domenica 27 giugno 2010

Dell'oscillatorio e dell'invisibile

L'ho appena presa in prestito da una biblioteca pubblica questa copia di Sentieri interrotti (Holzwege) di Heidegger, ove - da pag. 247 a p. 297 - è riportato il testo di 'Perchè i poeti?' ('Wozu
Dichter?'), la conferenza che H. tenne nel dicembre 1946, per commemorare il ventesimo anniversario della morte di Rilke (29.12.1926).
Devo dire innanzitutto che trovo sorprendente il fatto che, nonostante che la Germania fosse allora ridotta ad un cumulo di macerie e occupata da ben quattro eserciti nemici vittoriosi in una guerra che a dire dello stesso Heidegger aveva (avuto, a quel punto) anche un significato metafisico, trovo stupefacente - dicevo - il fatto che nel marasma di quei giorni egli abbia ancora il tempo e la voglia di commemorare Rilke, uno degli autori germanici iniziati come lui e prima di lui ai misteri dell'essere.

Volevo poi segnalarvi un passo (eh.. Irene!) che mi è capitato così, sfogliando casualmente, ove Heidegger, commentando le Elegie di Duino di Rilke, sta - con parole in parte sue ed in parte di Rilke - chiaramente alludendo a parer mio proprio alla fenomenologia delle congiunzioni Giove-Saturno multipla e singola ideali, quella allegorizzata nelle immagini della perfetta fenice e dell' invisibile unicorno.

Scrive dunque Heidegger (pp. 289-290):
"Piante e animali giacciono sul bilico in modo tale che si ricostituisce sempre l'equilibrio di un esser-sicuro. Il bilico su cui sono posti in bilico piante e animali non tocca il dominio di ciò che è per essenza - e quindi costantemente - in oscillazione. Anche il bilico in cui l'Angelo è posto in bilico è sottratto all'oscillazione. Non però perchè non appartenga ancora, ma perchè non appartiene più al regno dell'oscillazione. In virtù della sua essenza incorporea, la possibile agitazione del visibile sensibile si è capovolta nell'invisibile. L'Angelo è [west] nella quiete soddisfatta dell'unità equilibrata di ambedue i dominii, in seno alla regione interiore del mondo."

Concludo facendo notare che poco prima (metà di p. 289) Heidegger aveva appena fatto notare che l'essenza dell'Angelo rilkiano è, a dispetto di ogni differenza di contenuto, metafisicamente la stessa della figura di Zarathustra in Nietzsche.

lunedì 21 giugno 2010

Zarathustra, le scritture, la stella e Salomé

Come è noto ai miei più assidui lettori, io ho formulato da tempo (almeno dall'agosto dello scorso anno, cfr. mio post: 1881, April 18th: Nietzsche's invisible unicorn del 14.8.2009) una precisa ipotesi sull'evento astronomico e sulle circostanze che determinarono in Nietzsche la scoperta della propria 'missione', il divenire ciò che si è, insomma la 'chiamata' del malato professore di filologia al ruolo di baldo annunciatore e profeta di una nuova era. L'evento astronomico è - come ormai dovrebbe essere noto a molti - la congiunzione Giove-Saturno singola del 18 aprile 1881 che Nietzsche seguì da Genova prima del momento kairotico e poi da Sils-Maria, in Engadina, dopo di esso, cioè nell'estate-autunno di quell'anno 1881.

Leggo ora, a pag. 101 di Nietzsche nei ricordi e nelle testimonianze dei contemporanei, a cura di Claudio Pozzoli, BUR Milano 1990, alcuni brani che sembrano andare in questa direzione. Nella primavera 1883 Nietzsche - dubitando del valore della sua nuova opera poetico-filosofica - chiede pareri ai suoi amici. Riporto:

Gast è entusiasta dell'opera, cosa che lo conforta. "Sotto quale voce va propriamente annoverato questo Zarathustra? Starei per credere sotto la voce 'sinfonie' ", scrive Nietzsche a Gast il 2 aprile. E questi gli risponde tre giorni dopo: "Sotto quale voce va annoverato il Suo nuovo libro? Sarei per credere tra le 'sacre scritture'." Il 23 aprile Nietzsche scrive ancora a Gast: "Oggi ho appreso per caso che cosa significa 'Zarathustra': vale a dire 'Stella d'oro'. Questo mi ha reso felice. Si potrebbe pensare che l'intera concezione del mio libro affondi le radici in questa etimologia: ma fino a oggi io non ne sapevo nulla".

