martedì 16 aprile 2024

Della PETROSITA', del DOLORE CHE PIETRIFICA e della ABGESCHIEDENHEIT ... da DANTE, a TRAKL e ad HEIDEGGER

Gestell des Geviertes
aus Anlass der Abgeschiedenheit (180°) Jupiter-Saturn
Della petrosità dantesca e di quella petrarchesca e di come queste fasi poetiche dei due grandissimi poeti italiani siano singolarmente legate al contemporaneo verificarsi delle DISgiunzioni GIOVE-SATURNO (180°, cfr. immagine a lato) rispettivamente del 1295-96, del 1315-16 e 1335-36, di questo ho già parlato nella mia relazione al Congresso Dantesco Internazionale AlmaDante2023 di Ravenna e ne ho anche scritto in fascicoli donati ad alcuni grandi italianisti e depositati alla Biblioteca Nazionale. 
Quel che ora risulta, sistematizzando ed integrando quant'era già emerso studiando le cosiddette Kehren di Heidegger con alcune riletture ed approfondimenti su Unterwegs zur Sprache, in particolare per quanto riguarda la poetica di Georg Trakl (1887-1914) esaminata nei primi due saggi del volume GA 12, quel che risulta - dicevo- è che anche questa poetica ed i relativi commenti heideggeriani parlano di steine/Gesteine, Versteinerung, .. pietre, pietrificazione, di dolore che pietrifica, .. e sono inoltre in stretta relazione temporale con due precise e temporalmente verificabili DISgiunzioni Giove-Saturno: quella del 1911-12 per Trakl (sull'asse/Ort Ariete-Bilancia) quando faceva parte del gruppo Brenner di Innsbruck e quella di quarant'anni dopo, 1951-52, per Heidegger (sull'Ort Pesci-Vergine), quand'egli commemorava Trakl e ne spiegava (dava la sua Eroerterung) poetica.   
Quel che va emergendo (e che io non so se avrò tempo e modo di approfondire completamente, cosa che altri più giovani di me dovranno fare!!), è che assai probabilmente dell' OROLOGIO COSMICO costituito dalla coppia 'divina', dal theon, dagli Elohim Giove e Saturno, di questa coppia celeste non venivano - già dall'antichità - osservati solo i momenti di CONgiunzione (che Heidegger chiama Versammlungen), ma anche quelli di DISgiunzione, di 'unità (di allineamento) nella differenza (di posizione)' (che Heidegger  chiama Abgeschiedenheit). Dal fatto che è molto scarsa la visibilità di questa disposizione del Geviert cosmico, e può essere praticamente nulla quando la luminosità di Giove viene sovrastata e 'oscurata' da quella del Sole, da questo fatto nasceva uno smarrimento, un vero e proprio 'dolore' (Schmerz in tedesco, algos in greco), 'dolore pietrificante' l'osservatore , che è stato evidentemente motivo ispiratore tanto di poeti quanto di filosofi, sia moderni che medievali che antichi. 
Penso per oggi possa bastare così. Euch alle, gute Besinnungen wuensche ich !

venerdì 22 marzo 2024

Sulla 'STELLA' vista da MAOMETTO nella notte del 26 MARZO DEL 610 accanto alla FALCE DI LUNA CALANTE


Sulle origini della 'mezzaluna stellata' che vediamo sulle bandiere di moltissimi stati a prevalente religione  islamica ho già scritto qualcosa nel passato in questo blog  [ http://giuseppedecesaris.blogspot.it/search?q=Maometto ], ma mi sembra opportuno tornarci su ora, visto che ogni giorno per vari e gravi motivi sentiamo parlare proprio delle popolazioni e stati aderenti a questa religione.
Aspetto del cielo visto da Maometto nella sera e notte
26-27 marzo 610, quando si sentì chiamato alla profezia. 
Come ho detto anche altrove, dai miei studi scientifici risulta che la 'stella' che noi oggi vediamo nel massimo simbolo islamico - la 'mezzaluna stellata' - rappresenta la grande vicinanza e l'allineamento verso Terra dei due pianeti misuratori del tempo, Giove e Saturno, che
 in quella primavera dell'anno 610 erano in congiunzione nella costellazione dell'Acquario: congiunzione che come si vede dalla terza immagine di questo post culminò il 5 aprile del 610, ad una longitudine celeste di 324° 51' e con una distanza angolare minima tra i due pianeti di soli 33' 19".  
Come si vede dalle curve di questo terzo grafico, una situazione identica a quella descritta si verificò poi alla lunazione successiva, cioè nella notte dal 23 al 24 aprile, con l'unica differenza che ora Giove si trovava leggermente a sinistra di Saturno invece che a destra (essendo da pochi giorni avvenuto il superamento in longitudine). Sappiamo del resto che Maometto, ripresosi dallo sconvolgimento della prima, cosiddetta Notte del Destino (cfr. sura n. 97), tornò ancora a lungo sul monte Hira, ove molte altre delle 114 sure oggi costituenti il Corano gli furono di volta in volta rivelate.


 

mercoledì 6 marzo 2024

CONVERSIONE, STIMMATE E MORTE di S. FRANCESCO e CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO del 1205-06 e del 1226

Il Crocifisso di San Damiano
visto e meditato da Francesco 
nel 1206
Ricorrendo quest'anno 2024 l'ottocentesimo/800° anniversario delle stimmate su mani e piedi che - nel suo "cammino di conformazione a Cristo"- s. Francesco 'ricevette' il 17 settembre 1224, mi sembra opportuna qualche seinsgeschichtliche/ontostorica considerazione su tutti i momenti principali della vita del Santo: si dà infatti il caso che sia la conversione che poi la ricezione delle stimmate e la morte avvennero singolarmente alla luce di ripetizioni di quel fenomeno di astronomia planetaria che tanta importanza ha in tutta la storia della tradizione abramitica, le congiunzioni tra i pianeti Giove e Saturno che - "di generazione in generazione" - cadenzano il tempo.

