giovedì 30 luglio 2009

Aion Chronos Kairos .. un gradito dono

Ieri sera ho ricevuto un gradito dono, che in verità avevo sollecitato, del quale voglio accennarvi. Si tratta di uno studio di carattere archeologico pubblicato nel 2006 dal titolo Le forme del tempo, Aion Chronos Kairos di Annapaola Zaccaria Ruggiu, che insegna Archeologia e Storia dell'arte greca e romana all'Università Ca' Foscari di Venezia.

Per intrigarvi un po' su "questo volume che affronta alcuni temi che compongono l'intero orizzonte della temporalità nel mondo greco e romano" riporto una frase dalla Presentazione introduttiva:
"Aion, Chronos, Kairos, sono alcune delle figure che il senso, il modo di concepire il tempo, i concetti di cui è espressione, sembrano sempre sfuggire ad una comprensione definitiva - malgrado numerose indagini puntuali e circostanziate - di ciò che appare come un universo complesso, ambiguo e polimorfo."

A questo titolo ero arrivato da quello di un altro libro acquistato qualche tempo fa (il 4 giugno mi dice lo scontrino spillato dietro), ma non ho ancora letto bene, in modo sistematico, ma solo sfogliato: Il tempo che viene, M. Heidegger dal Kairòs all'Ereignis di Sandro Gorgone.

Ecco, queste saranno alcune delle mie prossime letture. Qualcuno di voi che mi leggete li ha già letti questi libri? che giudizio ne date?

mercoledì 29 luglio 2009

Sì .. ma perchè proprio Giove e Saturno ?

Una domanda che mi è stata spesso rivolta (a frequently asked question) da persone seriamente intenzionate a capire ed approfondire le mie tesi riguarda il perchè sarebbero state scelte proprio le congiunzioni Giove-Saturno e non quelle tra altri pianeti ad oggetto di speculazioni metafisiche e di trascendenza religiosa.

Precisato che la rilevanza delle congiunzioni G-S al fine delle ricerche di cui tratta questo blog è ormai un dato, un risultato solidamente acquisito, la risposta che - pensando e ripensando a quella domanda - io mi sono dato è che il sistema Giove/Saturno (comprendendo in questa espressione sia Giove da solo che Saturno da solo che, terzo, le loro congiunzioni) è stato preferito ad altri soprattutto perchè permette misure regolari di tempi molto lunghi, quali quelli che caratterizzavano le vicende di regni e regnanti, cioè le vicende storiche.

Tolti la Luna, il Sole ed i due 'satelliti' di esso (nella visione geocentrica) a visibilità irregolare Mercurio e Venere, misure di tempo più lunghe dell'anno potevano essere basate solo sulle periodicità dei tre pianeti visibili di notte e cioè Marte, Giove e Saturno (ultimo, questo, tra i pianeti visibili ad occhio nudo).

I periodi di rivoluzione di questi pianeti sono rispettivamente 1.881 anni, 11.862 e 29.458 anni, da cui [applicando la formula TAB = TB * TA / ( TB - TA) ] risultano per i tre tipi possibili di congiunzioni i seguenti intervalli di tempo (eliocentrici ovvero geocentrici medi):

* Marte-Giove TMG = 2.235 anni,
* Marte-Saturno TMS = 2.008 anni,
* Giove-Saturno TGS = 19.859 anni.

Come si vede, a causa dell'alta velocità di rivoluzione di Marte, le congiunzioni di esso sia con Giove che con Saturno si susseguono ad intervalli di appena 2 anni circa o poco più, mentre quella tra Giove e Saturno cadenza un intervallo temporale di circa 20 anni.

A ciò si deve aggiungere il fatto che Marte avendo un'orbita di eccentricità piuttosto elevata ha fasi di moto retrogrado molto più irregolari sia di Giove che di Saturno: ciò comporta per la coppia G-S congiunzioni multiple di maggiore regolarità.

A tutto ciò va aggiunto il fatto che, essendo Saturno il pianeta più lontano [e a moto più lento (l' "Antico di giorni" del libro di Daniele)], la sua considerazione e lo studio del perchè delle sue congiunzioni multiple a dati intervalli di tempo permetteva di inferire sulla struttura e sulle proporzioni e dimensioni del 'regno dei cieli', cioè di tutto il sistema planetario.

