a Firenze, della società di s. Maria al Prato di Pistoia e delle Porta di capo di Ponte a Prato.

venerdì 9 settembre 2011

Le Grazie nel Duomo di Siena (i.e. Sienese esotericism)

Il gruppo scultoreo delle Tre Grazie
nella Biblioteca Piccolomini (papi Pio II e nipote Pio III) del Duomo di Siena
Una cosa che non sapevo, ma che ho appreso con piacere (poi vi spiegherò perchè), è che all'interno dell'imponente Duomo di Siena è inaspettatamente presente il gruppo scultoreo delle tre Grazie, una copia romana antica di un originale greco del III sec. a.C.
Chi mi segue con qualche continuità sa (e ha letto _qualche mese fa_ su questo blog) che io interpreto il gruppo delle Grazie e la particolare posizione della Grazia centrale (che mostra sempre il suo lato-B) come immagine allegorica della congiunzione Giove-Saturno tripla, che comporta due allineamenti planetari (il I ed il III) con i due pianeti in fase di moto progressivo ed uno, il II, quello centrale, con i pianeti in fase di moto retrogrado (lato B della Grazia centrale). 
Chi mi segue con qualche assiduità sa anche quanta importanza io attribuisca alle due congiunzioni Giove-Saturno multiple verificatesi all'epoca delle origini del cristianesimo, la G-S tripla del 7 a.C. nei Pesci e la G-S doppia del 34-35 nel Leone (la fenice di Tacito, Annali 6.28).

Ciò ricordato, sarà chiaro a tutti perchè ho accolto con piacere questa informazione: vedo quella collocazione di una statua pagana in un ambiente cristiano come una riprova, come una conferma dell' esattezza della mia teoria interpretativa sul gruppo delle tre Grazie ed ancor più in generale come una conferma dell'esattezza del nuovo paradigma ermeneutico che vado proponendo in questo blog.

Il particolare nient'affatto secondario è che l'allestimento della Libreria annessa al Duomo fu voluto dal cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (poi papa Pio III 1503) per contenere la ricca biblioteca di famiglia, già appartenuta a suo zio, il papa Pio II (1458-64), cioè il grande umanista Enea Silvio Piccolomini (1405-1464). Sembra che il gruppo delle Grazie  sia stato donato ai Piccolomini - zio papa e nipote cardinale - intorno al 1460 dal cardinale Prospero Colonna (1410-1463), che lo aveva rinvenuto durante scavi in una sua proprietà.

A quanto pare la nudità delle tre simboliche fanciulle in alcune epoche storiche (papato di Pio IX, epoca fascista) fu giudicata inadatta ad un ambiente del Duomo, per cui il gruppo delle Grazie ha fatto più volte la spola tra la collocazione iniziale ed il Museo annesso al duomo. Si veda per questo:  http://it.wikipedia.org/wiki/Libreria_Piccolomini

venerdì 2 settembre 2011

Il mio regalo ai filosofi analitici dell'ECAP7 *** My present to the Analytic Philosophers of ECAP7

Ho appreso purtroppo solo ieri che dall'1 al 6 settembre 2011 sarà, anzi è, in corso a Milano (presso l'Università San Raffaele, l'Università statale e l'Università cattolica) la settima Conferenza Europea di Filosofia Analitica ovvero la Seventh European Conference of Analytic Philosophy (ECAP7). Dico purtroppo perchè se lo avessi saputo prima avrei anche potuto cercare di organizzarmi per partecipare a quello che si annuncia come un maxi-convegno con circa 350 relatori, sette-otto sessioni tematiche parallele, .. e figure di primo piano del pensiero filosofico europeo e mondiale.
E' stata questa comunque un'utile occasione sia per conoscere qualcosa di più della European Society of Analytic Conference ESAP che per approfondire il duello, la contrapposizione, tra filosofi analitici e filosofi continentali. Ho così appreso che l' ESAP è nata ufficilmente nel 1991, nel villaggio svizzero di Zinall, che fondatore di essa è riconosciuto Kevin Mulligan e che
'Analytic philosophy is characterized above all by the goal of clarity, the insistence on explicit argumentation in philosophy, and the demand that any view expressed be exposed to the rigours of critical evaluation by peers. The universality of these values is one of the reason for the current revival of analytic philosophy in continental Europe after the long interruption due to the Second World War and the North American exile of many European philosophers.' [dal sito dell' ESAP]