La prima delle due congiunzioni G-S- citate è quella stessa del 1205-06 che ispirò il sufi andaluso Ibn 'Arabi a scrivere la sua Epistola delle Luci (Risalat al-anwar). La seconda è quella i cui grafici si riportano qui sopra, che s. Francesco molto probabilmente seguì attentamente già nell'estate-autunno del 1224 (stimmate!) che  culminò il 5 marzo 1226 con uno strettissimo allineamento tra i due pianeti (appena 0° 02' 32" di differenza angolare residua) nella costellazione del Capricorno e che si protrasse fin oltre la morte del Santo, avvenuta il 3 ottobre 1226. Questo biennio 1224-1226 di s. Francesco è ricordato anche da Dante nel canto XI del suo Paradiso: ".. nel crudo sasso intra Tevero ed Arno/da Cristo prese l'ultimo sigillo,/che le sue membra due anni portarno." (Par XI:106-108).



 

lunedì 12 febbraio 2024

La 'VISIO BEATIFICA' del 1205-1206 di IBN 'ARABI (Zeitpunkte der SeinsGeschichte)

Il mistico sufi e filosofo andaluso Ibn 'Arabi (Murcia 1165-Damasco 1240) ebbe "una particolare originalità per il modo di integrare, in un quadro metafisico, istanze esoteriche ed esegesi coranica, teosofia sciita e pensiero neoplatonico". 
Verso i trentacinque anni, abbandonata l'attività politico-amministrativa di segretario del governo di Siviglia, Ibn 'Arabi viaggiò molto nell'Africa del nord ed in Medio Oriente, scrivendo anche molto. 
Una delle sue opere edite più significativa la scrisse da Konya, una città dell'alto-
piano centrale dell'Ana- tolia, nel 1205: è l' epistola Risalat al-anwar (cioè l' Epistola delle Luci), diretta ad un amico, nella quale - come leggo in uno scritto del prof. A. Elalami - "egli descrisse la sua ascensione mistica attraverso i livelli dell'essere e della conoscenza per raggiungere la visione del Signore, il grado più alto della perfezione umana."
Ebbene, come ciascuno può vedere [e (far) verificare] dai grafici riportati qui sopra, per tutto il 1205 e poi ancora nel 1206 Ibn 'Arabi vide ogni sera e notte (a parte la breve invisibilità centrale) i due pianeti Giove e Saturno andare prima in congiunzione stretta e poi uscire da essa, ricavando a parer mio proprio da questa visione diretta (o 'ascensione in prima persona') quell' 'esaltazione del viandante eletto' di cui scrive il prof. Elalami nel suo articolo "Il Mi'rag nel pensiero d'Ibn 'Arabi" dell'1.11.2023.

Ho voluto mettere in evidenza quanto sopra per ricordare e sottolineare, in particolare a chi ancora avesse dubbi, che le congiunzioni Giove-Saturno sono il vero fil rouge, cioè l'elemento di continuità di tutta la tradizione abramitica, di tutte e tre le religioni monoteistiche: ebraismo, cristianesimo ed islam.
 

sabato 3 febbraio 2024

PENSANDO A MOSE'.. il divisore delle acque del mare !!


Dopo aver molto letto, in questi ultimi giorni, di Filone di Alessandria (c. 15 bce- 50 ce c.), del Logos divino di cui parla in De Opificio Mundi, del suo De Vita Mosis, .. rispolverando una mia idea di qualche lustro fa ed anche ripensando alle tesi dell'archeologo israeliano ed israelita Israel Finkelstein, mi è venuta voglia di andare a verificare quand'è che una congiunzione Giove-Saturno si svolse proprio in mezzo alle due costellazioni zodiacali adiacenti ed entrambe acquatiche, marine: Pesci ed Acquario. Ebbene come potete vedere dai grafici soprastanti (o far verificare) una congiunzione G-S singola (re'em, monokeros) avvenne il 30 gennaio del 1039 ac (al tempo del faraone Psusenné I) ad una longitudine celeste di circa 312°, cioè proprio al confine di quell'epoca tra le due costellazioni 'marine' dette, Pesci-Acquario.

Lascio a voi tutti, cari amici e lettori che così numerosi mi seguite, di intuire - aiutandovi magari con qualche mio scritto - tutti i nessi esistenti tra i vari aspetti di queste tematiche, fondamentali per la storia filosofica, religiosa, letteraria ed anche politica non solo dell' Occidente. 

martedì 16 gennaio 2024

SEYNsGESCHICHTE: MANIFESTAZIONE DEL LOGOS ALETHES al TEMPO DI GIUSTINO MARTIRE 153-154

 Il desiderio di pubblicare questo breve (ma denso) articolo su Giustino Martire (c. 100-165) mi è sorto leggendo un volume del 1995 di Giuseppe Girgenti, Apologie, acquistato al posto del suo più recente Giustino Martire, ora esaurito.
Con quel che nel titolo ho chiamato "manifesta-
zione del Logos Alethes" intendo l'eliocentristica, fenicea congiunzione Giove-Saturno doppia nella costellazione Virgo, cui Giustino poté assistere a Roma (dov'era da un quinquennio) nei nove mesi dall'ottobre-novembre del 153 alla fine di luglio 154 [come si vede dai grafici del detto fenomeno di astronomia planetaria riportati qui sotto e verificabili da ognuno]. 