Riassumendo, dev'essere stato sin dai tempi dell'antico Egitto e di Heliopolis (ove la fenice era sacra) che ci si accorse che il sistema Giove/Saturno era particolarmente adatto per misure di tempo di 12, 20 oppure 30 anni (un semplice e comodo metronomo) e per studi astroNomici sulla struttura del sistema planetario: chi ruotava intorno a chi, a quali distanze, in quanto tempo, .. Si, proprio lo studio dei massimi sistemi!!

sabato 25 luglio 2009

Edith Stein: una figura molto intrigante

Una figura che ho incontrato nel corso dei miei approfondimenti su Heidegger e sul Sein, anzi Seyn, e che mi intriga molto è quella di Edith Stein (1891-1942), la filosofa e suora cattolica di origine ebraica che fu inizialmente assistente di Husserl (poi sostituita in questa funzione proprio da Martin Heidegger) e che finì i suoi giorni nelle camere a gas di Auschwitz il 9 agosto 1942.
Già il 12 aprile 1933 quand'era ancora ebrea, ma insegnante in una scuola cattolica tedesca, Edith si era rivolta per lettera al papa Pio XI, sollecitando una chiara presa di posizione della Santa Sede sulla situazione creatasi in Germania dopo l'arrivo di Hitler al cancellierato (30 gennaio 1933). Non solo Pio XI non rispose alla lettera della Stein, ma neppure il suo successore Pio XII (già segretario di stato di Pio XI) trovò il modo di farle arrivare alcun aiuto concreto solo Pio XI non rispose alla lettera della Stein, ma neppure il suo successore Pio XII (già segretario di stato di Pio XI) trovò il modo di farle arrivare alcun aiuto concreto nei nove anni dal 1933 al 1942, sebbene essa si fosse già dal 1933 convertita al cattolicesimo e fosse poi diventata suora carmelitana.

Ma cosa m'intriga di Edith Stein? Ammetto per ora di non esserne completamente consapevole, di non avere ancora avuto tempo di approfondire tutta la sua storia e la sua produzione filosofica e religiosa, mi è solo rimasta impressa da qualche sporadica lettura la sua caparbia volontà di ricerca della verità, sin da quando era giovane fenomenologa assistente di Husserl a Friburgo.

E' comunque un fatto preciso e verificabile che tutta la parte finale della storia di Edith, cui ella si offrì volontariamente e senza proteste di alcun genere, quasi salendo un suo personale Calvario, si svolse durante e a ridosso della congiunzione Giove-Saturno tripla del 1940-41, quella i cui tre allineamenti Saturno-Giove-Terra (i tre momenti 'estatici' dell'Ereignis heideggeriano) si svolsero l'8 agosto 1940, il 20 ottobre 1940 ed il 15 febbraio 1941.

Da un libricino di Teresio Bosco su Edith Stein letto in questi giorni due frasi mi sono rimaste impresse. La prima è relativa all'estate del 1940, quando in Olanda iniziavano le persecuzioni contro gli ebrei e le persone di origine ebraica: "Sono totalmente presa dall'opera su san Giovanni della Croce, e tutto il resto mi è indifferente".

La seconda frase Edith la disse il 6 agosto 1942 a due visitatori che poterono vederla in Olanda, qualche giorno prima di essere avviata ad Auschwitz, in Polonia, ove sarebbe poi stata uccisa appena arrivata. A chi mostrava preoccupazione per lei, serenamente rispose in quell'occasione: "Qualunque cosa accada, sono pronta a tutto. Anche il Bambino Gesù è qui con noi".

Ricordo per concludere che Edith Stein fu proclamata santa da papa Giovanni Paolo II il 10 ottobre 1998. E' oggi patrona d'Europa insieme a s. Caterina da Siena e a s. Brigida di Svezia.

giovedì 23 luglio 2009

Claudio Claudiano, la fenice e Stilicone

Come sarà certamente noto a più d'uno dei miei lettori, Claudio Claudiano (375 ca.-404 ca.) ha scritto a lungo della fenice in almeno due occasioni: in quello che oggi è classificato come il 27° dei Carmina minora, dal titolo Phoenix, e nel II libro del De consulatu Stilichonis, dedicato al suo protettore - il generale Stilicone - messo a morte a Ravenna nel 408.