Mi pare di capire che sia un tentativo di importare in ambito filosofico qualcosa di analogo al metodo utilizzato dalla scienza moderna, impiegando grande attenzione alla logica, alla chiarezza del linguaggio, all'analisi dei concetti, alle procedure di discussione e al confronto delle opinioni. Il tutto come reazione del  pragmatico mondo anglosassone a tutta una serie di correnti filosofiche del XX secolo che, soprattutto in Germania e Francia, avevano posto attenzione sì a grandi concetti ma con linguaggi astrusi e contorti o criptici: vedi ad esempio la filosofia e gli scritti (102 volumi!) di Heidegger.

Poichè mi pare di ritrovare nelle motivazioni di fondo della nascita dell'ESAP ragioni analoghe a quelle che hanno mosso me ad applicarmi a decifrare l' heideggeriana Seinsgeschichte (mi riconosco insomma abbastanza nell'approccio analitico alle questioni filosofiche, anche se mi pare piuttosto utopistico che della filosofia si possa fare una scienza rigorosa in senso stretto), ho deciso di ripubblicare qui - come modesto omaggio a tutti i partecipanti all'ECAP7 - il sintetico Abstract che inviai a gennaio di quest'anno al comitato organizzatore dell'incontro su Heidegger, tenutosi a fine maggio a Messkirch.
Con la segreta speranza di poter un giorno parlare di queste tematiche dinanzi ad una platea di filosofi analitici (a qualcuno dei quali ho già passato alcuni miei scritti).
Buon lavoro a tutti, GDC

mercoledì 24 agosto 2011

Coming back to Heidegger: "The reason we cannot accept your proposal ...

is that it is too speculative and far-fetched for an academic conference. This does not mean that it could not be interesting but the setting of our conference is not the right one."

With this official motivation the paper has been refused that I would have presented to the 2011-May Heidegger-Meeting in Messkirch (Germany), paper the Abstract of which you can now read here above, carefully I hope.

giovedì 18 agosto 2011

Martedì sera, 16 agosto, al nuovo Planetario di Roma ...

... la serata era dedicata alle comete (C come Cometa) e prevedeva due spettacoli, uno alle 21 dedicato alle comete in generale ("Le comete, vagabonde del Sistema solare") e l'altro alle 22:30 dedicato alla presunta cometa di Natale ("La cometa di Natale"). Incuriosito da questa seconda parte dello spettacolo, così fuori tempo rispetto alla cadenza delle festività di fine anno, mi sono recato con tutta la famiglia a sentir parlare della tematica cui nei Planetari di molte città europee e americane è dedicata una conferenza verso la fine dell'anno e i primi di gennaio (quando i Magi concludono il loro viaggio) dell'anno successivo.
Anche se per vari motivi mi aspettavo di più, nell'insieme lo spettacolo - al fresco dell'aria condizionata della cupola di 14 metri del nuovo planetario di Roma all'EUR  - non è stato male, anche se il taglio era decisamente divulgativo. Lo speaker ha ricordato correttamente che il primo ad associare una cometa alla Natività è stato Giotto, in uno dei quadri della Cappella degli Scrovegni a Padova (dipinta intorno al 1305), e che nessuno lo aveva fatto per tredici secoli. Ha anche ricordato la supernova che Keplero vide da Praga a gennaio 1604, di poco successiva alla congiunzione Giove-Saturno del dicembre 1603, e l'ipotesi di questo scienziato che un'analoga sequenza di eventi potrebbe essersi verificata all'epoca della Natività. Non si soffermato sul fatto che Keplero (che valutava in 20 anni esatti il periodo di ripetizione medio delle congiunzioni G-S) non parlò nei suoi lavori del 7 a.C. ed ha invece fatto vedere sulla cupola cosa sia una congiunzione G-S tripla (con uno degli allineamenti che avviene mentre i pianeti sono in moto retrogrado), ricordando che quella tripla del 7 a.C. avvenne nella costellazione dei Pesci, importante per il popolo ebraico antico. Ha anche citato due o tre comete, tutte piuttosto flebili, che casualmente nel corso di questi duemila anni di sono presentate proprio.
Insomma ha messo bene in evidenza che l'ipotesi oggi più accreditata da un punto di vista astronomico riguardo alla cosiddetta 'stella di Betlemme' è quella che si sia trattato della congiunzione G-S tripla nei Pesci del 7.a.C., mentre ha omesso di citarne tanti particolari significativi. Il più importante tra questi è secondo me che la congiunzione G-S tripla (ma anche la doppia, quindi la G-S multipla) ha una durata complessiva molto prossima a quella di una gravidanza umana ed è molto probabile, ma molto probabile, che venisse vista nell'antichità come una sorta di gravidanza celeste, alla fine della quale doveva necessariamente nascere un figlio del cielo, un figlio divino. E' questo che fece di quel fenomeno un segno celeste particolarmente gradito a tutti coloro (re, profeti, aspiranti messia, ...) che potevano in qualche modo fregiarsene.

