venerdì 3 settembre 2010

Importanza e significato della IV egloga di Virgilio alla luce della precessione equinoz. e delle congiunzioni G-S tra il 146 ed il 7 a.C.

L' importanza dell'applicazione del nuovo paradigma ermeneutico alla IV egloga di Virgilio risiede nel fatto che esso permette di arrivare a capire bene i motivi astroNomici del clima di vera e propria attesa messianica (attesa di un bambino divino, frutto di una gravidanza celeste) che si era creato già sei-cinque decenni  prima della venuta di Gesù Cristo e del futuro cambio d'epoca nel riferimento calendariale.

Questi motivi astronomici (assunti poi anche a fondamenti metafisici) sono sostanzialmente due:

I) il fatto che - intorno al 50 a.C. - ormai si sapesse [la scoperta della precessione degli equinozi è attribuita ad Ipparco di Nicea (194-120 ca. a.C.), ma probabilmente è precedente] che all'equinozio di primavera (21 marzo) il Sole aveva cessato di sorgere tra le stelle della costellazione dell'Ariete ed aveva iniziato invece a sorgere (c.d. punto gamma) tra le stelle dell'adiacente costellazione zodiacale dei Pesci. In altre parole stava iniziando l'èra astroNomica dei Pesci e ciò, casualmente, proprio mentre stava finendo il settimo secolo ed iniziando l'ottavo secolo dalla fondazione di Roma.

II) il fatto che - molto probabilmente già in Egitto, ma poi anche in Mesopotamia ed in Grecia - venisse  osservato regolarmente (perchè cognitivamente molto importante) uno strano fenomeno astroNomico, quello delle congiunzioni Giove-Saturno multiple (triple/doppie), che aveva la singolare caratteristica di durare all'incirca quanto una gravidanza umana, cioè sette-nove mesi. Una sorta di gravidanza celeste, insomma. Caratteristica questa che già ai faraoni egizi aveva permesso - quando ricevevano questo raro segno di benevolenza e benedizione celeste - di sentirsi e di essere visti/riconosciuti come figli del cielo, ovvero di Dio.

Ora si dà il caso che le uniche due congiunzioni G-S veramente triple di quel tempo siano avvenute una nel 146-145 a.C. nel Cancro ed una nel 7 a.C. nei Pesci e che nei circa 139 anni tra di esse ve ne siano state solo altre due, quasidoppie, quindi molto simili a congiunzioni G-S multiple di lunga durata:  avvenute una nel 125 a.C. nei Pesci ed una - guarda caso -  nel 46 a.C. (l'anno di 445 giorni) in Ofiuco, appunto al tempo del giovane Virgilio, dei quattro trionfi cesariani, della chiamata di Cleopatra (con Tolomeo Cesare) e dell'astronomo Sosigene a Roma, della riforma calendariale, dell'inizio dell'ottavo secolo di Roma oltre che - come visto - dell'èra dei Pesci.

E' questo, secondo me, il contesto astronomico che fa da sfondo e nel quale si inserisce non solo il quasi-messianico puer della IV egloga di Virgilio, ma anche la vicenda del qumraniano Maestro di Giustizia con lo scisma di metà del II sec. a.C. nella classe sacerdotale giudaica di Gerusalemme nonchè, infine, la venuta di Gesù Cristo nel 7 a.C. con tutto quel che ne è seguito.

Da ricordare infine che anche Ottaviano, ormai Augusto, si farà proporre - una ventina di anni dopo della IV egloga - da Virgilio nell'Eneide (l. VI, 791-800), per bocca di Anchise, come "Divi genus", cioè come figlio/puer divino. Che ci tiene però a (far) precisare che "iacet extra sidera tellus", ovvero che "fuor delle stelle (dello zodiaco) è la terra" che vedrà le sue imprese e ove si allargherà il suo regno. Sembra quasi una polemica con chi pensava meno alle conquiste e si occupava invece più di questioni astronomiche/celesti.

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