Problemi interessanti, ai quali è già da tempo che penso, risultano dal fatto che effettivamente in quel torno di anni una apparizione della fenice, cioè - secondo la mia interpretazione - una congiunzione multipla Giove-Saturno, ci fu realmente, ma fu a cavallo degli anni 411-412 (vd. grafico soprastante).

Questo fatto, se da un lato può essere considerato come ulteriore conferma dell'esattezza della mia tesi interpretativa del mito della fenice, solleva d'altra parte una serie di questioni storiche che cercherò di elencare:
I) C. Claudiano dev'essere vissuto almeno fino al 408, se nel De consulatu Stilichonis celebra la morte del generale;
-- C. Claudiano sapeva già prima che nel 411-412 sarebbe arrivata una congiunzione G-S tripla, cioè la fenice, oppure no??
II) se la risposta è sì, allora Claudiano potrebbe essere vissuto fino al 408-411, ma potrebbe comunque aver saputo in anticipo che poi sarebbe arrivata la cong. G-S di tipo fenice;
III) se la risposta è 'no', allora C. Claudiano potrebbe essere stato testimone oculare della congiunzione GS tripla del 411-412, ed essere vissuto quindi almeno fino al 412, cioè almeno otto anni in più dei pochi 29 anni che gli vengono finora riconosciuti.

Come si vede rimane confermato che nello studio scientifico delle questioni, anche storiche, ogni nuova acquisizione di certezze non rappresenta mai un definitivo punto di arrivo, ma apre invece sempre nuove problematiche e nuove domande.


domenica 19 luglio 2009

To all my readers



To obtain the most by the reading of this blog I suggest to all my readers to begin with the January posts and to follow a methodic, date-ordered, reading/studying criterion.

lunedì 13 luglio 2009

Il carro di Helios ovvero l' unicorno invisibile

Diversamente da quanto accade per la fenice, cioè per le congiunzioni G-S multiple i cui allineamenti rimangono visibili per tutta la notte o quasi, mentre attraversano - dal tramonto del sole all'alba del giorno dopo - tutta l'emivolta celeste, le congiunzioni di tipo unicorno (cioè singole) sono visibili o solo all'alba o solo al tramonto o addirittura non lo sono affatto, coperte dalla grandissima potenza luminosa del sole. Quest'ultima situazione accade quando la disposizione dei Quattro (cioè dei quattro corpi celesti che figurano sui posters di Liverpool) è tale che la Terra viene a trovarsi sulla retta di allineamento rispetto al Sole esattamente dalla parte opposta dei due pianeti,Giove e Saturno, in congiunzione eliocentrica. Quando ciò si verifica l'andamento nel tempo della distanza angolare tra i due pianeti assume un andamento particolarmente simmetrico (linea azzurra del grafico e lato), con un minimo centrale particolarmente marcato e netto. Come si vede dal grafico (andamento delle longitudini geocentriche, linee celeste e verde) al momento di questa congiunzione singola entrambi i pianeti si muovono di moto apparente progressivo e con la rispettiva massima velocità angolare apparente.

In queste condizioni Giove e Saturno congiunti sorgono esattamente insieme al Sole e dietro di esso, ma restano invisibili a causa della molto maggiore potenza luminosa del Sole stesso che ne copre la debole luminosità. E' pensando a questa particolare situazione astroNomica che qualche fantasioso teologo egizio o più probabilmente greco deve aver assimilato i due pianeti vicini alle ruote di un carro e deve aver quindi parlato di un carro dorato che portava durante il giorno il dio del Sole Helios da una parte all'altra del cielo, da est ad ovest.

Situazioni astronomiche di questo genere si sono verificate ad esempio nel 205 aC, nel 54 dC (come vedremo decrittando Paolo di Tarso), nel 94 dC, .. ...

mercoledì 8 luglio 2009

The second Liverpool poster

This is the second of the two posters I was invited to exibit - in A1 format - at the 2008 Annual Conference of the U.K. Classical Association, which took place at the Liverpool University in the period March 27-30, 2008.
As I said here in previous posts and as can be seen in the schema on the left of the poster, a single, unique J-S conjunction occurs when, at the moment of the heliocentric J-S conjunction, our planet (which represents the point of view of our 'bodily' eyes) finds itself outside an angular sector of about +/- 30° centered on the heliocentric conjunction axis, that is it finds itself in the green-marked part of its orbit (see schema).
Due to this bigger angular sector (about 300°), the probability to see from the Earth a unique J-S conjunction is about 5 times bigger than that to see a multiple J-S conjunction, 5/6 instead of 1/6.
This simple, physical reason is why when a multiple J-S conjunction cames it is usually preceeded by a long sequence of single (unicorn-type) J-S conjunctions. When this happens, when a new Ereignis takes place, then ends the long-lasted 'Being oblivion'.