Insomma, per concludere, si è trattato sì di un bello spettacolo, che tuttavia secondo me può essere reso ancora più interessante e coinvolgente.

sabato 13 agosto 2011

Ancora su Naram-Sin, uno dei primi messia

Sulla figura di quello che io ho chiamato il 'messia degli Accadi', Naram-Sin (2254-2218), il nipote di Sargon, e sulla famosa stele del Louvre che porta il suo nome, vorrei stasera riportare quanto scrivono due ricercatori del dipartimento di Antichità orientali del Louvre stesso, Annie Caubet e Patrick Pouyssegur, nel loro Assiro-Babilonesi e civiltà del vicino Oriente, ed. KeyBook/Rusconi 2001, un libro che ho trovato da poco in vacanza, fortemente scontato.

A pag. 76, scrivono i due autori:

"Nel 2254, con la successione al potere di Naram-Sin .. lo stato accadico divenne un vero e proprio impero.Il nuovo sovrano si dedicò innanzitutto al consolidamento dello stato accadico" intraprendendo tutta una serie di campagne militari contro l'irredentismo delle città sumere e la continua ribellione delle popolazioni semi-nomadi insediate nelle zone periferiche dell'impero.
"La famosa stele di Naran-Sin commemora la vittoria su Satuni, re dei Lullubi [che popolavano le montagne dello Zagros centrale]. La composizione raffigura il sovrano trionfante in testa alle sue truppe su uno sfondo paesaggistico caratterizzato da montagne alberate. ... ... Per la prima volta appaiono su di una stele una serie di simboli astronomici [*]verso i quali si eleva Naram-Sin, sfoggiando la tiara con corna, attributo tradizionalmente riservato agli dei.

I documenti scritti testimoniano anche la deificazione di questo re lungo il corso della sua vita. Gli scribi fanno precedere il nome di Naram-Sin dal segno che specifica una connotazione divina. Egli venne chiamato 'dio dell'Accadia'[*], ed era con il suo nome che si prestava giuramento. Anche il potere accadico aveva cambiato natura: con una connotazione divina, la monarchia non poteva che essere universale ed estendersi fino ai limiti del mondo civilizzato. Naram-Sin fu così investito della nuova nomina di 'Re delle quattro regioni', ovvero della totalità del mondo."
[*evidenzato da parte mia]

Sulla mia interpretazione di quei due corpi celesti come i pianeti Giove e Saturno in congiunzione doppia tra i primi di gennaio e la fine di luglio del 2230 a.C. (cfr. grafici qui sopra a destra) rimando ad un mio post precedente del 15 ottobre 2009. Di quel post in italiano, ma dal titolo in inglese The puzzling Naram-Sin's victory stele, mi piace riportare qui la conclusione:

"Detto in altre parole, la scena riportata nella stele rappresenta l'unzione divina (celeste, cioè astronomica) di Naram-Sin ad opera della congiunzione Giove-Saturno del 2230 a.C., una sorta di sua elezione e proclamazione a messia degli accadi.
Anche se, ironia della storia, il grande impero che si estendeva dall'Anatolia e dalle coste del Mediterraneo fino al Golfo Persico e all'altopiano iranico sopravviverà a Naram-Sin meno di cinquant'anni. Com'è successo del resto altre volte nella storia ad imperi e Reich già ritenuti millenari."

giovedì 21 luglio 2011

Un'acqua prodigiosa.. quella di Narlikuyu (Turchia)