E' proprio questo il periodo in cui la sicurezza di Giustino nella sua nuova fede era arrivata al punto da rivolgersi senza timori direttamente all'imperatore Antonino il Pio (86-161), al Senato e 'a tutto il popolo romano' con la sua prima Apologia per i Cristiani, ove sosteneva tra l'altro l'identificazione del Logos con Cristo, ovvero - detto meglio secondo i risultati dei miei più che ventennali studi e la mia interpretazione - di Cristo con l'originario, astrale alethes lògos della filosofia greca: l'eliocentristica congiunzione Giove-Saturno multipla (tripla o doppia).

venerdì 15 dicembre 2023

SEINsGESCHICHTE: 165/4 aC, VISITA DEL DIO D'ISRAELE, RIVOLTA DEI MACCABEI ed ISTITUZIONE DI CHANUKAH

 

Come sarà poi anche per le rivolte antiromane nella Diaspora (114-117) e palestinese di Bar Kochba (132-135), la rivolta antisiriana dei Maccabei (166-164 ac), guidata cioè dal sacerdote Mattatia e dai suoi cinque figli Giovanni, Simone, Eleazaro, Giuda e Gionata, si svolse alla presenza del dio d' Israele, cioè in previsione dell'imminente arrivo e del verificarsi della congiunzione Giove-Saturno del 165 aC (vedi i relativi grafici soprastanti), sperando ovviamente che ciò garantisse il successo, la vittoria, cosa che in questo caso effettivamente avvenne e che venne qualche mese dopo festeggiata con l'istituzione della Festa delle luci o Chanukah o Hanukkah.

Come descrivo più in dettaglio alle pagine 102 e seguenti del mio libro "Congiunzioni Giove-Saturno e storia giudaico-cristiana", la rivolta fu promossa da Mattatia ma, dopo la sua morte nel 166 ac, la guida fu assunta dal figlio Giuda che ne divenne un vero e proprio eroe durante tutto l'anno 165, quello della congiunzione, e la primavera-estate del successivo. Riconquistata Gerusalemme, il Tempio fu riconsacrato al giudaismo esattamente nello stesso giorno - il 25 Kislev - in cui tre anni prima (167 ac) Antioco IV di Siria (Antioco Epifane) vi aveva fatto offrire, come primo atto del suo programma di degiudizzazione della Palestina, il primo sacrificio pagano dedicato a Zeus olimpico.

Tale fu l'importanza della vittoria maccabeica e della riconsacrazione del Tempio, che tuttora gli ebrei di tutto il mondo ne tramandano la memoria con una delle loro principali festività: Channukah ("Inaugurazione"), otto giorni dedicati al ricordo ed alla purificazione.   

martedì 12 dicembre 2023

La CONGIUNZIONE GIOVE-SATURNO TRIPLA 1305-1306 cantata da LAPO GIANNI

Ormai prossimo il Natale, è del tutto in tema con il periodo ricordare come il notaio Lapo Gianni dei Ricevuti, coetaneo ed amico di gioventù di Dante, cantò la messianica congiunzione Giove-Saturno tripla del 1305-1306 (quella per cui Dante scrisse la grande canzone Tre donne intorno al cor mi son venute, la canzone 'montanina', l' epistola IV, .. ...): 

Siccome i Magi a guida de la stella

girono inver le parti d'Oriente

per adorar lo Signor ch'era nato,

così mi guidò Amore a veder quella

che 'l giorno amanto prese novamente,

ond'ogni gentil cor fu salutato.

I' dico ch'i' fu' poco dimorato,

ch'Amor mi confortava: non temere,

guarda com'Ella vien umile e piana.

Quando mirai un po' m'era lontana:

allora m'afforzai per non cadere;

il cor divenne morto ch'era vivo.

Io vidi lo 'ntelletto su' giulivo

quando mi porse il salutorio sivo.

mercoledì 6 dicembre 2023

Sulle SCOPERTE e le relative COMUNICAZIONI FORMALI

Pensando in particolare ad un giovane professore di letteratura italiana della Sapienza di Roma con il quale ho avuto di recente qualche diversità di opinione sui modi di rendere pubblici, di comunicare i risultati delle proprie ricerche e sulla validità ed importanza degli stessi risultati, ho deciso di riportare qui oggi una simpatica storia (tratta dal sito 'Storie scientifiche') che riguarda il grande RICHARD FEYNMAN (1918-1988), premio Nobel per la fisica nel 1965 per la sua ideazione di una rivoluzionaria rappresentazione grafica del processo di interazione tra particelle nello spazio-tempo. Ecco la storia:

"Passò un anno prima che il lavoro, ormai concluso, di Feynman sui suoi famosi diagrammi venisse pubblicato: aveva voglia e, anzi, era ansioso di condividere le sue idee conversando con chiunque stesse ad ascoltarlo, ma trovava sgradevole il compito di redigere una comunicazione formale e procrastinò questa operazione finché gli fu possibile. La sua comunicazione originale, 'Space-Time Approach to Quantum Electrodynamics', sarebbe potuta anche non essere mai stata scritta se Feynman non si fosse recato a Pittsburgh per passare alcuni giorni con i suoi amici Bert e Mulaika Corben.