martedì 7 luglio 2009

"Sieh den Himmel" suggerisce Rilke

Tra gli ermetici Sonetti a Orfeo di R.M. Rilke ve ne sono alcuni piuttosto chiari ed istruttivi, come quello che vi propongo oggi in originale. E' l'undicesimo della I parte (quindi il I-XI), che dalle prime parole potremmo appunto intitolare
Guarda il cielo - Sieh den Himmel:

Sieh den Himmel. Heisst kein Sternbild 'Reiter'?
Denn dies ist uns seltsam eingepraegt:
dieser Stolz aus Erde. Und ein Zweiter,
der ihn treibt und haelt und den er traegt.

Ist nicht so, gejagt und dann gebaendigt,
diese sehnige Natur des Seins?
Weg und Wendung. Doch ein Druck verstaendigt.
Neue Weite. Und die zwei sind eins.

Aber sind sie's? Oder meinen beide
nicht den Weg, den sie zusammen tun?
Namenlos schon trennt sie Tisch und Weide.

Auch die sternische Verbindung truegt.
Doch uns freue eine Weile nun
der Figur zu glauben. Das genuegt.

'Die sternische Verbindung' dei due che divengono una cosa sola non va tradotto naturalmente con 'il legame delle stelle' come trovo su questo volumetto della Feltrinelli. Trattandosi - a parer mio - dell'apparente accostamento tra la stella Jovis e la stella Saturni che ha ispirato il poeta, ovvero della congiunzione Giove-Saturno di qualche mese prima (9 settembre 1921), questo 'sternische Verbindung' va tradotto piuttosto con 'la congiunzione planetaria'.

domenica 5 luglio 2009

Dopo Heidegger, Hoelderlin e Nietzsche ora anche R.M. Rilke conferma la mia teoria interpretativa di fenice ed unicorno

Più vado avanti nelle mie ricerche e più mi convinco (perchè trovo riscontri oggettivi) dell'esattezza della mia teoria interpretativa a fondamento astronomico dei miti della fenice e dell'unicorno, teoria che presentai ai Convegni annuali della Società Italiana di Archeoastronomia rispettivamente del 2006 e del 2007 (Campobasso e Roma) e a quello della U.K. Classical Association di fine marzo 2008 (Liverpool University).

Non vi parlerò ancora dei quattro nuovi casi di apparizioni datate della fenice che, aggiungendosi in ciò ai sette precedenti, coincidono tutti con l'occorrere (con il darsi) di congiunzioni Giove-Saturno multiple (triple/doppie/pseudodoppie).

Vi riporterò invece, oggi, uno de I Sonetti a Orfeo che R. M. Rilke scrisse all'inizio del 1922, precisamente il II-IV, che - in base al contenuto ed alle note dell'autore - possiamo tranquillamente intitolare Unicorno (Ein Horn):

Oh! questo è l'animale che non c'è.
Non lo conobbero, eppure l'hanno amato
- l'andatura, il portamento, il collo,
fino alla quieta luce del suo sguardo.

Certo non era. Ma poichè l'amarono divenne
un animale puro. Sempre a lui fu dato spazio.
E nello spazio, chiaro e dispiegato,
levò leggero il capo, quasi neanche dovesse

essere. Non lo nutrirono con grano,
sempre solo della possibilità che fosse.
E questo diede tanta forza all'animale,

che quello da sé trasse un corno. Ein Horn.
Bianco davanti a una vergine passò,
e fu nell'argento dello specchio, fu in lei.

[R.M. Rilke, I sonetti a Orfeo, tr. F. Rella, Feltrinelli ed., 1998, p. 79]

Su questo IV sonetto della Parte seconda de I sonetti vi è anche una nota del Poeta:
"L'Unicorno è un antico simbolo, celebrato lungo tutto il Medioevo, della verginità: si dice che esso, che per il profano non è, sia non appena appaia nell' 'argento dello specchio' che gli porge una vergine (vedi gli arazzi del XV secolo), e quindi appaia 'in lei' in quanto secondo specchio, altrettanto puro e segreto."