A circa 70 km a sud-ovest di Tarso (Turchia centro-meridionale) si trova un piccolo villaggio di pescatori, Narlikuyu, che era sede nell'antichità di un impianto termale romano, le Terme di Poimenio, dal nome dell'amico dei giovani imperatori Arcadio ed Onorio che - amministrando isole e santuari della zona - aveva scoperto le sorgenti che le alimentavano; sorgenti in qualche modo legate alle vicine quattro Grotte di Korykos, sedi di laghi e laghetti sotterranei.
Di questo una volta famoso impianto termale sopravvive oggi un bacino ed un grande mosaico pavimentale che rappresenta l'immagine classica delle tre Grazie (o Cariti), Thalia, Euphrosyne ed Aglaia, le dee greche della leggiadria, figlie di Zeus ed Eunomia (o Eurynome). Interessante è l'iscrizione in greco che accompagna la bella immagine, scritta che - ripresa da un sito in tedesco - dice:
Wer von diesem Wasser trinkt wird weise und lebt lang, wer haesslich ist wird schoen
ovvero in italiano
Chi beve di quest'acqua diventa sapiente e vive a lungo, chi è brutto diventa bello.

Io trovo molto interessante il riferimento di questa iscrizione alla sapienza e alla vita lunga, proprio in virtù dell'interpretazione astronomica che ho dato nei post precedenti dell'immagine classica delle Grazie o Cariti: mi sembra insomma di trovare qui una conferma all' ipotesi che quell'immagine alluda ad un fatto astronomico particolare, sapienziale, noto a pochi iniziati e simbolo - in virtù dei suoi lunghi tempi di ripetizione - già da molti secoli di vita lunga (tendenzialmente eterna). Come appunto la congiunzione tripla tra Giove e Saturno.

Anche perchè mi sembra significativo il fatto che questo mosaico sia stato trovato non lontano da Tarso e da Antiochia (l'odierna Antakya), cioè in un'area che fu - insieme a Gerusalemme - proprio quella da cui partirono e si diffusero le idee ed il movimento cristiano.

giovedì 14 luglio 2011

Il ballo delle Grazie al tempo di Newton

Come scrivevo in un forum qualche giorno fa, dovete sapere - cari filosofi ed aspiranti tali che mi leggete - che uno dei più precisi allineamenti ripetuti di tutti i tempi dei quattro che determina(ro)no la storia dell'essere (Sole-Terra-Giove-Saturno) si ebbe proprio mentre (anni 1682 e 1683) Newton stava mettendo a punto il suo De Motu Corporum, che - pubblicato nel 1684 - era in sostanza una buona anticipazione di quel che sarebbe poi seguito con i Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (1687).

Il primo di tali allineamenti, quello allegorizzato (secondo le mie ipotesi sulle Grazie) da Thalia, la prima e quindi più la grande delle tre Grazie, si ebbe - come risulta dal grafico qui a destra - il 24 ottobre 1682 con un angolo residuo minimo tra Giove e Saturno di soli 15' 25", pari a circa metà di un diametro lunare.

Euphrosyne, quella delle tre che mostra sempre il suo lato B, comparve il 9 febbraio del 1683. Fu nella notte di tale data, infatti, che - muovendosi entrambi i pianeti di (apparente) moto retrogrado - Giove iniziò a passare alla destra di suo 'padre' Saturno, ove sarebbe rimasto per i prossimi cento giorni ca. L'angolo residuo minimo tra i due pianeti fu in tale occasione di soli 11' 34", segno che Sole-Terra-Giove e Saturno erano quasi perfettamente allineati, dovendosi il piccolissimo angolo residuo solo alle differenti inclinazioni dei piani orbitali di Giove e di Saturno rispetto al piano dell'orbita terrestre. Al 9 febbraio del 1683 le tre lancette (Terra, Giove e Saturno) dell' orologio cosmico erano dunque tutte allineate, come a segnare l'inizio di una nuova era universale. Questo il senso astronomico del lato B che Eufrosina mostrava con tanta precisione e disinvoltura a quella data.
Aglaia, l'ultima e più giovane delle Grazie, apparve il 18 maggio 1683, quando - ripreso il moto progressivo (immagine frontale di Aglaia) da parte di entrambi i pianeti - vi fu il terzo ed ultimo allineamento di questa congiunzione G-S, con un angolo residuo minimo di 15' 47".