Mentre era a casa dei Corben, gli amici lo obbligarono a mettersi seduto e a scrivere il pezzo, mentre Feynman accampava tutte le scuse possibili per non farlo. Mulaika, che era una donna con una personalità estremamente forte, decise di ricorrere a misure estreme: lo chiuse a chiave nella sua stanza e si rifiutò di lasciarlo uscire prima che l'articolo fosse completato. Era una delle poche persone in grado di tenere testa a Feynman opponendo la propria volontà alla sua." 

lunedì 6 novembre 2023

AUTUNNO DEL 1282: LA 'DONNA' DEL GIOVANE DANTE, ambizioso NOVIZIO D'AMORE

Sui 17 anni, Dante aveva già capito di possedere "l'arte del dire parole per rima" ed aveva già sentito parlare dei "fedeli d' Amore", intuendo sì quale fosse il vero ambito di esplicazione di quell'amore poetico, ma non avendo ancora capito quale fosse la celestiale, divina donna meritevole dell' allegorica attenzione poetica dei vari Chiaro, Guido, Terino, Gianni, Onesto, ... 

Confessa lui stesso, a saper comprendere quel che dice nei primi capitoli della Vita Nova, che, giovane com'era ed ancora inesperto, si sbagliò a scegliere le figure da poetare, in particolare la sua 'donna', 'madonna', ed Amore. Fu così che quando nell'estate autunno del 1282 il pianeta Marte incominciò ad avvicinarsi progressivamente al più grande Giove, fino ad andare in stretta congiunzione con esso il 7 ottobre 1282 (congiunzione benissimo visibile dopo il tramonto, alla sera), Dante prese coraggio, scrisse il suo primo sonetto A ciascun'alma presa, e gentil core "ne lo quale io salutasse tutti li fedeli d'Amore; e pregandoli che giudicassero la mia visione, scrissi a loro ciò che io aveva nel mio sonno veduto."

Le tre risposte in rima degli esperti "fedeli d'Amore" pervenuteci (Guido Cavalcanti, Terino da Casterfiorentino, Dante da Maiano), generiche, garbate o ironiche, non furono così chiare da far cambiare idea a Dante: il pianeta Marte rimase la sua 'madonna' e le sue dinamiche evoluzioni rimasero ancora  a lungo oggetto della sua poetica. Scriverà infatti nella Vita Nova, ove Marte assumerà anche la funzione di 'donna schermo': "Con questa donna mi celai alquanti anni e mesi; e per più fare credente altrui, feci per lei certe cosette in rima, le quali non è mio intendimento scrivere qui, ..". 

 A voi italianisti/dantisti professionisti, attivi sia in Italia che abroad, che avete molto più tempo di me e che siete per ciò pagati (con denaro generalmente pubblico), lascio ora il compito di trovare quali e quante conseguenze per gli studi danteschi, cavalcantiani, .. ... avrà quel che oggi vi ho rivelato. 

mercoledì 25 ottobre 2023

Ricordando F. Nietzsche nell' anno 180° dalla nascita: DER ERLOeSENDE MENSCH - IL LIBERATORE


Ricorrendo qualche giorno fa, il 15 ottobre 2023, il 179° compleanno di Friedrich Nietzsche (1844-1900) ed essendo così, ora, iniziato il suo 180° anno, stavo sfogliando qualche suo libro quando ho ritrovato un brano di Genealogia della morale, che ad una lettura precedente avevo evidenziato in giallo e che mi sembra si adatti bene anche al tempo presente. Lo riporto qui di seguito, prima in tedesco poi in italiano.

Irgendwann, in einer staerkeren Zeit, als diese morsche, selbstzweiflerische Gegenwart ist, muss er uns doch kommen, der erloesende Mensch der grossen Liebe und Verachtung, der schoepferische Geist, den seine draengende Kraft aus allem Abseits und Jenseits immer wieder wegtreibt, dessen Einseimkeit vom Volke missverstanden wird, wie als ob sie eine Flucht vor der Wirklichkeit sei waerend sie nur seine Versenkung, Vergrabung, Vertiefung in die Wirklichkeit ist, damit er einst aus ihr, wenn er wieder ans Licht kommt, die Erloesung dieser Wirklichkeit heimbringe: ihre Erloesung von dem Fluche, den das bisherige Ideal auf sie gelegt hat. Dieser Mensch der Zukunft, der uns ebenso vom bisherigen Ideal verloesen wird als von dem, was aus ihm wachsen musste, vom grossen Ekel, vom Willen zum Nichts, vom Nihilismus, dieser Glockenschlag des Mittags und der grossen Entscheidung, der den Willen wieder frei macht, der der Erde ihr Ziel und dem Menschen seine Hoffnung zurueckgibt, dieser Antichrist und Antinihilist, dieser Besieger Gottes und des Nichts - er muss einst kommen ... 