Io sarei per non credere fino in fondo a quel che N. afferma nell'ultima frase e alla sua naivitaet. Penso invece che abbia visto bene la giovane russa Lou von Salomé, la quale qualche mese prima annotava nel suo diario (18 agosto 1882):

... in qualche profondo recesso del nostro essere siamo lontani mondi interi l'uno dall'altra. Nietzsche nasconde in se stesso, come una vecchia rocca, alcune segrete oscure, sotterranei nascosti, che non risultano a una conoscenza superficiale, ma che pure possono contenere la sua più vera essenza. ... Saremo ancora in tempo a vederlo apparire come nunzio di una nuova religione, ... [op. cit., pp. 99-100].
Vedi ora un po' tu, cara Irene, come integrare questi nuovi spunti di riflessione nel tuo prossimo lavoro per Berlino. Di tutta la materia, opportunamente sistematizzata, spero di parlarne presto diretta-
mente in uno dei prossimi convegni nicciani.

mercoledì 16 giugno 2010

Quanto ho scritto!! ... I miei posts sui google-groups

Con una semplice ricerca all'interno dei Google-Groups (ricerca che ciascuno di voi può fare, ad esempio ponendo come parole chiave della ricerca "congiunzioni giuseppe giove" e simili) ho visto che dal 2002 ad oggi ho scritto qualcosa come 3600 messaggi, con una media di circa 1,3 post/giorno. Eppure mi pare ieri che ho iniziato a partecipare alle discussioni o che ho preso il coraggio di aprire io stesso dei threads!

Per lasciarmi conoscere meglio e darvi un'idea della mia mappa cognitiva in questi anni (per lo più occupati dagli interessi e dalle ricerche di cui al presente blog), riporto la distribuzione con il numero di questi messaggi per ciascuno dei principali news-group o forum di discussione ai quali ho partecipato o sto tuttora partecipando:

it.cultura.religioni (599 messaggi)
it.scienza.astronomia(474)
it.cultura.storia.moderato(380)
it.cultura.religione.cristiani(320)
it.cultura.classica(209)
it.cultura.storia(180)
it.istruzione.scuola(162)
it.cultura.filosofia.moderato(152)
it.cultura.filosofia(125)
it.cultura.libri(115)
it.cultura.linguistica(94)
it.scienza.astronomia.amatoriale(85)
it.cultura.ebraica(80)
it.scienza.fisica(76)
it.cultura.ateismo(74)
it.discussione.misteri(60)
it.politica(35)
it.cultura.linguistica.italiano(34)
it.cultura.cattolica(31)
it.scienza.matematica(25)
it.cultura.letteratura.italiana(21)
it.scienza(21)
... ...
...

Le varie migliaia di messaggi di cui sopra possono dare un'utilissima panoramica - ai miei lettori più recenti - su quanti e su quali ambiti il nuovo paradigma interpretativo faccia o contribuisca a far luce e nell'arco di quanti millenni. Buona lettura a tutti.

mercoledì 9 giugno 2010

Du waltest hoch am Tag' ... Saturnus Sohn !

E' questo l'inizio di una poesia di Hoelderlin dal titolo e dal contenuto molto significativi per i miei studi, oltre che per quelli a suo tempo condotti da Heidegger e da Nietzsche (di cui H. era il poeta preferito). Si tratta precisamente di Natur und Kunst oder Saturn und Jupiter (questo è il titolo esatto), che ho trovato alle pagine 17o-173 (testo in tedesco a fronte) di un bel libricino della BUR, Friedrich Hoelderlin, Poesie, Milano 2009.

Rivolgendosi a Giove, dice il poeta in questa prima strofa dell' ode:

Du waltest hoch am Tag' und es bluehet dein
Gesetz, du haelst di Waage, Saturnus Sohn!
Und theilst di Loos' und ruhest froh im
Ruhm der unsterblichen Herrscherkuenste.

cioè (con piccoli ritocchi rispetto alla traduzione BUR)

Regni alto nel giorno e fiorisce
la tua legge, tu reggi la bilancia, figlio di Saturno!
E spartisci le sorti e lieto riposi
nella gloria delle immortali arti del dominio.