La grande regolarità fisico-astronomica di questo fenomeno è rispecchiata secondo me nella tradizione mitologica che vuole le tre Grazie figlie di Zeus e di Eurynome o Eunomia, dea del buon ordine, della stabilità, della buona condotta civile e morale.

domenica 26 giugno 2011

Perchè la prima e la terza delle Gratiae classiche mostrano _sempre_ il lato A, mentre la II _sempre_ il lato B ?!?

Come già accennavo nel post precedente, secondo me l'iconografia del gruppo delle Grazie classiche - quale ci viene trasmessa in modo praticamente fisso e costante da numerosissimi mosaici, bassorilievi, gruppi scultorei, monete, ... sparsi o comunque originari di Grecia, Turchia, Roma, nord Africa, .. - potrebbe rinviare, alludere alla fenomenologia di un fatto astroNomico ben preciso, osservato attentamente (dapprima in Egitto, ma poi in tutta l'area mediterranea e mediorientale) da almeno una quarantina di secoli: quello delle congiunzioni triple tra Giove e Saturno .

Come nei molti post di questo blog ho illustrato più volte, una congiunzione G-S geocentricamente tripla si      verifica quando, al momento della congiunzione G-S eliocentrica, la Terra viene a trovarsi interposta più o meno esattamente tra il Sole ed i due pianeti Giove e Saturno eliocentricamente congiunti.
Quel che si osserva da Terra (ed ora purtroppo si dovrà attendere fino al 2238-2239 per vederlo di nuovo dal vero) è una specie di balletto dei due pianeti che dura - nel cielo notturno - ben sette/otto mesi, con a)  Giove che supera una prima volta Saturno mentre entrambi si muovono di moto progressivo; b) un secondo allineamento mentre entrambi stanno muovendosi di moto (apparentemente) regressivo o retrogrado; c) un terzo superamento di Giove su Saturno quando entrambi i pianeti riprendono il moto progressivo e la tripla rara congiunzione G-S volge al suo termine.
Nell'ambito di un unico noumeno astronomico per dirla kantianamente (e si prenda nota!!! da Terra si osserva un triplice fenomeno, cioè un fenomeno che si ripete tre volte: la prima e la terza con i pianeti in fase di moto progressivo (le Grazie rivolte verso l'osservatore), la seconda - quella centrale - con i pianeti in fase di moto retrogrado (la Grazia centrale che mostra senza imbarazzo il suo bel lato B).
La conclusione, per ora provvisoria, è che _molto probabilmente_ le antiche Gratiae classiche hanno ancora molto da dirci, sebbene esse siano state relegate nella soffitta o nei sottoscala dell'antichità e sostituite da altri e diversamente caratterizzati simboli.

Forse vogliono parlarci di qualcosa di astroNomico e narrarci una parte del lunghissimo cammino  che l'eliocentrismo ha dovuto percorrere per affermarsi, delle lotte che ha dovuto affrontare  per liberarsi dalle circonvolute spire dei suoi oppositori.

sabato 18 giugno 2011

The phoenix and the Graces

The astroNomical situation you can see on the left is what in the ancient times was allegorized in the image of the bennu/phoenix.
For us today - after Copernicus, Galileo, Kepler and Newton - it is simple to visualize and graphically represent a planetary situation like that on the left, but it was not so twenty or more centuries ago when most people thought that the planetary system was geocentrical.
Do you remember the night dialogue in John's Gospel 3,3 between Jesus and Nicodemus? It has to do exactly with the said difficulty, to abstract from the perceptive reality of the planetary movements to gain, to reach the objective reality of the heliocentrical structure of the planetary system.

The triple conjunction between Jupiter and Saturn takes place when at the moment of the heliocentrical J-S conjunction our Earth will be on the line of that central alignment (point E) or in a circular sector of not more than about 30° (red sector on the figure). In this case the central alignment (the II al.) will be preceded and followed by two other alignments, as in figure.

I and III alignments happen during progressive motion of the planets, while on the contrary the II central alignment takes place during the apparent retrograde motion of the heavenly bodies. What - this is the new revelation I give today - was also allegorized in the group of the three Graces, two showing their front side and one, the central, showing its back side (side B).

I think it's enough for today, then I close sending friendly greetings to all my readers, wherever you are in the world. Bye bye.

sabato 11 giugno 2011

In the first five months of this year ...