- Aber was ich rede da? Genug, Genug! An dieser stelle geziemt mir nur eins, zu schweigen; ich vergriffe mich sonst an dem, was einem Juengeren allein freisteht, einem 'Zukuenftigeren', einem Staerkeren, als ich bin - was allein Zarathustra freisteht, Zarathustra dem Gottlosen ...   [F.N., Gesammelte Werke, Anaconda 2012, S. 682]

*

Prima o poi, in un'età più forte di questo presente marcio e dubbioso di sé, dovrà pure giungere fino a noi l'uomo del riscatto, l'uomo del grande amore e disprezzo, lo spirito creatore, sempre di nuovo sospinto dall'urgere della sua forza via da ogni isolamento, da ogni trascendenza, l' uomo la cui solitudine è fraintesa dal popolo, come se fosse una fuga dalla realtà - mentre è soltanto il suo sprofondare, il suo seppellirsi, il suo affondare nella realtà, per poter estrarre e portare con sé un giorno, tornato nuovamente alla luce, la redenzione di questa realtà: la sua redenzione dalla maledizione che l'ideale, quale è stato finora, le ha gettato addosso. Quest'uomo del futuro, che ci redimerà non solo dall'ideale quale è stato sino ad oggi, ma anche da quello che da esso dovette nascere, dalla grande nausea, dalla volontà del nulla, dal nichilismo, questo rintocco del mezzodì e della grande decisione, che libererà di nuovo l'uomo, che restituirà alla terra la sua meta e all'uomo la sua speranza, questo anticristo e antinichilista, questo vincitore di Dio e del nulla - dovrà venire un giorno ...

Ma che sto dicendo? Basta, basta! A questo punto solo una cosa è quella giusta, tacere; altrimenti mi attribuirei ciò che è consentito solo a chi è più giovane, ad un 'venturo', ad uno più forte di quanto io sia, consentito solo a Zarathustra, a Zarathustra il senzadio ...

[F.N., Opere 1882/1895, Newton Mammut, 1993, p. 627]

lunedì 11 settembre 2023

LA SPARIZIONE DI EMANUELA ORLANDI IL 22.06.1983: UNA STORIA INIZIATA COME PRESSIONE MASSONICA ?!

 

Stavo notando che la sparizione di Emanuela Orlandi avvenne proprio mentre la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dall'allora cardinale J. Ratzinger (futuro Benedetto XVI) era impegnata ad elaborare la risposta al quesito se era mutato o no il giudizio della Chiesa sulla massoneria, per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico - pubblicato il 25 gennaio 1983 - la massoneria stessa non veniva citata espressamente come nel Codice precedente. 

Si ricorderà che erano quelli gli anni in cui l'ambiente cattolico tradizionalista era preoccupato dalle voci insistenti su una massiccia infiltrazione massonica tra le più alte cariche ecclesiastiche, con la costituzione di una ipotetica Gran Loggia vaticana. Perfino di autorevolissimi cardinali erano stati pubblicati i presunti dati di iscrizione alla massoneria, ad esempio quelli del Vicario pontificio per la diocesi di Roma, il card. Ugo Poletti (1914-1997).

La risposta ufficiale della Congregazione di Ratzinger al quesito postole, dal titolo "Dichiarazione sulla Massoneria", fu pubblicata il 26 novembre 1983, quindi cinque mesi dopo la sparizione di Emanuela e quand'erano in pieno svolgimento sia gli appelli di Giovanni Paolo II per Emanuela che il concomitante invio di messaggi e telefonate dai presunti rapitori che chiedevano o fingevano di chiedere lo scambio Agca-Emanuela. Potrebbe essersi dato (ipotesi possibile?) che, se la Congregazione di Ratzinger avesse dichiarato sua sponte nelle prime settimane dopo il 22 giugno di non avere altro da aggiungere sulle associazioni anticlericali rispetto a quanto pubblicato a gennaio 1983, allora Emanuela sarebbe forse ricomparsa. 

La Dichiarazione del 26 novembre spiegava invece che la mancata citazione a gennaio 1983 della massoneria era dovuta solo al fatto che essa era ricompresa in categorie condannate più ampie e precisava esplicitamente: "Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione."

Prima di chiudere e firmare la Dichiarazione, il card. Ratzinger ci tenne a precisare - evidenziando in neretto - che anche il papa condivideva: "Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell' Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la Pubblicazione." Roma, 26 novembre 1983. 

lunedì 19 giugno 2023

Sul misterioso disaccordo DANTE - GUIDO CAVALCANTI: " .. UNA SCURITATE LA QUAL DA MARTE VENE"

A
tutti gli italianisti, italiani e stranieri, e a tutti gli appassionati della letteratura italiana delle origini sono note due cose, la prima delle quali è che ad un certo punto vi fu - per motivi non ancora chiariti in questi primi sette secoli di esegesi - un dissidio tra Dante ed il suo "primo amico" Guido Cavalcanti, più grande di lui di una decina d'anni.
La seconda è che nella canzone considerata il manifesto dottrinale di Guido Cavalcanti, cioè in Donna me prega, parte di una tenzone con Guido Orlandi ma da molti critici vista anche come risposta polemica alla Vita Nova dantesca, è nominato - con un riferimenro tutt'ora non chiarito - il pianeta Marte come origine di una certa oscurità  ("scuritate") amorosa.
Anticipando quel che forse scriverò in un saggio più dettagliato, dirò qui ed ora che la mia proposta di chiarimento di questi due punti si basa su una particolare interpretazione dei primi cinque paragrafi della Vita Nova (partizione Balbi), fondata sulla "tendenza dantesca a reinterpretarsi a posteriori" (R. Rea 2021, p. 17).
Dante iniziò a scrivere la Vita Nova e a sistematizzare la sua produzione lirica precedente già diffusa quando ebbe capito che il fenomeno planetario filosoficamente e teologicamente significativo ('beatificante') era la congiunzione Giove-Saturno e che quindi il pianeta luminoso di cui seguire le evoluzioni non era Marte (il pianeta 'rosso'), come lui molto probabilmente aveva inizialmente creduto, ma appunto Giove.
Tracce di questa convinzione iniziale e del necessario riaggiustamento nella ricostruzione a posteriori al momento della stesura del prosimetro sono in VN-II ("Beatrice.. apparve vestita di nobilissimo colore, umile ed onesto sanguigno,.."), in VN-III nella descrizione del primo sogno ("Nelle sue (di Amore) braccia mi parea vedere una persona dormire nuda, salvo che 'nvolta mi parea in un drappo sanguigno leggermente;..") e soprattutto nella fantasiosa scenetta di VN-V ("una gentile donna" seduta su "la retta via" visiva Beatrice-Dante): la "gentile donna schermo della veritade", che altro non è che figura allegorica appunto del pianeta Marte, a volte fisicamente interposto tra l'osservatore e la più lontana coppia Giove-Saturno in congiunzione.
Ecco lo studio del moto dei tre pianeti esterni in quel torno di tempo (vedansi i surriportati grafici longitudine-tempo), diciamo dal 1283 al 1287, dimostra facilmente che la situazione descritta da Dante nella parte in prosa dei primi paragrafi della Vita Nova (VN-V e segg.) non poteva verificarsi e non si è verificata: quando Marte si è trovato tra Giove e Saturno a 20°-25°(a fine del 1284 ed all'inizio del 1287) i tre erano invisibili perché avevano tutti longitudine molto simile a quella del sole; e quando la congiunzione Giove-Saturno era stretta (inverno 1285) il pianeta Marte praticamente in fase stazionaria ("sedea una gentile donna") era quasi all'opposizione (153°-179°) della coppia G-S e non allineato con essi.  
In definitiva è (molto) probabile che Cavalcanti abbia rimproverato a Dante una certa confusione mentale, una certa iniziale oscurità .. teorica ("la qual da Marte vene") sulla dinamica dei pianeti che voleva allegorizzare nella sua poetica del tempo. 