Per capire l'importanza di questa strofa bisogna riflettere sul fatto che Natur und Kunst oder Saturn und Jupiter è un'ode datata tra la fine del 1800 e l'inizio del 1801 ["Composta al più tardi all'inizio del 1801, quest'ode, tra le più significative e complesse di Hoelderlin, ..", nota n. 34, p.170, op. cit.] e che proprio in quel periodo stava maturando una nuova congiunzione - guardacaso e per l'appunto - proprio tra i pianeti Giove e Saturno, congiunzione quasidoppia che si sarebbe poi manifestata appieno nei primi sette mesi del 1802.

Già il senso del primo verso di questa strofa, Giove che regna alto nel cielo diurno (nel quale cielo doveva comunque, necessaria-
mente, essere invisibile), è importante perchè permette di spostare la datazione di quest'ode all'estate 1801, precisamente al mese di agosto di quell'anno.

E' infatti in questo periodo, precisamente intorno all' 8 agosto 1801 (si veda il grafico riportato dietro il titolo del blog), che Giove - che si trova ormai solo a poco più di 10° da Saturno - sorge 'perfettamente' allineato al Sole, rimanendone naturalmente occultato per tutto il giorno a causa della potenza luminosa di quest'ultimo.

Altro motivo d'importanza di questa strofa e di tutta l'ode è che esse dimostrano quanto Hoelderlin fosse iniziato a riconoscere i segni e gli eventi der unsterblichen Herrscherkuenste, cioè delle immortali arti del dominio, anche quando/mentre questi sono/erano invisibili. La qual cosa attesta, a parer mio, una tradizione di iniziazione tra i poeti ed i letterati dell'idealismo e del romanticismo tedeschi.

Bella e significativa è anche la conclusione dell'ode, ove il poeta si assimila a Giove/Zeus appellato ora Cronio in quanto figlio di Kronos/Saturno, ovvero Sohn der Zeit:

Dann hoer' ich dich, Kronion! und kenne dich,
Den weisen Meister, welcher, wie wir, ein Sohn
Der Zeit, Geseze giebt und, was die
Heilige Daemmerung birgt, verkuendet.

vale a dire

Allora ti odo, Cronio! e in te conosco
il maestro saggio che, come noi, figlio
del tempo, dà leggi e, quanto
il sacro crepuscolo nasconde, annuncia.

Quanto il crepuscolo nascondeva in quell'estate 1801 e l'invisibilità di Kronion (e del padre Kronos) invece annunciava era naturalmente la loro prossima congiunzione G-S che, come detto, si verificò tra il gennaio ed il luglio 1802, nella costellazione del Leone (cfr. diagrammi del grafico).

Direi che già la strofa iniziale e quella finale di quest'ode (che sarebbe un po' troppo lungo commentare qui per esteso) spiegano appieno ed esemplarmente i motivi dell' interesse di Heidegger per la poesia di Hoelderlin nel quadro dei suoi studi sulla Seinsgeschichte, storia legata - questo il fondamento della nuova ermeneutica storico/filosofica, qui pienamente confermato - proprio alle congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno.

venerdì 4 giugno 2010

L'interesse per il nuovo paradigma ermeneutico ...

... storico-filosofico a fondamento astroNomico che vado illustrando su questo blog continua ad aumentare. Con l'arrivo nelle ultime settimane di Portogallo, Turchia, Israele e Messico è aumentato a 32 il numero di paesi dai quali si visita più o meno regolarmente questo blog; i primi 10 paesi sono al momento:

Italia-Germania-Stati Uniti-Regno Unito-Ungheria-Russia-Svizzera-Francia-Spagna-Canada/Svezia

Anche il numero delle località italiane da cui il blog viene più o meno regolarmente letto è ancora in aumento ed è ora di 176. Con alcune variazioni rispetto al rilevamento precedente, la graduatoria delle città con maggiore interesse verso la nuova proposta ermeneutica è ora la seguente:

Roma-Milano-Torino-Bologna-Firenze-Napoli-Padova-Genova-Pescara-Brescia/Bari

Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente tutti, in modo particolare coloro che mi leggono ormai abitualmente e che incominciano a tener conto nelle loro personali ricerche del nuovo paradigma. Thank you very very much for your attention.