... 2011 this blog has been visited about a dozen of times each day by visitors living in 77 different countries.
The top-ten list of these countries is the following:

Italy - India - Brazil - United States - Mexico - Argentina - Philippines - Germany - Colombia - Indonesia

New entries in the list of countries showing a bigger interest for the topics treated here are Colombia and Indonesia, while Switzerland and France are no more in the first ten places. Unchanged are the first five positions (Italy, India, Brazil, U.S.A. and Mexico), while Argentina and the Philippines are showing now a growing interest for the new historical and philosophical hermeneutics.

Top-five states of the USA are California, Virginia, New York, Florida and Missouri, while top-five Mexico-cities are Mexico City, Aguascalientes, Acapulco, Puebla and Monterrey.
Last but not least the top-five Argentinian towns: Buenos Aires, San Miguel de Tucuman, Moron, La Plata and Mendoza.

martedì 7 giugno 2011

In 1979 the Mahdi was coming .... - ovverosia - Nel 1979 stava per arrivare il Mahdi ...

Dopo aver letto sia il libro di Imposimato-Provvisionato (Attentato al papa, chiarelettere ed., 2011) che quello di Ansaldo-Taskin (Uccidete il papa, Rizzoli, 2011) con le loro differenti conclusioni sui possibili mandanti dell'attentato del 1981 a papa Giovanni Paolo II, mi è tornato in mente un brano dell'autobiografia di Mehmet Ali Agca (La mia verità, Newton 1996) che - alla luce di quanto ho già scritto qui sulla congiunzione Giove-Saturno tripla del 1981 - mi porta a propendere più per le conclusioni di Marco Ansaldo e Yasemin Taskin che per quelle dell'ex-giudice F. Imposimato e Sandro Provvisionato. Ma andiamo con ordine.

E' noto che l'ex-magistrato è uno dei più tenaci sostenitori della c.d. pista bulgara, secondo la quale committenti dell'attentato sarebbero stati i servizi segreti della Bulgaria allora comunista, che agivano a nome e per conto del vertice politico e del Kgb dell'URSS e che - servendosi dei destrorsi Lupi grigi turchi - volevano contrastare il papa polacco ed il sindacato Solidarnosc. In questo quadro si inserirebbero anche non solo il rapimento delle due ragazze sparite nel 1983 (Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi), ma anche la strage del 1998 in Vaticano (morte violenta di Alois Estermann, che sarebbe stato una spia al servizio della Stasi della ex Repubblica Democratica Tedesca o DDR, della moglie venezuelana Gladys M. Romero e del vicecaporale della Guardia svizzera Cédric Tornay).
Il giornalista di Repubblica Ansaldo e la giornalista turca Taskin contestano la ricostruzione e l'attivismo di Imposimato, che non fornirebbe prove definitive di quel che con grande foga asserisce (ad esempio che Estermann sarebbe stato una spia della DDR), e - scartate oltre alla pista bulgara anche, per insufficienza di prove, varie altre piste (della CIA, della mafia, quella polacca e quella vaticana o interna) - concludono che il poco professionale attentato sarebbe proprio quel che è più semplice pensare, un piano nato e sviluppato in Turchia nell'ambiente dei Lupi grigi di estrema destra, radicati nell'ultranazionalismo, nel fondamentalismo religioso e con forti legami con il c.d. 'Stato profondo' turco.
Dicevo che, conclusa la lettura di questi due libri, mi è tornato in mente un brano del libro che Agca scrisse nel 1996 con l'aiuto della giornalista A.M. Turi, La mia verità. Alle pagine 49, 50,51 di tale volume si legge un brano che, secondo me, riporta il momento iniziale in cui l'idea dell'attentato al papa fu messa nella testa dell'allora ventunenne M. Ali Agca, unitamente a quella che lui poteva candidarsi al essere l'atteso Mahdi:
Novembre 1979. Mentre sono in carcere [per il concorso nell'omicidio del direttore del 'Milliyet'], all'improvviso apprendo una notizia inaudita per la Turchia. Il papa avrebbe compiuto una visita nel Paese. L'annuncio è del 18 novembre 1979. E' una decisione insolita anche per quanto riguarda la diplomazia vaticana perchè, come avrei appreso in seguito, le visite del papa sono programmate e concordate con mesi di anticipo tra la Santa Sede e i paesi ospitanti.
Il giorno dopo sto parlando con un prigioniero chiamato Ali Bilir, un semplice idealista accusato di aver ucciso un povero musulmano di un gruppo estremista. Io e Ali Bilir eravamo stati arrestati e torturati dalla polizia politica nello stesso periodo. Io avevo denunciato davanti alla stampa che un uomo di nome Ali Bilir veniva ancora torturato, e così Ali Bilir aveva evitato ulteriori torture nutrendo riconoscenza verso di me.
Dopo un misterioso segnale che mi comunica che devo compiere un attentato al papa, ecco, arriva il signor Ali Bilir che mi sussurra:
"Fratello Agca, io ho una strana sensazione, una premonizione, e cioè che tu sparerai al papa."
Io gli chiedo:
"Come lo sai, Ali?"
Risponde:
"Non me lo so spiegare. Ormai siamo alla fine di tutto. Sta per arrivare il Mahdi", dice Ali Bilir, e il discorso finisce così."