Ecco questa descritta è la mia proposta per iniziare a chiarire i molti punti finora oscuri che riguardano la Vita Nova, Donna me prega, la storia del rapporto Dante-Guido, l' evoluzione del concetto di Beatrice in Dante, ... ... ... Spero di poterne parlare presto di persona e senza fretta (cioè non in 15 minuti) in qualche seminario organizzato in qualche università italiana o straniera da qualche membro del gotha dantistico nazionale o internazionale incuriosito ed interessato dalla mia proposta interpretativa. 

domenica 4 giugno 2023

L' UNICORNO del RE DI NAVARRA TEOBALDO I (21.09.1246)

La congiunzione Giove-Saturno singola
culminata il 21 settembre 1246 
nella costellazione della Vergine (confine Libra)
Thibaut (1201-1253), IV conte di Champagne e poi I re di Navarra, è una figura intrigante per vari motivi: innanzitutto per essere il trovatore più importante del suo tempo, citato come tale - una sessantina di anno dopo la sua morte - anche da Dante nel suo De Vulgari Eloquentia, poi per avere scritto - già una quarantina di anni prima di Guido Cavalcanti - un sonetto ove viene citato l' unicorno o liocorno o monokeros, il mitico animale da me riconosciuto (già quindici anni fa) come immagine allegorica delle congiunzioni Giove-Saturno singole. Scrisse Thibaut:

Ausi com l' unicorne sui

qui s'esbahist en regardant

quant la pucelle va mirant ... ...

Ecco, pur conoscendo per ora solo superficialmente sia Thibaut IV de Champagne che tutti i trovatori, io propongo agli studiosi del settore (ad iniziare dal prof. Canettieri della Sapienza, dai ricercatori E.F. Di Meo, M. Bisceglia, ..) una possibile motivazione e datazione della suddetta canzone dell' unicorno di Thibaut, legate all'osservazione da parte sua negli anni 1246-47 della visibilissima congiunzione Giove-Saturno singola che culminò il 21 settembre 1246 tra le stelle della costellazione della Vergine (vicino al confine con la Bilancia).

mercoledì 22 febbraio 2023

Ecco il fondamento per nuovi studi sul PETR.ARCA

Ora non ho tempo, cari lettori, di dilungarmi su tutti i dettagli... provate voi stessi - soprattutto dantisti e petrarchisti professionisti - a fare qualche associazione di idee a partire dalle curve del chiarissimo grafico che ho qui pubblicato. 

[Cliccate sull' immagine per ingrandirla]

martedì 29 novembre 2022

GUITTONE d'AREZZO segue i pianeti separarsi e ricorda la CONGIUNZIONE GIOVE-SATURNO DOPPIA DEL 1265-66 (quella della nascita di DANTE)

CON PIU' M' ALLUNGO ...

Con più m'allungo, più m'è prossimana

la fazzon dolce de la donna mia,

che m'aucide sovente e mi risana 

e m'ave miso in tal forsenaria,

che 'n parte ch'eo dimor' in terra strana,

me par visibil ch'eo con ella sia,

e [un']or credo tal speranza vana

ed altra mi ritorno en la follia.

Così como guidò i Magi la stella,

guida[me] sua fazzon gendome avante,

che visibel mi par e incarnat' ella.

Però vivo gioioso e benistante,

ché certo senza ciò crudele e fella

morte m'auciderea immantenante.



giovedì 3 novembre 2022

LE DUE FASI 'PETROSE' DELLA POETICA DANTESCA spiegate dalle DIS-GIUNZIONI DI GIOVE DA SATURNO

 Lo scorso 21 ottobre 2022 ho presentato a Firenze all' Accademia La Colombaria, nel corso del XXI Convegno annuale della Società Italiana di Archeoastronomia, una relazione dal titolo DANTE RIESAMINATO ALLA LUCE DELLE CONGIUNZIONI GIOVE-SATURNO DELLA SUA VITA, relazione nella quale - oltre a richiamare quanto detto il 16 settembre 2021 nel corso del mio intervento al Congresso Dantesco Internazionale di Ravenna per il 700° anniversario della morte di Dante - ho anticipato la presentazione sistematica di una proposta di interpretazione e datazione delle fasi 'petrose' di Dante basata anch'essa sulla dinamica della coppia planetaria Giove-Saturno come visibile da Terra.