Apprendo dalla nota 5 di p. 51 e da qualche altra telematica informazione che - "secondo l'esegesi sciita del Corano, ma anche secondo il parere di sciiti e sunniti riguardo ad alcuni detti tradizionali di Maometto relativi agli avvenimenti della fine dei tempi" - il Mahdi è "colui che apparirà sulla Terra per la salvezza dell'uomo e per instaurare l'impero di Allah" e che il ritorno del Mahdi è com'è per i cristiani la parousia, il ritorno di Cristo sulla terra.
Anche i segni del cielo (che ovviamente non potevano essere diversi da quelli della venuta di Cristo) indicavano che il tempo del Mahdi stava venendo ed era quasi maturo: come già si poteva vedere nel cielo notturno, a Giove non mancavano che 17°-18° per raggiungere Saturno (il "misterioso segnale" di pag. 50, ?!) e dar vita alla congiunzione G-S tripla del 1981, quella della nuova pienezza dei tempi. E' questo - secondo me - il momento in cui a Mehmet Ali Agca incomincia a balenare l'idea di essere proprio lui il Mahdi che stava per tornare, chiamato ad una missione di liberazione e di salvezza per l'umanità. Ecco perchè, ad un certo futuro punto di elaborazione, Agca incomincerà a sostenere di essere proprio lui un novello Gesù Cristo, ... ...

Come si vede, anche se ancora mancano tutti gli elementi e le informazioni per arrivare ad una sistematizzazione dell'interpretazione dell'attentato del 1981 e degli avvenimenti successivi (rapimento delle ragazze, Estermann ...), vi sono oggettivi riscontri per pensare che l'assai misterioso evento del 1981 possa avere anche una lettura ... metafisico-religiosa, oltre che politico-economica.

giovedì 26 maggio 2011

Una cosa che non sapevo, ...

 ... ma che in definitiva non mi ha stupito più di tanto, l'ho appresa leggendo un libro su Emanuela Orlandi appena uscito, di cui si stanno facendo appena adesso le presentazioni: Mia sorella Emanuela di Fabrizio Peronaci (giornalista del Corriere della sera) e Pietro Orlandi (il fratello di Emanuela), edizioniAnordest 2011.

La cosa di cui parlo è che tra i 34 messaggi pervenuti a vari destinatari nei quattro mesi successivi all'appello di Giovanni Paolo II del 3 luglio 1983 per la liberazione di Emanuela, rapita il 22 giugno, alcuni recano - come firma dei mittenti - la sigla Phoenix, sì proprio il nome del mitico uccello di cui si parla tanto in questo blog.

Si tratta - come leggo alle pagine 114-115 del libro suddetto, e poi al successivo capitolo Phoenix, una rivelazione, pp. 129ss) - di cinque messaggi/lettere fatte pervenire il 22, 24 e 27 settembre, l' 8 ottobre ed il 13 novembre 1983. La prima fu fatta trovare "tra due messali, sul poggiagomiti di un confessionale" (p. 133), la seconda "nel confessionale della chiesa di San Silvestro (p. 138), l'ultima "tra due vasi sotto un altarino sulla salita di San Sebastianello, vicino piazza di Spagna" (p. 140); delle altre due il libro non dice. Come si vede, la fenice firmataria sembrava muoversi senza problemi/imbarazzi all'interno e all'esterno di chiese, nei pressi di confessionali e di immagini sacre.

Dicevo che questo fatto delle firme Phoenix sui comunicati di quel periodo non mi ha stupito più di tanto: il motivo è CHE (come vado dicendo e dimostrando ormai da anni) la fenice è/era immagine allegorica delle congiunzioni Giove-Saturno multiple, un raro fenomeno astroNomico che appare strettamente connesso alla storia del cristianesimo, E CHE l'attentato a papa Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981 avvenne - guardacaso - proprio nel bel mezzo della congiunzione G-S tripla del 1981, l'ultima del XX secolo (cfr. diagrammi qui a fianco: il 13 maggio è in corrispondenza di una delle linee verticali: a quella data Giove era alla destra del 'padre' Saturno).

Come si vede, il puzzle Orlandi ha ancora qualche elemento in più di quel che si credeva, ma forse qualche elemento che potrebbe finalmente consentire di individuare - tra le molte piste finora seguite e suggerite - quella giusta per arrivare alla soluzione dell'intricata vicenda.

sabato 21 maggio 2011

Giulia, il fratello Paolo III e l'unicorno dei Farnese

Giglio Farnese
Sabato passato 14 maggio, come molti ricorderanno, in tutta Europa i musei statali rimanevano aperti - con accesso gratuito per tutti - anche la sera e la notte fino alle 02:00. E' stato così che, visitando con un paio di amici Castel Sant'Angelo, la fortezza papalina sorta nei secoli intorno e sopra all'originario mausoleo dell'imperatore Adriano, e prendendo spunto da una lapide nella Loggia di Paolo III (1534-1549), decorata con unicorni, ho scoperto la particolare predilezione della famiglia Farnese per l'immagine dell' unicorno. Il mitico animale ricorre talmente tante volte negli stemmi, nei quadri, nelle decorazioni di palazzi, giardini e fontane di questa potente famiglia laziale, originaria inizialmente del piccolo comune di Farnese (prov. di Viterbo, a sinistra del lago di Bolsena), da potersi sicuramente considerare proprio il simbolo della famiglia Farnese.

Vergine con liocorno
Domenichino 1506
Pal. Farnese, Roma
Come è in dettaglio riportato nel sito web  http://www.pitturaedintorni.it/ldg/010rosini.htm , vi sono almeno tre quadri e affreschi famosi aventi per oggetto la dama con l'unicorno che si ritiene ritraggano le sembianze della bellissima Giulia Farnese (ca. 1475-1524), giovanissima amante ufficiale (concubina papae) dell'anziano e famigerato Alessandro VI (1492-1503) Borgia, grande amica di sua figlia Lucrezia e sorella del futuro pontefice Paolo III Farnese (creato cardinale a 25 anni nel 1493 proprio da Alessandro VI).

Essi sono:
- un affresco del Domenichino nella galleria Carracci a Palazzo Farnese di Roma (l'attuale Ambasciata di Francia);
- un altro affresco nella Stanza del Perseo, appartamento di Paolo III a Castel S.Angelo;
- un dipinto nella stessa Stanza, attribuito a Luca Longhi (prima metà XVI sec.).


Dama con liocorno
Luca Longhi, ca. 1520
Sala Perseo, Castel S.Angelo

Come è riportato nel sito citato, "Giulia si identificava nell'emblema di famiglia tanto da far inserire gli unicorni
nell'iconografia degli affreschi dapprima nel castello Orsini di Bassanello (Vasanello) e successivamente nella sua residenza di Carbognano". "Quando i Borgia caddero in disgrazia dopo la morte di papa Alessandro VI (agosto 1503), [infatti] Giulia che era rimasta vedova nel 1500, aveva già da molto tempo un'altra vita nel suo castello di Carbognano."

Per concludere, direi che questa insistita ricorrenza iconografica dell'unicorno (del monokeros) nelle decorazioni della rampante famiglia laziale dei Farnese conferma - se ve ne fosse ancora bisogno - che l'immagine del mitico animale è fondamentale (insieme a quella della fenice, phoenix) in tutto quanto ruota intorno alla storia palese e segreta del cristianesimo e della Chiesa.

Ironia della storia per la famiglia Farnese fu che il Concilio di Trento (1545-1563), convocato proprio da Paolo III ma durato ben oltre la sua morte (1549), proibirà [dopo la pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico] l'impiego della figura dell'unicorno nelle immagini sacre.