A fondamento della mia proposta interpretativa è la considerazione che se Giove in 19,86 anni (7254 giorni) supera il lento Saturno di 360°, di un giro, e torna di nuovo in congiunzione con esso, in metà di detto intervallo cioè dopo 9,93 anni (3627 giorni) esso Giove avrà superato Saturno solo di mezzo giro, di 180°: i due lontani pianeti si troveranno insomma da parti opposte rispetto al Sole ed anche rispetto a Terra, visto che noi 'giriamo' solo a circa 1/5 della distanza di Giove dal Sole e a circa 1/9 di quella di Saturno. Ciò significa che in questa condizione mentre uno dei due pianeti sta sorgendo l'altro sta già tramontando e viceversa .. la 'donna angelicata' insomma è ora totalmente strabica, dissociata, si nasconde, si fa vedere poco e male e comunque non saluta. Di fronte a questa 'donna dura come pietra' anche il sensibile animo del poeta è ora freddo, gelato e pietrificato. A fatica dovrà attendere che, riavvicinandosi i due pianeti (i due occhi dell' amata), essa si mostri di nuovo come una dolce e attraente pargoletta/giovanetta.

Il nuovo criterio di interpretazione e datazione delle petrosità, basato quindi sulle dis-giunzioni tra Giove e Saturno, permette non solo di ritrovare la già nota datazione al solstizio invernale del 1296 di quella che io chiamo ora la prima petrosità dantesca, ma anche di identificarne astronomicamente una nuova - la seconda petrosità dantesca - da collocare circa 19 anni dopo la prima, tra il 21 agosto 1314 ed il 10 luglio 1315: i due pianeti erano infatti eliocentricamente a 180° uno dall'altro precisamente il 26 marzo 1315. E' proprio questo il periodo di stesura da parte di Dante dei canti finali (XXX, XXXI, ..) del Purgatorio, nei quali canti molti esegeti hanno già ritrovato lo stile proprio delle rime 'petrose' scritte in occasione della prima petrosità. 

Dante del resto l'ha detto chiaramente appena qualche canto prima:"Io son un che, quando Amor mi spira, noto e a quel modo ch'ei ditta dentro [quel che scrivo] vo significando." (Pg XXIV,52-54)

Ecco il link per quelli di voi, cari lettori, che fossero interessati ad ascoltare tutto il mio intervento del 21 ottobre (conclusioni incluse!!) al XXI Convegno di Archeoastronomia di Firenze: dal tempo 3:24 al tempo 3:52 del video seguente --->> 

  http://www.youtube.com/watch?v=d6eqP_oZ__U 

sabato 1 ottobre 2022

GIOVE e SATURNO erano in CONGIUNZIONE alla DATA DELLA PRESUNTA CREAZIONE DEL MONDO (3760 aC)

Alcuni giorni fa, precisamente al tramonto del 25 settembre 2022, si è completato il 5782° anno ed è iniziato il 5783° anno dal momento della presunta data di creazione del mondo, cioè secondo il calendario ebraico. Tale creazione sarebbe avvenuta dunque nell'anno 3760 (= 2022 - 5782) prima dell' èra cristiana, fatto questo dichiarato assurdo ed impossibile dalla teoria dell'evoluzione e da tutta la scienza moderna.

La cosa singolare che ho notato già da molti anni, ma che ora vorrei mettere qui in evidenza, è che quell'anno nel quale secondo il primo libro della Bibbia - Gen(1,2) -  Dio cioè gli Elohim si libravano sulle acque ed iniziavano la creazione del mondo era in realtà un anno di congiunzione Giove-Saturno, come si può dimostrare con un semplice calcolo.

Ripensando ad esempio alla congiunzione G-S 'covidiana' di due anni fa, cioè del 21 dicembre del 2020, e tenendo conto dell' intervallo medio tra una congiunzione G-S e la successiva (o la precedente) - 19.86 anni - possiamo trovare qual è il numero di intervalli trascorsi dal 3760 aC al 2020, cioè alla congiunzione di due anni fa:

[2022-2 -(-3760)] / 19.86 =(2020 + 3760)/ 19.86 = 5780/19.86 = 291.04

il che significa, essendo da allora trascorsi un numero intero di intervalli, che la congiunzione G-S di due anni fa era la 291esima successiva a quella posta a base, a fondamento del calendario ebraico. 

Il fatto che le indicazioni della Bibbia e la tradizione rabbinica abbiano portato a fissare l'origine del calendario in un anno di congiunzione Giove-Saturno conferma in pieno la mia teoria della rilevanza di questo fenomeno di astronomia planetaria per tutta la tradizione abramitica, quindi sia ebraica che cristiana che islamica. 

domenica 17 luglio 2022

Il famoso HOROLOGIUM AETERNAE SAPIENTIAE da Enrico SUSO (1296-1366) a Nicola CUSANO (1401-1464)

Novizio già a tredici anni presso il convento domenicano di Costanza, Heinrich Seuse (lat. Suso), tanto si appassionò della tematica della Sapienza eterna e della intrigante figura di Gesù da arrivare a tatuarsene il nome sul petto, direttamente sul cuore. Per gli ottimi risultati negli studi e per l'ottima padronanza del latino, i superiori decisero di inviarlo verso il 1323/4 allo Studium generale domenicano di Colonia dove entrò in contatto direttamente con il teologo e mistico Meister Eckhart (1260-1327/8), allora non ancora sospettato di eresia.

Dovette essere proprio a Colonia e negli anni 1324-1325 che avvenne, in occasione della congiunzione Giove-Saturno singola del 1325, il passaggio di testimone - in una sorta di staffetta teologica - tra Meister Eckhart ed Enrico Suso: il primo dovette rivelare al secondo tutta l'importanza che le congiunzioni Giove-Saturno avevano avuto nella nascita e tuttora avevano nella storia del cristianesimo e come il loro puntuale, 'ventennale' verificarsi potesse essere assimilato al battiti di una sorta di orologio cosmico. (Si consideri che proprio in quegli anni orologi meccanici incominciavano e continuavano ad essere installati su campanili e torri civiche).

Single Jupiter-Saturn conjunction occurred
on June 2nd, 1325 in the constell. Taurus 
Appena tornato a Costanza, 1327, Enrico Suso inizia a scrivere il libro che lo renderà famoso, dapprima in tedesco Das Buchlein der ewigen Weisheit (il Libretto dell'eterna Sapienza, anche in difesa di Meister Eckhart) e poi la versione ampliata in latino l' Horologium aeternae Sapientiae, testi dei quali si sono tramandati rispettivamente ben 490 e 233 manoscritti !

Poliedrica figura di studioso, anche lui tedesco e attratto dai segreti della Sapienza eterna, fu nel secolo successivo  Nicola Cusano o Nikolaus von Kues am Mosel (1401-1464), formatosi all' università di Padova (anche su argomenti scientifici, matematici ed astronomici), poi vescovo di Bressanone/Brixen e cardinale. Come si è potuto direttamente verificare, non solo le opere di Meister Eckhart fecero parte della biblioteca di Nicola Cusano, ma anche quelle di Heinrich Suso proprio a partire naturalmente dall' Horologium aeternae Sapientiae. Non desta dunque alcuna sorpresa allo scrivente il fatto che la gran parte delle opere di Nicola Cusano fossero da lui scritte poco prima, in piena coincidenza o poco dopo le due congiunzioni GIOVE-SATURNO del suo tempo, quella del 1444-45 e quella dell'anno della sua morte, il 1464. Né alcuna sorpresa destano i titoli di queste opere, tutti che richiamano ricerche teologiche anche su base fisico-matematica: De reparatione kalendarii, De quaerendo Deum, De filiatione Dei, De geometricis transmutationibus, De aritmeticis complementis, De dato Patris luminum, .. De venatione sapientiae, De apice theoriae

martedì 3 maggio 2022

GLI SFORZI DI MASSIMO CACCIARI ... per avviare una NUOVA (IMPROBABILE) METAFISICA

Si sono svolti ieri ed oggi due incontri seminariali all' Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli sul tema "Sul significato attuale di meta-fisica" avviati da conferenze di Massimo Cacciari.

Nell'incontro di ieri 2 maggio, rispondendo anche a domande il filosofo ha ricordato che la metafisica classica è nata e si è evoluta come insieme di principi della scienza della natura, principi a priori per lo studio dell'(ess)ente e questioni relative (ousiai, ragion d'essere del molteplice dell'ente, apeiron, agaton, ...). Chiudendo la seconda parte dell'incontro, il prof. Cacciari ha posto a presenti e teleconnessi la domanda: come dobbiamo riformare la filosofia per rimetterla in grado di dialogare con la scienza, in sintonia con essa, evitando così che ne venga invece sopraffatta compiendosi essa metafisica nel sapere tecnico-scientifico? La risposta sarebbe arrivata l'indomani, cioè oggi 3 maggio ...
Nell'incontro di oggi 3 maggio è emerso chiaramente, apertis verbis, che - ancor prima di aver capito e fatto capire con il "seinsgeschichtliches Denken"  in cosa sia consistito il fondamento, il Grund, il theion della metafisica classica - occorre invece secondo lui una nuova metafisica (che si potrà chiamare la metafisica di Cacciari), senza fondamento certo e stabile, che non pretenda di "esercitare volontà di dominio sull'ente stesso", che è autonomo e libero di accadere, di essere come vuole. Una metafisica che "non sia alla ricerca del fondamento ultimo accertabile e che si prenda cura anche dell'impossibile, del miracolo, come ultimo grado del possibile." Questo perché oggi "nessuna norma può essere ritenuta inesorabile", neanche in matematica ed in fisica. 
Il limitato tempo previsto per la discussione non ha permesso che il filosofo veneziano rispondesse a fondo alle molte domande emerse (e a quelle prenotate ma non effettuate) sulla "vocazione politica di questa nuova metafisica", sulla sua eventuale applicabilità in campo giuridico, se e come si relazionerebbe con temporalità/storicità degli enti, .. ...
L'impressione finale è che Cacciari stia ancora 'ruminando' su tutte queste questioni e che, invece di adottare (come ho fatto io) un suo personale e originale "seinsgeschichtliches Denken" per spiegare e superare la vecchia metafisica, stia cercando invece di imbastire una sua nuova metafisica a fondamento variabile (come le ali dei caccia Tornado), di cui forse ci parlerà più a fondo in un suo prossimo libro, da valere magari come testamento spirituale/filosofico.